Capitolo otto

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"Matilde, c'è un tuo amico"-sento mia nonna chiamarmi dal salotto.

Scendo lentamente le scale infilando il mio cappotto sul vestito nero, fino ad arrivare nel salotto.

"Ehi"-mi avvicino a Benjamin abbracciandolo.

"Sei pronta?"-mi chiede dopo essersi allontanato da me.

Rimango a guardarlo per un attimo prima di rispondere, i suoi occhi sono arrossati.

Lui e Federico si conoscono da anni ormai e pensare che per Benjamin Mirko era stato quasi un padre mi fa star male per lui.

Non deve essere stato facile accettarlo nemmeno per lui.

"No, ma devo esserlo"-metto le mani nelle tasche del cappotto nero per prendere il telefono.

Nessuna nuova chiamata, nessun nuovo messaggio.

Federico mi sta evitando da tre giorni ormai, da quando tutto è peggiorato.

Non sono pronta per vederlo, ma devo esserlo. Ho promesso a suo padre che ci sarei stata per lui.

"Torno stasera"-do un bacio sulla fronte di mia nonna prima di dirigermi fuori casa con un Benjamin silenzioso.

"Non posso ancora crederci"-sussurro una volta in auto mordendomi il labbro.

Guardo la strada davanti a noi, una leggera pioggia comincia a picchiettare sul parabrezza.

Benjamin si volta verso di me, alcune lacrime rigano il suo volto, i suoi occhi arrossati-"Nemmeno io"

Una volta parcheggiata l'auto fuori dalla chiesa la pioggia sembra aumentare sempre di più.

Io e Benjamin camminiamo stretti sotto il mio ombrello striminzito inzuppandoci per le gocce incessanti provenienti da sopra di noi.

Sembra che anche il tempo non possa accettarlo, sembra che ciò rispecchi l'animo di tutti noi.

Entrati in chiesa ci guardiamo intorno vedendo volti sconosciuti e smunti prima di intravedere il profilo di Federico di fronte l'altare. È seduto su una delle panche di legno accanto a sua sorella e a sua madre, la quale continua a piangere sulla sua spalla. Federico cinge sua madre con un braccio accarezzandole la testa mentre osserva la bara di legno davanti a lui.

Per un attimo nella mia mente rivedo me e mio padre seduti su quella panca, i miei occhi vanno alla bara di fronte l'altare facendomi mancare il respiro.

Benjamin mi segue superando i visi sconosciuti tenendomi per mano fino a raggiungere una panca libera dietro alcune di quelle dove Federico, sua madre e sua sorella sono seduti. Ci sediamo quindi in silenzio prima che inizi la messa funebre.
Finita la messa, dopo aver asciugato le sue lacrime e aver fatto calmare sua madre, Federico si guarda intorno cercando chissà cosa prima di trovare me e Benjamin alcune panche dietro di lui. Congeda alcuni dei parenti e gli amici che si sono avvicinati per dargli le condoglianze e si allontana per raggiungerci.
Lo guardo guardarmi da sempre più vicino con occhi diversi.

L'azzurro puro dei suoi occhi sembra essere più scuro.

"Condoglianze di nuovo"-Benjamin abbraccia goffamente Federico e lui fa lo stesso senza smettere di guardarmi sussurrando un "Grazie".

I suoi occhi ora hanno perso la loro luce apparendo spenti e carichi di dolore.

Non riesco a smettere di guardarlo, sembra così diverso dall'ultima volta che l'ho visto.

Si avvicina poi a me cingendomi la vita per abbracciarmi. Stringo le mie braccia attorno al collo di Federico sussurrando-"Mi dispiace"-stringendolo più forte.
Affonda con la testa nell'incavo del mio collo stringendomi ancora.

Il suo profumo familiare annebbia i miei pensieri facendomi dimenticare di tutto ciò che ci circonda.

Mi è mancato così tanto.

Per un attimo rivivo la mia situazione, sta davvero soffrendo ed io non sono in grado di alleviare tutto il suo dolore.

Incapace di fare altro continuo a stringerlo accarezzandogli i capelli, osservata dai numerosi volti sconosciuti che ora ci circondano.

Una vita senza te. || Benji & Fede ~ #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora