Capitolo 10

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CHIARA POV
Sono appena tornata da scuola, anzi dal mio primo giorno di college.
La mattinata è andata fin troppo bene; ho conosciuto i miei compagni e devo dire che sono tutti molto simpatici, ho anche già fatto amicizia con due ragazze, Elodie e Arianna; Elodie è in classe con me, mentre Arianna frequenta il corso di ballo.
I professori sono bravi anche se molto esigenti e fare lezione in un college è molto strano per me che sono abituata a cantare nella mia stanzetta, fortunatamente è anche molto bello però.
Quanto mi piacerebbe poter fare tutti e cinque gli anni in questo college, ma non posso e ne sono consapevole.
*Il pomeriggio...*
Sono in salotto che guardo la TV, quando sento una musica provenire dal garage; sicuramente saranno i ragazzi che stanno provando.
Ora vado lì, voglio vedere le loro prove.
«Chiaretta, sei venuta a vederci?» mi chiede Ale.
«Sì, ho sentito la musica e mi è venuta voglia di venire, mi siete piaciuti davvero molto sabato» rispondo io.
«Te l'avevo detto che non ce la caviamo male» mi dice Patrizio ridendo.
«Fatemi vedere qualcosa dai» affermo io invitandoli a cantare e ballare.
«Che ne dite se facciamo 'All of me' ?» propone Andreas  agli amici.
«Perfetto. Ti piacerà Chiara» mi assicura Sergio.
La musica parte, Sergio inizia a cantare e gli altri ragazzi a ballare.
Sono fantastici e riescono a trasmettere delle emozioni stupende attraverso questa canzone.
«Allora? Ti è piaciuta?» mi chiede Alessio.
«Moltissimo» rispondo io.
«Perché non ci canti qualcosa tu adesso?» mi chiede Ale.
«No no, non saprei cosa cantarvi» dico io.
«Dai Chiaretta, vogliamo ascoltare la tua voce» mi esorta Patrizio.
«Se tu ci canti qualcosa, poi io, Patrizio, Ale ed Alessio cantiamo mentre Sergio balla» mi propone Andreas .
«Ti avviso che non sarà uno bello spettacolo però, siamo negati per il canto» aggiunge Ale ridendo.
«Ed io sono negato per il ballo» afferma Sergio.
«Dai cuginetta, deliziaci con la tua voce» mi dice Patrizio porgendomi il microfono.
Non ho scampo, se non canto continueranno ad insistere e sembrerà che abbia paura.
Ma sì, canto una canzone, come viene viene.
«Ok, avete vinto. Canto 'Blind', una canzone che ho scritto per mio fratello» dico arrendendomi.
Faccio un respiro profondo, mi siedo al piano ed inizio a suonare. Appena le mie dita toccano dolcemente i tasti del pianoforte, la mia voce esce da sola, senza nemmeno che io me ne accorga.
Sto cantando una delle canzoni più importanti per me, una canzone che ho scritto per mio fratello, quando non riuscivo a dirgli ciò che pensavo e anche se provavo a farlo, lui non mi ascoltava.
L'amore l'aveva reso cieco e non se ne rendeva conto, stava con una ragazza che non lo meritava eppure lui la considerava il grande amore della sua vita.
Attraverso questa canzone sono riuscita a fargli aprire gli occhi ma soprattutto a fargli capire quanto tengo a lui.
Non so perché, ma attraverso il canto riesco ad esprimere ciò che con le parole non riesco a dire.
I ragazzi mi guardano con gli occhi lucidi, forse gli sto trasmettendo qualcosa, qualche sentimento, forse anche loro in questo momento provano le emozioni che sto provando io.
Per un artista è fondamentale emozionare chi ti guarda o chi ti ascolta e sento che in questo momento io ci sto riuscendo.
«Bravissima piccolina» si complimenta Patrizio abbracciandomi e sollevandomi un po' da terra.
«Hai una voce stupenda» mi dice Ale.
«Mi hai fatto emozionare, sei stata davvero brava» afferma Sergio.
«Grazie ma siete esagerati» rispondo io con le guance che velocemente si stanno colorando di rosso.
«Non siamo esagerati, è la verità» dice Alessio.
«Io sono senza parole, sei stata meravigliosa» mi dice Andreas sorridendomi.
«Grazie» rispondo io timidamente.
«Vedi che non avevi motivi per preoccuparti?» mi chiede Patrizio passandomi una mano sulla schiena.
«Sì, ora però tocca a voi cantare e a Sergio ballare» dico io con un sorrisetto sulle labbra.
«In questo momento ti odio profondamente Andreas » dice Ale.
«Che sarà mai, per cantare una canzone» risponde lui accendendo la musica.
I dettagli sulla loro esibizione ve li risparmio, vi dico solo che sto ridendo come una matta e se pubblicassi un video di questo momento su YouTube sarebbe al primo posto sulla classifica dei video più buffi e divertenti del mondo.
*Due settimane dopo*
Ormai è da due settimane che sono qui a Vancouver e devo dire che mi sono ambientata in fretta.
Al college va tutto bene anche se so che la fine di quest'esperienza ormai è vicina.
Con i ragazzi ormai siamo diventati amici stretti, soprattutto con Andreas , passiamo molto tempo insieme e ci divertiamo un sacco.
Anche con Elodie e Arianna siamo diventate molto amiche, quasi migliori amiche direi, ovviamente Aurora rimane al primo posto; lei mi manca ogni giorno di più ma la chiamo sempre e le racconto tutto.
Adesso sono in camera che mi rilasso un po' ascoltando musica, per domani non ho nulla da studiare e le canzoni le ho già imparate.
I miei pensieri vengono interrotti dal rumore di tre battiti alla porta.
«Avanti» dico io sapendo già chi è, dato che siamo soli a casa.
«Posso disturbarti cinque minuti?» mi chiede Andreas  con le mani giunte in segno di supplica.
«Certo, dimmi» rispondo io. Andreas  si avvicina e si siede accanto a me sul letto.
«Allora, sai che ti ho detto che per domani, per la Smith, devo inventare una coreografia su un tema difficile e devo riuscire ad interpretarla al meglio facendola emozionare?» mi chiede lui.
«Sì, l'hai inventata?» gli domando io.
«Sì, però volevo un tuo parere, voglio essere sicuro di trasmettere le emozioni giuste attraverso i passi che ho creato» afferma lui dubbioso.
«Dai fammi vedere, se riesci a farmi venire i brividi e ad emozionarmi vuol dire che la coreografia è perfetta. Prima però dimmi qual'è il tema»
«Il tema lo dovrai capire tu, se la interpreto nel modo giusto dovresti capirlo facilmente. L'unica cosa che ti posso dire è che la prof mi ha assegnato una canzone degli One Direction che si chiama 'Stockholm Syndrome'»
Andreas fa partire la base ed inizia a ballare ma già dalla prima frase sento un forte dolore al cuore.
Questa canzone sembra che racconti la mia storia; riflette perfettamente ciò che ho provato, i miei sentimenti, i dubbi e la paura.
'Who's that shadow holding me hostage? I've been here for days. Who's this whisper telling me that I'm never gonna get away? I know they'll be coming to find me soon, but I fear I'm getting used to being held by you'
Mi sentivo impotente, sentivo di non avere via di scampo, potevo solo subire tutto ciò e sperare che finisse presto, che qualcuno mi venisse a cercare e mi portasse via da lì.
'Oh, baby, look what you've done to me. Oh, baby, look what you've done now. Oh, baby, I'll never leave if you keep holding me this way, oh o-oh. Oh, baby, look what you've done to me. Oh, baby, you've got me tied down. Oh, baby, I'll never leave if you keep holding me this way, oh o-oh'
Mille volte mi sono chiesta perché mi avesse voluto far soffrire così. Cosa gli ho fatto io di male? Dopotutto lo amavo e credevo che anche lui amasse me, ma evidentemente non è così, sennò non mi avrebbe fatto ciò che ha fatto.
'Who's this man that's holding your hand and talking 'bout your eyes? Used to sing about being free but now he's changed his mind. I know they'll be coming to find me soon but my Stockholm syndrome is in your room. Yeah, I fell for you!'
Mi sono chiesta chi fosse quel ragazzo davanti a me, non lo riconoscevo, non era lo stesso che mi aveva fatto innamorare due mesi prima. Mi aveva promesso amore e felicità e invece mi ha saputo dare solamente tristezza e paura.
'Oh, baby, look what you've done to me. Oh, baby, look what you've done now. Oh, baby, I'll never leave if you keep holding me this way, oh o-oh. Oh, baby, look what you've done to me. Oh, baby, you've got me tied down. Oh, baby, I'll never leave if you keep holding me this way, oh o-oh'
Nonostante tutto continuavo ad amarlo, o forse continuavo ad amare il ragazzo che mi aveva fatto innamorare, quello che non c'era più, che se ne era andato per lasciare il posto ad un mostro.
'All my life I've been on my own. I use a light to guide me home, but now together we're alone and there's no other place I'd ever wanna go. Baby, look what you've done (look what you've done to me)'
Insieme a lui mi sentivo sola, mi sentivo in pericolo e sapevo benissimo di esserlo.
Volevo andare via da lì, ma allo stesso tempo volevo essere esattamente in quel posto con lui, ma qualche settimana prima, quando invece di minacce mi diceva parole dolci e al posto di farmi soffrire mi faceva sognare con un bacio.
'Oh, baby, look what you've done to me. Oh, baby, look what you've done now. Oh, baby, I'll never leave if you keep holding me this way, oh o-oh. Oh, baby, look what you've done to me. Oh, baby, you've got me tied down. Oh, baby, I'll never leave if you keep holding me this way, oh o-oh'
Perché è cambiato tutto così in fretta? Perché quel ragazzo che quattro mesi fa mi ha conquistato con la sua dolcezza, due mesi dopo mi ha fatto vivere il peggior incubo della mia vita?
Purtroppo ci sono delle domande a cui non possiamo rispondere, ci sono cose che succedono e basta, forse perché qualcuno lì in alto ha deciso di metterci alla prova o forse perché è semplicemente destino.

ANDREAS POV
Mentre ballo le si riempiono gli occhi di lacrime, il sorriso che aveva sulle labbra fino a pochi secondi fa è scomparso all'improvviso lasciando il posto ad un'espressione affranta, poi corre via all'improvviso uscendo dalla camera.
Che le sarà preso? Perché ha reagito così?
Corro da lei e la trovo seduta in giardino con la schiena appoggiata ad un albero, ha il viso rigato dalle lacrime e gli occhi rossi e tristi.
Mi avvicino a lei, mi siedo affianco e le lascio una dolce carezza tra i capelli; lei mi guarda per alcuni secondi, poi torna a fissare di nuovo l'erba.
«Che è successo Chiara? Perché sei scappata via? Perché stai piangendo?» le chiedo io.
«Non me lo chiedere per favore, non ne voglio parlare» risponde lei.
«Ha a che vedere con il tuo segreto vero?» le domando io.
«Sì» si limita a rispondere lei senza alzare lo sguardo da terra.
«Chiara ora basta però. Non puoi continuare a tenerti tutto dentro. Non ti rendi conto che l'unica cosa che ottieni in questo modo è di soffrire ancora di più? Parlane con qualcuno ti prego, parlane con tuo cugino, parlane con le tue amiche o parlane con me, ma lasciati aiutare da qualcuno» le dico io.
«C'è già qualcuno che mi aiuta, la mia migliore amica lo sa e mi aiuta» mi dice lei.
«Ok, io non lo metto in dubbio questo, ma Aurora è in Italia e tu sei qui in Canada, lei ti può aiutare fino ad un certo punto ma non vede tutte le volte che diventi triste all'improvviso, non sa come ti senti perché è lontana e scommetto che tu non le dici quando stai male per non farla preoccupare, o mi sbaglio?» affermo io.
«No» risponde lei cercando inutilmente di trattenere le lacrime.
«Chiara, confidati con qualcuno che ti è vicino, con qualcuno di cui ti fidi, ma sfogati o ti farai del male» le consiglio io.
Chiara rimane in silenzio per alcuni minuti, continuando a guardare l'erba trattenendo le lacrime, poi fa un respiro profondo e mi guarda negli occhi.
«Tutto è iniziato quattro mesi fa, quando ho conosciuto Luca, il mio ex» inizia a raccontarmi lei prima di fare una pausa per asciugarsi le lacrime con la manica della maglia.
Non posso credere che si stia confidando con me, insomma, poteva benissimo raccontarlo alle sue amiche o a Patrizio, e invece ha scelto me.
Questo vuol dire che si fida e che sa di poter contare su di me, io la aiuterò, voglio farlo e ci riuscirò perché le voglio bene e odio vederla soffrire.

ANGOLO AUTRICE
Ciao :)
Lo so che mi odierete per aver finito il capitolo proprio nel momento più importante ma spero di riuscire a farmi perdonare con il prossimo.
Finalmente manca poco per scoprire cosa nasconde Chiara, ma vi consiglio di non dare nulla per scontato.
Vi è piaciuto questo capitolo? Avete idea di quale possa essere il segreto di Chiara e del perché abbia reagito così?
Qualcuna di voi ha già indovinato ;)
Un bacio <3
Ary

Una nuova vita ~ Chiara Grispo e Andreas Müller Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora