Capitolo sei

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"Matteo, stai un po' fermo?"-dico al bambino di due anni steso sul letto della mia stanza temporanea tentando in tutti i modi di fargli indossare un paio di pantaloni.

Il bambino davanti a me sorride mostrandomi i suoi piccoli dentini fermandosi per qualche secondo permettendomi di vestirlo dopo ore di tentativi nel farlo.

"Grazie"-dico dopo averlo vestito prendendolo in braccio.

Sento il telefono vibrare sul comodino accanto al letto, mi avvicino quindi per prenderlo.

*Ti ha risposto?*

Leggo il messaggio da parte di Benjamin.

*Mi ha detto che è in ospedale*

Rispondo.

Non sento Federico da ore, ho provato a chiamarlo ma non risponde. Non so cosa sia successo, riesco solo ad immaginare il peggio.

Suo padre. È l'unica cosa a cui riesco a pensare al momento.

Odio dover stare in ansia non sapendo cosa sta succedendo.

Provo un'ultima volta a chiamarlo ricevendo come risposta la voce robotica della segreteria telefonica.

Deve aver spento il telefono.

Il mio telefono inizia a squillare dopo alcuni minuti permettendomi nel frattempo di portare Matteo, ora vestito per la cena, in salotto e sederlo sulle gambe di Lorenzo.

"Pronto?"-Rispondo senza guardare il nome impresso sullo schermo credendo sia Federico.

"Ho parlato con sua madre"-la voce di Benjamin entra nella mia mente isolandomi dalle altre voci presenti nella stanza.

"Cosa è successo?"-Esco fuori sedendomi sulle scalette di legno del porticato stringendomi nel mio maglione rosso di lana.

Rabbrividisco.

Il clima non è dei migliori per uscire solo con un maglione.

"Suo padre, sta peggiorando e..."-mi dice sospirando.

"Federico non vuole saperne di parlare con nessuno,mi dispiace"

La mia voce si spezza-"Capisco"-riesco a dire prima di salutare Benjamin e attaccare ringraziandolo per avermi messa al corrente di quello che sta succedendo a Federico e alla sua famiglia.

Lo sapevo.

Sapevo di dovermi preoccupare.

Il padre di Federico sta soffrendo e ciò fa soffrire anche lui.

Sullo schermo del mio cellulare ora illuminato, l'immagine di me e Federico, il quale mi guarda sorridendo.

Il mio incubo sta per diventare realtà.

Federico si sta chiudendo in se stesso.

Riesco ad immaginare Federico seduto da solo accanto al padre mentre gli tiene la mano guardandolo con occhi diversi.

Odio dover pensare che in questo momento il suo sorriso possa essere svanito.

"Tutti a tavola!"-urla mia nonna dalla cucina.

Faccio un respiro profondo, voglio poter allontanare i pensieri negativi.

Andrà tutto bene, cerco di convincermi non riuscendoci.

Sento il fastidioso rumore delle sedie che vengono spostate. Tra figli e nipoti abbiamo invaso casa dei miei nonni. Mi alzo dal gradino sul quale sono seduta e torno dentro al caldo per raggiungere gli altri a tavola.

Entro nel salotto osservando tutte quelle persone ora sedute. Alcune di queste mi guardano sorridendo invitandomi a prendere posto.

È la vigilia di Natale e tra quelle persone né mia madre, né mio fratello ci sono e non posso fare a meno di sentirmi a disagio tra di esse.

Una vita senza te. || Benji & Fede ~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora