Capitolo 61

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Quando sembrava essermi scivolata da dosso quella strana sensazione di quel quasi-mezzo bacio, tutto sembrava stabilizzarsi regolarmente dentro di me, di nuovo.

Oggi è il 26 ottobre, ci avviciniamo ad Halloween ed io non ho idea di come trascorrere quel giorno. Penso che cercherò di organizzarmi con gli amici o con i miei cugini. 

O con lui, ma ne dubito.

Dal 10 ottobre ad oggi, ci siamo visti un paio di volte. Uscimmo venerdì 14, io, lui e la mia migliore amica. 

Fu una serata molto bella, divertente, soprattutto.

I miei capelli sono di natura ricci, ma quella sera, decisi di ritornare nelle vesti di una Emy liscia, dopo un anno. 

Mi avviai in piazza, mi sedetti su una panchina dinnanzi al teatro, e controllavo ogni 5 secondi l'orario, in attesa di mio cugino, così poi, assieme, saremmo andati al Comune e raggiungere anche la mia migliore amica.

Nell'attesa avevo le cuffiette collegate al mio Huawei, e ascoltavo ripetutamente tre canzoni: 7 years, Scars To Your Beautiful e I Think I'm In Love. 

Dopo un po', annoiata, ormai, dalla musica, tolsi le cuffiette dalle mie orecchie e le scollegai dal cellulare. Per far passare il tempo, cercavo  ogni possibile dettaglio da osservare, ad esempio una bambina che giocava a nascondino con il fratello maggiore, nascondendosi dietro a quegli alberi dal tronco sottile che ci sono nello spiazzale fuori al teatro.
Tra le risatine della bambina, sentii una voce, a me familiare. E che amo.

-«A dopo papà, credo che torno con lei»

Cercavo di capire se fosse davvero la sua voce o se fosse solo una delle mie allucinazioni, e, nemmeno il tempo di voltarmi ormai sicura di me, che sentii la sua voce molto vicina a me, mi voltai, mi alzai e mi strinse in un forte abbraccio, ed io, non feci altro che ricambiare.

Non appena le nostre braccia che sembravano intrecciate, si separarono, e dopo avergli dato il solito bacio sulla guancia, cominciò subito a giocare con i miei capelli, cosa che mi aspettavo al 100%, dato che erano lisci dopo tantissimo tempo. Mollò i capelli e cominciò a giocare con le mie guance, cosa che adoro, perchè mentre lo fa, mi guarda e scoppia in tante risatine, che ne formano una sola, grande.

Inizialmente faceva piuttosto freddo. Io avevo una maglietta bordeaux con la camicia, un pantalone nero e le mie Superstar nere e bianche. Lui, manco a farlo apposta, aveva un felpa/maglione bordeaux, pantalone e scarpe nere. Un  copione, insomma.

Ce ne rendemmo conto solo quando ci sedemmo, perchè forse prima eravamo così impegnati ad abbracciarci che non ce ne rendemmo conto. Lui stava al cellulare, infatti fui io a notarlo. Non appena glielo dissi, scoppiammo a ridere. Lui posò finalmente il cellulare, e cominciammo a parlare e a ridere non sapendo nemmeno il motivo. Io avevo freddo e, probabilmente, lo davo a vedere, così cominciammo a scendere a compromessi..ovvero, che lui doveva darmi la sua felpa! Ma, ovviamente, si scherzava, sennò sarebbe rimasto in canottiera.

Avevo, però, davvero voglia di indossarla, la sua felpa. Forse per profumare di lui.

Raggiungemmo la mia migliore amica, e, nel tragitto, camminammo abbracciati, per il freddo. Io avevo davvero freddo, si, ma infondo infondo era anche una scusa. 

Quando incontrammo la mia migliore amica, anche lei si mise a giocare coi miei capelli, e mi sforzavo di non ridere.

La serata trascorse velocemente e meravigliosamente. Tornammo a casa, e gli diedi un passaggio.

Il giorno seguente, sabato 15 ottobre, uscii di nuovo in piazza con le mie amiche, e lo incontrai, come quasi ogni sabato sera. 

Dopo esserci salutati come facciamo sempre, la serata scorreva velocemente, e ci divertimmo. Anche se, con la mia comitiva, il divertimento è assicurato.

Lo chiamai al cellulare poco dopo e gli dissi di raggiungermi al teatro, dove aspetto sempre mia mamma. 

Venne, e per un po', si sedette sulla panchina con me e le mie amiche, e, in quel breve tempo, di risate ce ne furono.

Dopo un po', però, andò a sedersi sull'altra panchina, dove c'era la sua amica, e un ragazzo. Non lo conosco, ma so che è più grande di loro, e va nella sua stessa scuola.

Dall'altra panchina sentivo le loro risate, ma non sentivo i loro discorsi.

Mia mamma arrivò, io mi alzai, salutai una ad una le mie amiche e gli feci cenno di alzarsi.  Salutò la sua amica, e poi salutò quel ragazzo di cui non so il nome. Lui era seduto, e mio cugino si abbassò in avanti per abbracciarlo. Così fece, e poi, evidentemente entrambi decisero di darsi il bacio sulla guancia. Un po' come successe a noi, ma loro, se ne resero conto, si sfiorarono col naso, e poi si misero a ridere.

Si sfiorarono col naso, col naso.

Mi si congelò il sangue addosso, ma non voglio dare importanza a questa cosa, perchè se ci fosse qualcosa di più tra loro, me ne avrebbe parlato.

Tornammo a casa e non vedevo l'ora di sprofondare nel sonno.

Nei giorni a seguire ci siamo visti un paio di volte a casa sua, ed erano une di quelle serate normali, nostre.

Questa sera dobbiamo uscire di nuovo. Io, lui, la mia amica ed il mio amico. Sicuramente sarà una bella serata, data la bella compagnia. 

I miei amici li vedo ogni giorno a scuola, ma mio cugino non lo vedo da non mi ricordo quando. Mi manca, e per questo non vedo l'ora. 

Ero preparata, però fa male lo stesso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora