Capitolo 33

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Siamo tornati al mare.
Da ieri.
Oggi.
Ora tutti i giorni.

Che bella cosa.

Ah, che noia.
Che caldo.
Fatemi tornare a casa, ora.

Niente oh.
Il bagno, dico.

Adesso ho preso sta fissa purtroppo.

Ho preso la fissa del "nah, non mi piace più la spiaggia, non ti tuffare."
E gli altri mi chiedono perché.

-«Perchè non ti tuffi più da quando siamo venuti?»
mi chiede ogni volta mio cugino di 8 anni, incuriosito.

-«Perchè il mare mi scoccia.»
dico, facendo capire il fastidio che mi dà quella domanda.

Anche mio zio.
Per loro ovviamente è una 'novità' e direi che lo è anche per me.

Mia zia invece si fa i fatti suoi.
Quando rispondo a mio cugino
«si, dopo.» lei mi guarda e sorride, come se avesse già capito che il mio è un 'no', detto in modo più gentile, ad un bambino non ancora abbastanza cresciuto per capire quando deve lasciarmi in pace.

Questa mattina, appena scesi dalla macchina, però, non mi ha posto la solita domanda mio cugino.

Questa volta mi ha detto direttamente:

Fai il bag...ah no. Ovviamente.» con tono ironico.

Ed io, altrettanto ironicamente ho detto
-«Eeh gne.»

Ancora più con ironia, avrei voluto affondarlo con la testa sotto la sabbia.

Odio profondo quando fa lo spiritoso, come se già sapesse tutto della vita.

Ma fai na bella caduta, và.

È una noia assurda.

Andare al mare, starsene sotto l'ombrellone oppure passeggiare lungo la riva con le cuffie.
Scommetto che chi mi vede, mi definisce depressa.

Ma tanto non me importa per niente.
Loro mica sanno la mia storia?
Annegate.

È una noia assurda, si.
Andare al mare e guardare come il mare si agita e poi all'improvviso vederlo trasformare in una tavola.

Andare al mare e vedersi affogare.

Immaginarsi tra quelle onde e pensarle come spine, come uragani, che cercano di mandarmi giù, se non c'è lui.

È una tale noia stare ferma ad una sola parte.

Credo sia più una cosa mentale, ma so che è anche col cuore che penso alla sua assenza non appena vedo il mare, perché, appunto, lui lo ama.

Le cose da dire ormai sono sempre le stesse.

Vado via il 9 luglio.
Altri 8 giorni.

Altre 8 mattine da trascorrere sotto l'ombrellone, ad aspettare che il tempo passi, per andare in piscina, trascorrere l'estate normalmente e divertirmi.

Mancano 8 giorni, ma la sua mancanza si sente più del dolore che causerebbe una spina sotto la piede.

Mancano 8 giorni e li considero un eternità.

Mi manca tanto, tantissimo.
Chissà se a lui manco.

Come al solito non si sta facendo sentire.

No. Non devo essere di nuovo io.

Non posso essere considerata come un cane che sta sempre appresso e attaccata al padrone.
No, non da lui.

Mi manca tanto.
Davvero tanto.

Ma me ne sto zitta.

Ero preparata, però fa male lo stesso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora