ANDREAS POV
Sono immobile davanti a Chiara, ci fissiamo negli occhi per alcuni secondi, poi lei mi sorride ed io ricambio.
«Sono venuto a chiamarti, dobbiamo andare» le dico io incantato dalla sua bellezza.
«Lo so, sono in ritardo, è che ho chiamato la mia migliore amica ed il tempo mi è sfuggito di mano» mi dice lei per scusarsi.
«Non ti preoccupare. Sei bellissima questa sera» le dico io percorrendo con lo sguardo il suo corpo.
«Grazie.Ehm...anche tu sei molto elegante» mi dice lei arrossendo.
«Grazie. Scendiamo?»
«Sì, forse è meglio. Gli altri ci staranno aspettando»
Quando scendiamo sono già tutti in macchina di Patrizio che aspettano di partire.
All'ultimo momento, però, Chiara si ricorda che non ha preso la borsa.
«Aspettate, ho dimenticato la borsa» dice lei ai ragazzi che la guardano un po' scocciati.
«Chiara, è indispensabile? Non puoi venire senza?» le chiede Patrizio.
«No, dentro ho il cellulare, i soldi e i documenti» risponde lei entrando di corsa per recuperare la borsa.
«Voi intanto andate che ci staranno aspettando, io aspetto Chiara e poi veniamo in moto» propongo ai ragazzi.
«Ok, ci vediamo lì allora, sbrigatevi» risponde Patrizio.
Entro per prendere le chiavi della moto e salgo in sella, poi finalmente vedo Chiara uscire.
«Ma...dove sono gli altri?» mi chiede notando che la macchina non c'era più.
«Sono già andati, ci aspettano al locale. Dai sali» le dico io porgendole una mano per aiutarla a
salire.
Lei mi guarda perplessa e spaventata allo stesso tempo, poi fissa la moto per alcuni secondi ed infine rivolge di nuovo lo sguardo verso di me.
«Allora? Perché non sali? Siamo in ritardo»
«Ehm...ma...andiamo in moto?»
«Sì, perché? Qualche problema?»
«No...nessuno...è solo che...»
«Hai paura?»
«Beh...ecco...»
«Hai paura. Non sei mai salita su una moto?»
«Io...in realtà...»
«Mi puoi rispondere qualcosa di concreto?»
«No, non sono mai salita in moto e...beh...un po' di paura ce l'ho»
«Sono bravo a guidare eh, ti puoi fidare. Dai sali, su»
«Vai piano però»
«Certo. Metti il casco e tieniti forte a me»
Chiara indossa il casco e poi mette le sue braccia attorno alla mia vita.
«Tieniti stretta, non avere paura»
Lei stringe la presa timidamente; accendo la moto e parto andando lentamente, in modo da non spaventarla, poi un po' alla volta accelero.
«Allora? Com'è andare in moto?» le chiedo io con l'aria che mi sbatte contro il viso.
«Figo» dice lei tenendosi stretta a me.
«E da quando usi queste parole?» le chiedo io.
«E da quando mi conosci così bene da sapere che parole uso? Ti ricordo che ci conosciamo da poche ore» mi dice lei.
«Lo so, ma da quel che ho capito sei una ragazza particolarmente fine ed educata» le dico io.
«Beh ma figo non è una parola così scandalosa, lo dicono tutti» mi risponde lei.
Dopo dieci minuti arriviamo al locale, parcheggio, scendo dalla moto e poi aiuto Chiara a scendere.
«Hai visto? Sei arrivata sana e salva» le dico io ridendo.
«Sì, devo ammettere che sei bravo a guidare» mi dice lei sistemandosi i capelli che il vento le
aveva scompigliato.
«Diciamo che me la cavo. Dai entriamo che c'è un palco che mi aspetta» le dico incamminandomi verso l'entrata.CHIARA POV
Devo ammettere che il viaggio in moto è stato meglio di quello che credevo.
All'inizio ero un po' imbarazzata a rimanere così vicina ad Andreas e a tenermi stretta a lui però poi non ci ho più pensato e mi sono lasciata andare.
Ora sono seduta su un tavolo e aspetto che i ragazzi salgano su quel palco per esibirsi, non vedo l'ora di vederli. Mio cugino mi ha detto che se la cavano abbastanza bene e lui balla meravigliosamente; quando eravamo piccoli mi ricordo che facevamo delle esibizioni per i nostri genitori e i nostri parenti in cui cantavamo e ballavamo.
Eccoli, stanno salendo.
WOW, sono proprio bravi e come balla bene Andreas.
Sanno come prendersi il palco e come muoversi, non ti annoi a guardarli; poi Sergio è fantastico, ha una voce profonda e travolgente.
Quanto mi piacerebbe essere al loro posto, saper coinvolgere il pubblico, emozionare con la mia voce e regalare delle emozioni a chi mi ascolta. Chissà se riuscirò mai a salire in un palco, davanti a milioni di persone, e fare ciò che più mi piace al mondo, cioè cantare.
Mi sono inscritta in questo college proprio per migliorare e perfezionarmi, qui non ti insegnano solamente a cantare ma ti insegnano anche come esprimersi al meglio attraverso il canto, come tenere il palco e come muoversi. Ti insegnano ad essere degli artisti completi ma non solo nel canto, ci saranno anche delle lezioni di ballo e di musical, ovviamente molto più semplici di quelle che frequentano i ballerini.
«Allora? Ti sono piaciute le nostre esibizioni?» mi chiede mio cugino interrompendo i miei pensieri.
«Sì, molto, siete bravissimi» rispondo io.
«Sto morendo di sete» esclama Andreas sedendosi esausto di fronte a me.
«Vado ad ordinare qualcosa da bere allora. Sei birre?» chiede Ale ottenendo il consenso dei ragazzi.
«No, per me qualcosa di analcolico» dico io timidamente.
«Ma dai, bevi una birra con noi, sei maggiorenne ormai eh» mi dice mio cugino ridendo.
«Preferisco di no» rispondo io.
«Ma se l'ultima volta che ci siamo visti l'hai bevuta e ti è pure piaciuta» ribadisce lui.
«Patrizio, non ho voglia, preferisco bere un succo» replico io visibilmente scocciata.
«Pera, pesca o arancia?» mi chiede Ale ponendo fine alla nostra discussione.
«Arancia grazie» rispondo io.
«Non volevo farti arrabbiare piccolina» mi dice mio cugino con aria affranta.
«Lo so ma non mi piace quando insisti così...e non mi chiamare piccolina, sono grande ormai, l'hai detto anche tu» rispondo io con un tono arrabbiato.
«Scusa, era una soprannome affettuoso, ti ho sempre chiamato così e non ti sei mai offesa» mi dice lui.
«Le persone cambiano» rispondo io.
«Sì ma non in poche ore, anche prima ti ho chiamata piccolina ma non ti sei offesa. Che ti prende questa sera?» mi chiede lui.
Mi guardo attorno, tutti i ragazzi mi stanno fissando in silenzio e Patrizio attende una mia risposta.
Faccio un sospiro profondo e poi sbuffo sonoramente.
«Scusami, non volevo trattarti male. Sono solo un po' nervosa, tutto qui» rispondo io scusandomi con Patrizio.
«L'ho notato ma vorrei anche capire il perché» mi dice lui.
«Non c'è un perché, non ti preoccupare, va tutto bene» rispondo io sperando che non facesse altre domande.
«Chiara, ti conosco da quando sei nata e non sei mai stata una persona lunatica, e tanto meno
nervosa, sei sempre stata la ragazza più tranquilla che esista. Che ti succede?» afferma lui.
«Niente, sono solo un po' stanca, il viaggio mi ha distrutto» rispondo io simulando uno sbadiglio.
«Vuoi tornare a casa?» mi chiede lui.
«No, voglio solo che cambiamo argomento, lo sai che non mi piace essere al centro dell'attenzione» rispondo io.
«Ok, come vuoi. Andreas ci sei?» afferma lui sposando la sua attenzione su Andreas che sembrava assorto nei suoi pensieri mentre mi continuava a fissare.
«Sì sì, ci sono. In realtà anch'io sono un po' stanco questa sera. Chiara, ti va se torniamo a casa? Tanto abbiamo finito di cantare» mi chiede lui.
«Vi dispiace se ce ne andiamo?» chiedo io agli altri.
«No, non c'è problema» dice Alessio.
«Tranquilli, andate pure» afferma Sergio ottenendo anche il consenso di Ale.
«Noi rimaniamo qui ancora un po' e poi torniamo a casa» dice mio cugino sorridendomi.
«Perfetto, allora noi andiamo, ciao ciao» dice Andreas facendomi segno di seguirlo.
«Ciao ragazzi, a domani» li saluto io.
Torniamo a casa in moto ed io vado dritta in camera per prepararmi e poi andare a dormire, dopotutto la scusa della stanchezza non era solo una scusa, ero davvero stanca.
Sto per infilarmi sotto le coperte quando sento bussare alla porta, vado ad aprire e Andreas entra sorpassandomi e lasciandomi immobile sulla porta.
«Dobbiamo parlare» mi dice lui serio.ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti :)
In questo capitolo abbiamo visto una Chiara un po' lunatica e misteriosa ed un Andreas pensieroso, che starà tramando? Cosa vorrà dire a Chiara di così urgente da non poter aspettare?
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio <3
Ary
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Una nuova vita ~ Chiara Grispo e Andreas Müller
FanfictionANDREAS POV Mi chiamo Andreas Müller, sono nato in Germania ma sono cresciuto in Italia, in provincia di Ancona, ed ho 20 anni. Da circa un anno vivo in Canada, sì proprio così, da un giorno all'altro ho deciso di dare una svolta alla mia vita ed in...