Il treno iniziò a muoversi lentamente mentre io salutavo mio padre ed Elena.
Henry e Naddie non erano venuti, avevano altro da fare, ma mi avevano salutata prima di partire da casa con un "buon viaggio" veloce.
Negli occhi di Henry mi era parso di vedere un barlume di tristezza, ma non mi importava: io dovevo andare avanti.
Durante il viaggio pensai a tutte le cose che avrei dovuto fare una volta arrivata a casa:ripulire, chiamare Andy, chiamare Gel e Jess per raccontargli tutto, andare a lavoro... pensando a tutte queste cose mi venne il mal di testa così decisi di smettere di pensarci e di pensare all'estate che stava arrivando e alle vacanze.Dopo tre ore di viaggio arrivai nella stazione, andai a chiamare un taxi per andare a casa ma quando vidi una persona a me conosciuta uscire dalla stazione decisi di andarci a parlare.
"Ehi" esordii io.
"Oh April...ciao!" Mi sorrise alzando lo sguardo dal suo telefono.
"Senti scusa se ti ho trattato male e non ti ho richiamato. Non volevo..."
Andy mi guardò sorpreso e poi disse:"fa nulla... sono uno psicologo ricordi? So come funziona più o meno la mente delle persone."
Io risi e non potei fare a meno di chiedermi come avevo fatto a non accorgermi di che persona magnifica non è.
"Vuoi un passaggio?" Mi chiese indicando la sua auto.
"Magari!" Salii in auto e per tutto il viaggio mi parlò di tutto quello che gli era successo, a volte gli raccontavo le mie giornate, ma tralasciai i dettagli.
Arrivati davanti al condominio scesi e lo invitai per un'altra cena, però senza eventi spiacevoli. Lui accettò così gli diedi appuntamento per la sera dopo.
La mia casa era come l'avevo lasciata, in ordine, ancora con un profumo di nuovo e i letti fatti.
Andai a togliere i vestiti dalla valigia e poi chiamai Gel e Jess in una chiamata di gruppo.
"Ehi la sperdutaa!!!" Esclamò Jess rispondendo.
"APRILL!" Urló Gel.
Io risi e li salutai a mia volta.
"E quindi domani cena romantica eh?" Ammiccó Gel.
"No no!" Dissi ridendo:"dopo quello che è successo non penso mi voglia ancora come fidanzata."
"Per me si. Rimani sempre bella ed intelligente, i tuoi altri problemi sono tutti risolvibili. " disse Jess, che come sempre trovava il modo per farmi sentire bene.
"Si vedrà. Comunque domani mi aiutate a preparare la cena?" Chiesi.
"Certo! A che ora finisci dai McHoodle?" Chiese Gel.
"Alle 15.00, poi domani non ho ripetizioni quindi ho tutto il pomeriggio libero."
"E in discoteca? "
"Cazzo... vabbè inizio il turno alle 22.30, quindi non dovrei avere problemi, in caso viene con me." Risi assieme a loro per ancora qualche minuto e poi chiusi la chiamata per andare a farmi la doccia.
Ero contenta di averlo incontrato, lui sarebbe stato il mio punto di svolta, il mio passo in avanti dopo mesi di immobilità.
Dopo la doccia mi preparai un'insalata con varie verdure e frutta dentro e mi misi a guardare la tv. Davano quei soliti programmi noiosi che tutti guardano, ma che a nessuno piacciono.
Verso le 22 decisi che era meglio andare a letto così spensi tutto e mi coricai.
Sognai di un riccio che distruggeva il mio cuore e poi tentava di rimettere in ordine i pezzi.Venni svegliata dalla suoneria del mio telefono,che tra meno di quarantacinque minuti avrei dovuto andare a prendere Sim e Tom.
Mi alzai e la prima cosa che feci fu prepararmi un caffè, mentre mi coprivo le enormi occhiaie.
Indossai un cardigan nero sopra una maglietta bianca e i jeans. Raccolsi i capelli in una coda ed uscii di casa con ancora il caffè caldo in mano.
Camminai fino a casa McHoodle dove la signora mi aprì la porta.
"I ragazzi sono in camera da letto. Oggi alle 10.50 hanno il parrucchiere e domani non ci servi, andiamo dai nonni." Disse altezzosa.
"Va bene, signorina." Voleva la chiamassi così, anche se a tutti era evidente che fosse una signorina passata.
Entrai in casa, sotto il suo sguardo attento e salii nella camera dei bambini.
"TATAAAA!!" Urlarono all'unisono correndo verso di me.
"PICCOLIII!!" Urlai io abbassandomi per abbracciarli.
Andai ad aprire la finestra e li iniziai a vestire, mentre mi raccontavano cosa avevano fatto domenica.
Uscimmo di casa e li portai come sempre al parco, dove andarono a divertirsi mentre io leggevo un libro.
Alle 10.50, come prestabilito, li portai dal parrucchiere dove fecero i capricci per sedersi e stare fermi sulla sedia.
"Bene. Ora andiamo a casa e mi aiutate a preparare il pranzo?"
mi guardarono un pò tristi ma annuirono.
Alle 15.00 l'altra tata arrivò così ii potei andarmene, anche se mi dispiaceva sempre tanto lasciarli con quella arpia.
Prima di andare a casa andai a fare la spesa e chiamai Jess.
"Ehi! Pronta?" Chiese appena rispose.
"No!! Non so cosa cucinare..."
"Pizza non va bene?"
"Jess l'ho invitato a cena, è una cosa pianificata."
"Giusto... prova con del pesce." Aveva sempre idee stupende.
"Va benissimo, vieni ad aiutarmi a cucinare? Così passiamo un pò di tempo assieme."
Lei mi disse che stava arrivando e io mi diressi alla cassa.
Entrai in casa e subito iniziai a preparare la cucina.
Jess arrivó dopo mezz'ora.
"Aaaaaap!!!!! Sono io!!" Sorrisi sentendola entrare senza nemmeno bussare, neanche fosse casa sua.
Mi raggiunse in cucina e si rimboccó le maniche:"allora... che ne dici preparare delle tartine al salmone, una pasta semplice e un'insalata di pesce?" Quella ragazza era stupenda.
La abbracciai e per poco non cademmo.
Iniziammo a preparare, ballando e cantando le canzoni del momento ed ovviamente parlando di tutto.
Alle 18 Jess dovette andare perché anche lei aveva un appuntamento con un ragazzo, del quale non aveva voluto dirmi nulla.
Io andai ad indossare un vestito bianco aderente tutto ricamato, mi raccolsi i capelli in una coda alta, misi mascara,correttore e del rossetto rosso. Decisi di non indossare i tacchi o scarpe, tanto saremo rimasti in casa.
Guardai l'ora: erano quasi le 18 e lui sarebbe arrivato tra poco.
Mi diedi un'ultima guardata allo specchio poco prima che lui suonasse.
"Ehi." Dissi aprendogli la porta.
Indossava una maglia bianca che gli risaltava l'accenno di addominali e un paio di jeans. In mano aveva una bottiglia di champagne.
"Wow... s-sei bellissima!"esclamò lui.
"Grazie"dissi prendendogli la bottiglia dalle mani per andare a metterla in frigo.
"Ho cucinato la cena. Spero ti piaccia il pesce " era tutto molto imbarazzante.
"Si certo che mi piace!" Disse lui, evidentemente in imbarazzo.
"Benissimo! Allora vieni che inizio a portarti l'antipasto." Si sedette ed io presi le tartine, poggiandole al centro del tavolo.
Mi chiese della mia giornata,complimentandosi per il salmone. Io gli raccontai della mia giornata:"... adoro quei bambini, sono stupendi. Non so come faccia loro madre ad essere così..."
"Tante persone non capiscono cosa si perdono." Fece una pausa:"quanti bambini vorresti?"
Rimasi allibita da quella domanda, soprattutto perché fu lui a farmela, e in quelle circostanze.
"Non ci ho ancora mai pensato... tu si?"
"Si... ne vorrei 4." L'imbarazzo cresceva sempre più e lui sembrava non accorgersene.
Magiammo la pasta in silenzio, per poi passare all'insalata.
"Sei bravissima in cucina! Da chi hai imparato? "
"A dire il vero una mia amica mi ha aiutata..." sorrisi imbarazzata.
"Allora bravissime!" Sorrise mangiando un gambero.
Non parlammo più fino allo champagne.
Quella cena era molto imbarazzante... la più imbarazzante della mia vita, forse.
"È buonissimo. " disse lui bevendone un sorso.
"Hai ragione. Vieni andiamo a sederci in salotto, a quest'ora c'è una spettacolare vista della città."
Lui mi seguì prendendo la bottiglia di vino e la poggiò sul tavolino.
Avevo ragione: la città era così bella con tutte quelle luci, in contrasto con le stelle, le auto che sfrecciavano sembravano stelle cadenti colorate. La città cambiava completamente di notte.
"Ti piace la notte?" Mi chiese lui senza distogliere lo sguardo dalla finestra.
"La amo." Feci una pausa:"di notte vedi cose, le senti, le provi, che di giorno non sentiresti."
Mi guardò il viso, per poi concentrarsi sulle labbra. Stava per baciarmi, lo sentivo. Era il momento giusto, dovevo dimenticare Henry, per sempre.
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I'm just me
Randomapril è una ragazza definita "emerginata" da tutti, tranne che da suo padre. Non ha amici ne a scuola ne tanto meno da suo padre... Ma in quell'estate qualcosa cambierà... I suoi sentimenti come l'amore rinasceranno... ma anchr sentimenti come l'odi...