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Audrey

     «Asp. . . aspetta!»

«Perché?» Sussurra Dean sfiorandomi la pelle del collo con le labbra e la punta della lingua.

«Dai aspetta!» Lo supplico con la pelle invasa dai brividi.

«Ri-Ri!» Ora le sue labbra sfiorano supplichevoli le mie.

Ah! Quando sussurra il mio nome con quella vocina languida e dolce da fanciullo io non so davvero resistere!

Una scarica elettrica mi cammina lungo tutta la colonna vertebrale, fermandosi sotto le sue dita che mi accarezzano delicate la schiena nuda sotto la maglietta, così getto sulla scrivania la mia matita e per un attimo mi dimentico dell'aritmetica, delle ripetizioni, del compito imminente e del 6 che devo assolutamente prendere, gettandomi fra le sue braccia a cavalcioni sopra di lui.

Mio padre, dopo il "misterioso" licenziamento di Nicolas, ha chiesto a Dean di darmi una mano con lo studio. Cosa che da un lato è piacevole e dall'altro una vera tortura, perché Dean è peggio di me in fatto di concentrazione!

Sono cinque giorni che viene ogni pomeriggio verso le 5, ma tutto quello che combiniamo alla fine della faccenda è baciarci per tutto il tempo. Lui non smette un secondo di accarezzarmi il viso, giocherellare con i miei capelli, baciarmi il collo, sussurrarmi nell'orecchio frasi decisamente sconce e piccanti, farmi il solletico. . . sembra che voglia recuperare tutto il tempo perso a fingere che fra di noi non ci fosse nulla, e una povera ragazza come fa a concentrarsi nello studio così?

«Aspetta. . .» Cerco di tornare sulla mia sedia, ma lui mi trattiene ferreo sulle sue gambe, senza smettere di baciarmi.

Ah! Che labbra morbide!

Cedo per altri cinque minuti, ma come percepisco il brontolio che gli si forma in gola e qualcosa di decisamente ingombrante puntarmi contro il cavallo dei jeans, decido che è meglio fermarci qui.

«Dean dico sul serio!» Mi scosto all'indietro.

«Dai Ri-Ri abbi un po' di compassione per me! È dalla sera della festa che non lo facciamo! Normalmente ho un grande autocontrollo, ma con te. . . non riesco a frenarmi! È come se accendessi un interruttore ogni volta che mi guardi! O che io ti guardo. . .» Supplica afferrandomi dietro la nuca per attirarmi a lui per cercare di baciarmi, ma io riesco a evitarlo e a tornare al mio posto.

Lui mette il broncio sbuffando e incrociando le braccia sopra la scrivania appoggiandoci sopra il mento.

«Cucciolo io qui devo studiare! E se tu continui a. . . a fare. . . io non riesco a concentrarmi e ho bisogno di prendere almeno un sei, o chi lo sente mio padre?» Lo guardo con occhi supplichevoli.

«Okay.» Sospira sconfitto, e così riprendiamo la mia lezione.

Comunque è vero che da quella prima e unica volta io e lui non lo abbiamo più fatto. Tra una cosa e l'altra non ci siamo più riusciti! L'unico vero tentativo è stato bruscamente interrotto da mia sorella, e sono passati dieci giorni.

La verità è che io sono tremendamente nervosa. È già successo, è vero, ma è stato tutto così. . . istintivo! Non ho avuto modo di pensare molto a cosa stava accadendo, o cosa io stavo facendo e quindi ora sono molto agitata. Non so da che parte iniziare!

Quindi continuo a tergiversare e a rinviare la cosa con svariate scuse, ma so di non poter continuare in questo modo ancora per molto, o lui si insospettirà! E magari mi potrebbe fraintendere.

Così, fra un'equazione e l'altra, decido di organizzare qualcosa di carino per questo sabato. Devo solo prenotare dall'estetista, dal parrucchiere, e magari mi compero anche un favoloso completino intimo nuovo! Chissà che ciò non funzioni per esorcizzare le mie sciocche paure.

Quello Che Cercavo - quando l'amore vince sulla logicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora