CAPITOLO 31 - CAREZZA

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Barry sentì Anja e Dablo avanzare, nel contempo gli uomini dinanzi a lui indietreggiarono cominciando a brandire le loro armi. Il ragazzo doveva escogitare un modo per liberare i suoi polsi. I tre mascalzoni si dimenticarono di legargli le gambe. Eztli, l'uomo che poc'anzi gli aveva sferrato un colpo, era ad una distanza abbordabile. Barry, lesto, scivolò con il busto lungo il tronco della quercia avvinghiando in una morsa l'uomo. Eztli mollò l'arco e cadde con tutto il suo peso sul ragazzo. Stramazzando su Barry, l'uomo ruppe anche il nodo che non permetteva al ragazzo di muovere le sue mani.
«Siamo faccia a faccia, farabutto.» Gli sussurrò Barry con un ghigno a trentadue denti.
Ixtli, l'uomo montagna, fece un passo in avanti per impedire che l'amico cadesse su Barry, ma non fece in tempo, poiché Anja l'aveva raggiunto emettendo un ruggito e sfoggiando le sue fauci. Barry in un frangente afferrò l'uomo che aveva arpionato e gli sfilò il coltello che aveva in vita, dopodiché si alzò e si scrollò dalle mani il filo che poco prima gli teneva gli arti legate. Nel contempo, Dablo, avanzò inferocito verso l'uomo di fianco al ruscello.
«C-come fai ad e-essere in c-contattato c-con queste bestie?» Balbettò Eztli
«Non sono bestie, sono miei amici. Lei e Anja e tra poco ti ritroverai le sue fauci nella tua palle.» Disse Barry, sorpreso lui stesso della perfidia della sua voce.
Ixtli scaraventò al suolo la sua arma (un giavellotto di cuoio) e inalberò le mani in segno di resa. «Lasciaci andare. Scapperemo più lontano e possibile.» Disse l'uomo che all'apparenza sembrava un duro, e che a momenti stava per urinare.
«Va bene.» Acconsentì Barry al disperato appello del possente uomo. La sua mente fu illuminata da un baluginio, si ricordò dell'uomo che Ixtli aveva menzionato poco fa.
«Dove siete diretti?» Domandò solenne
«C-cuautitlan.» Rispose l'uomo balbettando e scrutando timoroso Anja. Nel contempo, l'uomo ai pendii del ruscello abbandonò la sua postazione fuggendo a gambe levate
«Chi è il vostro capo?» Domandò Barry e con un scatto repentino avvicinò la lama del pugnale alla giugulare di Eztli
«Achcauhtli.» Disse l'uomo febbrile e la sua fronte fu imperlata da stille di sudore.
«Portatemi da lui.» Ordinò Barry, buttando Eztli verso l'amico e l'uomo si toccò il collo indolenzito.
«Ti avevo avvisato, che appena mi sarei liberato ti avrei fatto pentire del tuo gesto meschino.» Ribatté soddisfatto. La spavalderia di Eztli scomparve e facendo spazio al terrore.
«Ti porteremo da lui!» Esclamò Ixtli.«Però tieni quelle bestie lontane da noi.»

Iniziarono ad incamminarsi verso Cuautitlan, che senza ombra di dubbio doveva essere la capitale della Regione dei Pescatori. I due uomini fecero strada verso la città. Barry, seguito dai due felini, tenne il passo brandendo il suo arco. Eztli durante il lungo tragitto, si girò parecchie volte verso Anja, che puntualmente emise ruggiti facendo balzare l'uomo.
La strada per giungere Cuautitlan fu più insidiosa del previsto. Fecero delle soste durante il percorso con Anja che sorvegliava Eztli e non gli permetteva di far neanche un solo passo. Barry si dissetò in due ruscelli e con lui anche Ixtli, che lo guardò di sottecchi e intimorito che potesse ucciderlo. Non incontrarono l'altro soldato che fuggi. Forse aveva raggiunto la capitale della Regione dei Pescatori correndo senza mai voltarsi.
«Siamo arrivati!»Esclamò Ixtli, voltandosi verso Barry.
Un ponte in legno era stato costruito per consentire l'entrata al villaggio, e sotto di esso gorgogliava un piccolo torrente. L'entrata era presidiata da cinque guerrieri, che indossavano un'armatura di cotone sottile; i loro scudi in legno e in tinta rossa, ritraevano un pennuto, un airone. Appena i soldati avvistarono Barry e i due uomini, alzarono le lance, ma Ixtli  fece loro segno di abbassare le armi.

Sorpassarono il ponte, che scricchiolò, e quando le guardie avvistarono Anje e Dablo, rialzarono le armi, ma Ixtli, preoccupato, berciò triviale qualche ordine e i soldati ubbidirono.
Si avvicinarono a loro, e i soldati rimasero sbigottiti osservando la pacata camminatura dei felini. Anja e Dablo, scuoterono le loro code più e più volte con estrema disinvoltura, mentre Barry osservò circospetto il villaggio.
Ci fu un tramestio di passi quando gli abitanti della cittadina si accorsero della presenza delle due enormi e mostruose bestie. Da un tempio eretto con pietre mal levigate, si interruppe una strana danza, e alcune donne arrestarono le loro attività, che comprendevano sbudellare dei cinghiali. Alcuni bambini di rifugiarono dietro le mamme, ma uno marmocchio parve essere inflessibile alla vista di Anja e Dablo. Barry rimase sorpreso del coraggio di quel bambino. Ma quando distinse i tratti somatici del fanciullo gli venne in mente Tepexpan, il villaggio in cui Barry e Macaria sventarono l'assalto dei barberi. Era lui. Il bambino che affiancò Barry per ringraziarlo per aver sventato la minaccia degli assalitori. Cosa ci faceva a Cuautitlan? Per giunta sull'altra sponda del lago Texcoco? Si chiese il ragazzo.
Il bambino, ad un tratto, rivolse il suo sguardo verso Barry. Anja e Dablo si immobilizzarono leccandosi i loro folti baffi. Ixtli arginò l'avanzata del bambino, ma da una spocchiosa abitazione, adornata con fiori e piume variopinte, uscì un anziano uomo dalla schiena gibbosa con alla mano un bastone da comando ricoperto sul manico da topazi. Gli astanti ammutolirono; l'uomo ricurvo si apprestò ad avvicinarsi pencolante. «Fermo!» Esclamo solenne rivolgendosi a Ixtli.
Barry scrutò con attenzione l'uomo; oltre al bastone, indossava una copricapo ricoperto da piume simili a quelle del Quetzal, il pennuto incontrato nella foresta non molto tempo fa, e una veste blu acciaio si posava larga sino alle sue caviglie.
«Perché questo straniero è qui?» Domandò l'uomo ricurvo.
«Achcauhtli, lo straniero ha voluto incontrarla.» Disse Ixtli chinando il capo in segno di rispetto
Un uomo ricurvo e indifeso aveva tutta quella supremazia nei confronti di un uomo così grande? Barry abbozzò un sorrisetto compiaciuto.
«È lei il Riverito Oratore di questo posto?» Chiese il ragazzo stanco delle formalità.
«Abbiamo uno straniero sfacciato. Bene! Quale buona marea ti porta nella Regione dei Pescatori?» Rispose l'uomo ricurvo con aria truce. Ormai il piccolo cucciolo d'uomo era ad un centimetro da Anja. «Deduco che sei anche impaziente. Sono io il Riverito Oratore. » Confesso distorcendo il suo volto invaso da molle grinze .
«Vorrei parlarle.»
«Mi assicuri che quelle bestie non facciano del male alla mia gente?» Si apprestò a domandare  l'uomo tramutando il suo sguardo austero in un'espressione preoccupata.
«Sì, le assicuro che i miei amici sono innocui.» Constatò Barry con aria rassicurante.
Il bambino appoggiò la sua piccola e graziosa manina sul capo di Anja, che sembrò apprezzare la carezza socchiudendo gli occhi e mugolando; la ressa emise dei sibili di terrore, ma il bambino continuò ad ammansire il grosso felino.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora