lacrime...

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Dopo il litigio con Elena in casa c'era un'aria tesa... come se una bomba stesse per esplodere.

Quella mattina andai a fare compere ed incontrai Henry. Tentai di passare dritta, ma lui non me lo permise.

«ciao April!» urlò sbracciandosi.

Sorrisi e tentai di andare oltre.

«come va?» disse bloccandomi la strada

«bene.»

«è da un pò che non ci sentiamo...»

«sì...»

«hai fretta?» mi chiese.

non ne avevo. «sì»

«va bene... Allora ti va di uscire dopo??»

non risposi... Non volevo uscire ma dissi ugualmente di sì... forse mi avrebbe detto la verità.

«Allora, sempre la?»

«no, stavolta ti vengo a prendere a casa » dissi.

«mmm... meglio di no. Dai passo io a prenderti.»

mi lasciò passare.

uscita dal negozio vidi Naddie con il suo fidanzato.

La salutai e tornai a casa.

Mentre rimettevo in ordine la camera Elena sì affacciò alla camera:«scusa per ieri.»

la guardai un attimo, poi ripresi a rimettere i vestiti nell'armadio.

«seriamente. April. Scusa.» disse.

«Elena... Perché l'hai fatto?» chiesi.

«non lo so... Tentavo di capire chi eri...»

«bastava che mi parlassi... Ti avrei detto tutto... dal primo all'ultimo istante della mia vita.»

«lo so ... ma le parole sì lasciano dire...»

«sì, ma io non mento. Soprattutto su cose come la vita e la famiglia.»

«okay... scusami. Ti va di ricominciare da zero?»

«va bene. Però non rovistare più nella mia roba. Mai.»

«certo... Vuoi che ti aiuti??»

«no Grazie.»

se ne andò e Henry ni chiamò:«ciao. Dopo dobbiamo parlare.»

«va bene. a che ora passi??»

non rispose e chiuse la chiamata.

Come sempre non mi vestii granché bene... Naddie mi consigliò un vestito e mi fece sedere sul letto:«ho lasciato il mio ragazzo.»

«perché?» li avevo visti solo uj paio di volte ma mi erano sembrati affiatati.

«amo un altro.»

«chi?»

«Henry.»

rimasi senza parole. Henry... Henry. L'Henry che tra poco mi sarebbe a prendere. Colui che per la prima volta mi era venuto vicino.

Suonarono alla porta. Henry.

Papà lo fece venire in camera mia.

Naddie era giù... troppo.

Ci salutò e io in quel momento senza pensare dissi:«Anche Naddie viene con noi.»

lei mi sorrise.

Henry e Naddie parlarono della loro infanzia tutto il tempo, come se io non ci fossi.

Quando decisero di andare al Luna Park io mi rifiutai e me ne tornai a casa.

La mia camera dava sul lungomare... Loro erano seduti proprio lì.

Erano felici assieme:ridevano, scherzavano...

Con me non era cosi:la mia presenza rendeva sempre tutto più triste...

andai in bagno con le lacrime, rovistai nel cassetto delle medicine ed estrassi una lama.

Stavo morendo:troppe bugie, troppe separazioni...

inizia a tagliare la mia pelle: la lama scivolava lenta nella mia carne, sempre più in fondo. Stavo malissimo ma mentre facevo ciò stavo meglio: come se il dolore se ne andasse assieme al sangue.

Entrai nella doccia vestita e mi sciaquai il braccio: bruciava, ma mai come ciò che provavo.

Uscii dalla doccia, presi il pigiama e mi infiliai a letto.

Accessi la radio, misi una canzone triste e mi addoermentai con le lacrime.

Naddie entrò in camera mia con un sorriso immenso e mi svegliò:«avresti dovuto esserci! Lui è un ragazzo fantastico!»

mi misi a sedere, la guardai e dissi:«mi raccontarai domani, ora per favore, vattene.»

Lei se ne andò come un cane bastonato.

Tornai dormire con una parola: domani.

Proprio mentre stavo per riprendere sonno Henry mi chiamò:«ciao, scusa per il disturbo, ma domani mattina, io e te usciamo. Soli.»

«Henry... Senti..» dissi tra le lacrime.

«no. Basta. io e te DOBBIAMO parlare.»

detto ciò mi riaddormentai...

piangendo.

I'm just meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora