Ero preparata, però fa male lo stesso.

Capitolo 18

Un'altra giornata di scuola è finita, finalmente.
Credo che l'unico motivo per cui ci vado nell'ultimo mese, sono gli amici. Li voglio vedere il più tempo possibile perchè presto ci saranno tre mesi di vacanza.

Sei ore finite. Sono tornata a casa.

Ha detto mia mamma che ho lo sguardo perso;
che non sono attenta se mi dice qualcosa, faccio finta di ascoltare, anzi, fingere nemmeno mi riesce bene;
che rispondo alle sue domande senza capirne il vero significato;

Esco da scuola alle 14:30, quindi quando torno a casa dovevo pranzare da sola.
Ero seduta a tavola.
Mia mamma mi ha chiesto di passarle la Coca-Cola, lei era seduta sull'altra sedia a guardare la tv.
Le ho passato l'acqua.

-"Ma ti ho chiesto la Coca-Cola" ha detto.

-"Ah oddio,scusa." ho ribattuto subito.

-"Ma a che pensi? Da quando stai qua ti vedo con la testa tra le nuvole." mi dice incuriosita.

-"HAHAH no a nulla" dico senza battere ciglio e ridendo.

Quanto avrei voluto dirtelo, mamma.
Ma a te non racconto mai nulla, scusami.
È solo timidezza e mancanza di coraggio, non altro.

Chissà la sua reazione quale sarebbe.
Un giorno torno a casa e le dico:
-"Mamma, devo parlarti.
Ho capito col tempo che mi sono innamorata di mio cugino. Pensavo fosse semplice legame di parentela, ma non è così."

Immagino che non avrebbe parole giuste a portata di mano. Come biasimarla.
Okay, ma non voglio scoprirlo.
Non le dirò nulla. Mai.

Mi sa che la risposta a quella domanda
"A che pensi ultimamente? Sei distratta" sarà sempre la stessa.
Io per lei non avrò mai niente che mi passi per la testa.
O forse si, perchè l'intuito di una mamma non sbaglia mai, ma non credo arrivi a capire e/o immaginarsi quello che mi passa per la testa.

Non sa che oggi, tornata a casa, stavo rivivendo in mente quell'abbraccio di questa mattina.
Piccola e insicura, tra le sue braccia.
Si, lo stavo rivivendo.

E giuro, ho provato a smettere, ma non ci sono riuscita.