CHIARA POV
Sono fuori in giardino mentre ascolto un po' di musica.
Nella casa affianco ci sono tre bambini che giocano in giardino e mi diverto a guardarli e a pensare che tra un paio di anni ci potrebbe essere anche il mio bambino o la mia bambina a giocare lì con loro.
Si divertono a rincorrersi, a giocare a nascondino e a sfidarsi a chi riesce a lanciare la palla più in alto, con quella spensieratezza che solo i bambini sanno avere.
La loro mamma è lì ad osservarli con uno sguardo dolce, pronta ad intervenire in caso di pericolo.
All'improvviso la palla sfugge al controllo dei bambini e precipita proprio davanti a me.
Mi alzo per raccoglierla e la porgo alla bimba più piccola, di appena 3 anni, che mi guarda dolcemente affacciata alla rete, accanto ai due fratelli maggiori.
«Bambini ringraziate» esclama subito la mamma avvicinandosi.
«Grazie» affermano i bambini all'unisono.
I due maschietti tornano a giocare mentre la femminuccia rimane lì a fissarmi.
«Come ti chiami?» mi chiede la bimba facendomi un sorriso enorme.
«Io mi chiamo Chiara, e tu?» rispondo io ricambiando il sorriso.
«Sophia» risponde lei.
«Hai un bellissimo nome» le dico io.
«Io sono Victoria, piacere di conoscerti» mi dice la mamma tendendomi la mano.
«Il piacere è mio» rispondo io stringendole la mano.
«Ci siamo trasferiti qui la settimana scorsa e non avevamo ancora avuto l'occasione di presentarci» mi dice lei.
«Non si preoccupi, immagino sarete ancora un po' disorientati. Anch'io non è da molto che vivo qui, sono arrivata tre mesi fa dall'Italia» affermo io.
«E come mai sei venuta qui a Vancouver?» mi chiede lei.
«Per frequentare un college d'arte, il canto è la mia passione e studiare in questa scuola è sempre stato il mio sogno» rispondo io.
«Sai anche a me piace cantare e prima che nascessero i miei figli cantavo spesso in alcuni locali. Poi con la nascita dei bambini ho dovuto smettere per dedicarmi a loro ma non me ne pento, loro sono la mia gioia ed hanno reso la mia vita più bella» mi dice lei con gli occhi lucidi e pieni di gioia.
«Per i propri figli si farebbe qualunque cosa» rispondo io.
«È proprio vero. Io sono scappata di casa quando avevo 19 anni pur di proteggere mio figlio» mi dice lei.
«Proteggerlo da cosa?» chiedo io.
«Dai miei genitori. I miei non accettarono la mia gravidanza in quanto dovetti lasciare la scuola proprio all'ultimo anno.
Quando nacque Liam, lo guardavano quasi con disprezzo, ricordandomi in continuazione che a causa sua non avevo potuto diplomarmi e che per questo motivo li avevo delusi. Non volevo che mio figlio nascesse in un ambiente così ostile e che gli venissero date in continuazione colpe che non aveva, così ho deciso di andarmene e con l'aiuto della famiglia di mio marito abbiamo trovato una casa tutta nostra a buon prezzo» mi spiega lei.
«Che storia triste. Anche i miei sono contro la gravidanza prima dei 25 anni, e infatti non so come dirgli che aspetto un bambino» le confesso io.
«Sei incinta?» mi chiede lei.
«Si, sono al quarto mese ma non gliel'ho ancora detto. Vivendo lontana non hanno modo di accorgersene però prima o poi dovrò dirglielo» rispondo io.
«Se ti vogliono veramente bene lo accetteranno ed impareranno ad amare anche il bambino, in caso contrario avrai un ottimo esempio di come non dovrai comportarti con i tuoi figli» mi dice lei.
«Mamma, mamma, andiamo a prendere un gelato?» gridano i bambini correndo verso la mamma.
«Va bene, adesso andiamo. Chiara è stato un piacere conoscerti» mi dice sorridendomi.
«Anche per me è stato un piacere» affermo ricambiando il sorriso.
«Se hai bisogno di qualche consiglio non esitare a chiedere, so bene quanti dubbi possono sorgere in queste situazioni» mi dice lei.
«Va bene, lo farò. Grazie» affermo io.
«È un piacere. Ci vediamo Chiara, noi andiamo a prendere un gelato» mi dice lei.
«A presto, ciao bambini» rispondo io.
Li guardo allontanarsi e penso a quanto mi piacerebbe essere una mamma brava quanto lei.
Mi accarezzo la pancia entusiasta più che mai di aver scelto di tenere il mio bimbo, con la voglia di vederlo e tenerlo tra le mie braccia e la speranza di renderlo orgoglioso della sua mamma.
«Sarai una mamma bravissima» mi dice Andreas sbucando alle mie spalle e dandomi un bacio sulle labbra.
«Come facevi a sapere che pensavo proprio a questo?» gli chiedo io.
«Ormai ti conosco piccoletta, ho imparato a leggerti nel pensiero» mi risponde lui.
«Chissà se pesciolino sarà contento di avermi come mamma» dico io pensierosa.
«Ma certo che lo sarà, non avere dubbi» mi dice lui.
«Ma io non so fare la mamma, non ho idea di come comportarmi» affermo io.
«Nessuno nasce genitore Chiara, si impara col tempo. Sarà proprio pesciolino ad insegnarti ad esserlo» mi dice lui.
«Come fai ad essere così tranquillo? Non hai paura di commettere qualche errore?» gli domando.
«Si che ho paura, però so anche che tutti possiamo sbagliare. Anche a me spesso vengono mille dubbi, ad esempio se riuscirò ad essere un bravo papà, se sarà contento di avermi come papà e se mi considererà come tale. Però è inutile pensarci troppo adesso, noi daremo il meglio di noi stessi per renderlo felice e non fargli mancare mai nulla, ed è questo l'importante» mi dice lui.
«Hai ragione. Riesci sempre a tranquillizzarmi, è incredibile»affermo io ridendo.
«Fa parte dei tanti doni che ho» risponde lui facendomi l'occhiolino.
«La prossima settimana ho la visita per fare l'ecografia, verrai?» chiedo io.
«E lo chiedi pure? Certo che verrò. Potrebbe essere la volta buona che scopriamo se pesciolino è un maschietto o una femminuccia» mi dice lui.
«Poi potremo finalmente pensare ad un nome» affermo io.
«Certo, e potremo iniziare a comprare qualche regalino per pesciolino. Anzi ho un'idea, che ne dici se dopo la visita andiamo a fare un giro in centro? C'è un negozio per bambini dove ci sono tante cose carine» mi propone lui.
«Davvero mi ci porti? Non vedo l'ora» affermo io entusiasta.
«Certo, prima o poi dovremo pur comprare qualche tutina, qualche giochino, un biberon, un passeggino, una culla. Poi ci servirà il box, il girello, il triciclo...» dice lui in preda all'entusiasmo.
«Una casa nuova probabilmente, perché tutte quelle cose che hai elencato di sicuro non ci staranno qui dentro» affermo io ridendo.
«Troveremo il modo per farcele stare» risponde lui.
«L'importante è che il bambino cresca con tanto amore, circondato da affetto e da serenità» dico io.
«Certo amore mio, sarà il bambino più felice del mondo, te lo prometto» mi dice lui.
Gli sorrido e poi mi accoccolo dolcemente tra le sue braccia. Il suo profumo, la sua stretta forte e sicura ed il suo sorriso mi trasmettono tanta tranquillità e fiducia. So che con lui tutto andrà per il meglio e saremo una famiglia felice e serena.ANGOLO AUTRICE
Ciaooo :)
Scusate per il ritardo ma ho avuto un imprevisto.
Siamo già arrivati al trentesimo capitolo.
Chiara ha potuto parlare e confrontarsi con una mamma che ha avuto il primo figlio quando era giovane come lei.
Andreas, come sempre, non ha perso tempo per rassicurarla e tranquillizzarla e sembra essere anche lui molto entusiasta per l'arrivo di pesciolino.
Secondo voi sarà una femminuccia o un maschietto? Voglio sentire i vostri pareri ;)
A presto
Ary
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Una nuova vita ~ Chiara Grispo e Andreas Müller
FanfictionANDREAS POV Mi chiamo Andreas Müller, sono nato in Germania ma sono cresciuto in Italia, in provincia di Ancona, ed ho 20 anni. Da circa un anno vivo in Canada, sì proprio così, da un giorno all'altro ho deciso di dare una svolta alla mia vita ed in...