CONTAGIO.

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Il suo nome era Henry... Lui era bello, famoso e amato... L'opposto di me.

Memorizzai il suo numero e passammo tutta la notte a mandarci messaggi. La mattina, Naddie entrò in camera mia con un vassoio:«buongiorno amica, come stai?»

La sua allegria era così strana... CONTAGIOSA.

Mangiai ciò che mi aveva portato, lei invece parlò di se stessa, di suo padre, della sua scuola... sapeva tutto di me :troppo.

Naddie ed io andammo in spiaggia, ci sedemmo sulla spiaggia a guardare il mare:«Allora... Ap... Come mai sei così... emarginata?»

aveva usato proprio quella parola:emarginata. Sì, lo ero: evitavo tutti i contatti ma sentirmelo dire era diverso...

«non lo so.» risposi.

«come non lo sai! Dimmelo, dai.»

«Naddie, ti ho detto che non mi va. basta.»

«ap... confidati con me...Daiiiiiiiiiiiiiiii!!!!»

«capisci la parola basta?» mi alzai e me ne andai.

passarono alcune ore prima che Naddie tornasse casa.  Quando tornò io ero in bagno a prepararmi per uscire, lei entrò in camera mia e si sedette sul letto a fissarmi mentre mi asciugavo i capelli:«scusa per prima... Non volevo essere... Si... Ecco... Invadente.»

«un po lo sei stata... Ma ti perdono.»

«Esci?»chiese rovistando tra i miei vestiti.

«si. Non toccare le mie cose.» lei mi guardò e tolse le mani dal mucchio.

Indossai una maglia normale, solita, piatta.

I capelli sciolti mi coprivano le spalle, presi il capello blu e lo indossai davanti allo specchio.

«no! Non penserai di mettermi quell'oscenità???» Naddie arrivò, mi tolse il cappello, mi girò verso di se, mi sistemò i capelli e mi fece girare verso lo specchio:«che ne dici di cambiare?»

la guardai e sorrisi.

Henry mi venne a prendere fin sotto casa, come promesso. Lo salutai e ci incamminammo verso il Luna Park lentamente:«Ap... Ti possso dire una cosa?»

Lo guardai e sorrisi:«certo.»

«Lo so che ci conosciamo da poco, ma io ti voglio bene... da morire...»

rimasi sbalordita dalla sua dichiarazione. Forse arrosii... ma non ne sono certa.

«Anche io ti voglio bene» sorrisi timidamente.

L'intero pomeriggio fu molto piacevole e rilassente... Ero al settimo cielo.

Quando Henry mi disse che sua madre era una drogata e che lui viveva con suo padre, ci rimasi malissimo... Povero, anche lui aveva sofferto molto.

Come me.

Tornai a casa verso mezzanotte.

Henry mi prese le mani, mi fissó negli occhi e mi disse:«ti voglio bene.» mi fissò ancora per qualche istante poi mi baciò. Le sue labbra sulla mia guancia erano la sensazione più bella che avessi mai provato...

Andai a dormire e cercai di fare meno rumore possibile.

I'm just meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora