Capitolo 64- Ho urlato

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Hai presente quando una persona ne vuole così bene ad un'altra,
che vorrebbe urlarlo a tutto il mondo?

Prima ero sola tra le mura di casa.

Ho visto la tenda muoversi,
forse a causa del vento che entra tra le fessure della finestra.

Mi sono avvicinata alla finestra,
e dopo poco l'ho aperta.

Sul retro di casa, il deserto.

Ho lasciato, una volta aperta la finestra,
che il freddo che avvicina Natale,
spazzi via quel poco calore che era rimasto...

ma poi, solo dopo,

mi sono resa conto che
quel mondo era fin troppo piccolo
per le cose che volevo dire.

Ho chiuso la finestra.

Ho accompagnato il mio maglione con una felpa, e sono salita su per due rampe di scale, che mi hanno condotta alla terrazza.

Lì credevo di essere invincibile.

Ho visto ogni cosa un po' più nel dettaglio...come una casa in lontananza che non avevo mai notato prima.

Vedevo le nuvole più vicine a me, e mi sentivo parte di qualcosa.

Ogni cosa attorno a me aveva assunto più grandezza, più "maestosità", e, avevo deciso, che potesse un minimo andare bene.

Ho urlato.

Ho urlato con tutta la voce che avevo,

con il contributo delle mani,
che tenevo chiuse, strette, in due pugni,

come se avessero dovuto sfondare un qualcosa di invisibile.

Si, l'ho urlato,
quanto ci tengo a te.

Con gli occhi chiusi,
ho lasciato che quel sottile soffio di vento si facesse spazio tra i miei ricci,
venuto come per ricordarmi della sua esistenza.

Ho urlato quanto bene mi fai,

ho urlato quanto valesse la pena sfidare le corde vocali.

Ho urlato al mondo,
sperando in un sole più caldo,
in una pioggia più fitta,
in un inverno che si possa definire tale,
in fiori che non appassiscono e in maglioni che non si rovinino mai.

In un mondo migliore,
insomma.

Perché adesso anche lui,
anche il mondo,

sa di
noi.

Ero preparata, però fa male lo stesso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora