Prologo

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Sono le 7:00 di mattina. Mi alzo dal letto e cammino verso il bagno.
"Jess svegliati!" Urla mio padre dal piano di sotto.
"Ero già sveglia prima di te." Idiota.
Vado davanti alla mia specchiera, mi guardo bene e mi vergogno di me stessa. Non mi sono mai piaciuta per via del mio fisico. Mi ritengo molto robusta nonostante per le altre persone io sia molto in forma. Sono alta 1,64, i miei capelli sono color biondo cenere e i miei occhi azzurri, scusate mi correggo; il mio occhio sinistro é azzurro mentre il destro e giallastro sul marrone. Non so di che patologi io possa soffrire.
Prendo il mio intimo e per oggi, primo giorno di scuola, opto per un paio di jeans stretti e strappati con sopra una canotta nera e un giacchettino corto in pelle nera. Accendo la piastra e ci impiego 5/10 minuti per piastrare i miei lunghi capelli. Siccome oggi è il primo giorno di scuola mi trucco con l'eye-liner nero, Mascara e un accenno di rossetto rosso scuro.
Le 7:53 potrei riuscirci ad arrivare in tempo a scuola se prendo la moto, esattamente, ho una ktm. Forse la cosa migliore che Io abbia.

"Io vado ciao." Dico a mio padre con aria acida.

"Con cosa hai intenzione di andare a scuola?"
Domanda in tono di sfida.
"Con la mia moto (?)" Dissi quasi come se fosse ovvio.

"Ti ricordo che le chiavi le ho prese io, sei in punizione, ieri sera sei tornata tardi."
Risponde.

Così decido di andare a scuola correndo. Vivo in una casa quasi nel centro di Los Angeles, il mio liceo non dista molto da casa e nonostante la mia scarsa abilità nel correre arrivo a scuola alle 8:06. Brava Jess.
Busso per entrare nella mia aula.

"Avanti" sento dire da una voce femminile.
Entro ed è la mia odiosa prof di matematica.

"Anche il primo giorno di scuola in ritardo signorina Smith? "

Non la guardo nemmeno e vado a sedermi nel primo posto libero che trovo vicino alla finestra, mi siedo vicino ad Amanda, una delle mie migliori amiche. Amanda è bionda con gli occhi azzurri. Molto studiosa e pignola.
"Ehi.. Mio papà mi ha ritirato le chiavi della moto, per questo sono arrivata in ritardo."

"Immaginavo." Non dice altro e presta subito attenzione alla lezione di matematica o quella cosa che è impossibile da capire, cosa che io non faccio e mi concentro solo nel guardare fuori dalla finestra. Le 5 ore a scuola passano molto veloci e naturalmente ho solo ascoltato la lezione di storia, in effetti suona strano che mi piaccia la storia ma è così.  Trovo che sia il miglior modo per conoscere la cultura umana.

Suona la Campanella dell'ultima ora è tutti si avviano verso l'uscita per tornare nella propria 'dimora'. Sono l'ultima a uscire dopo Giulia quando qualcuno sento qualcuno rivolgermi parola bloccandomi di colpo.

"Più bella del solito oggi." Mi giro e mentre sto mettendo i miei libri dello zaino vedo Lukas che sta dicendo qualcosa ma sono troppo addormentata per capire. Lukas è un mio compagno di classe.

Non lo sopporto perché è solo un puttaniere, si fa tutte le ragazze della scuola a partire dalle troie e a finire dalle più sfigate. È arrogante e lunatico. Non riesco a sopportarlo, é una di quelle persone a cui non daresti nemmeno un pezzo di pane.

Sembra un ragazzo sportivo, anzi lo è. È Alto e dalla maglietta bianca si possono intravedere i suoi spettacolari addominali. Ha i capelli di un marrone chiaro e alla fine sono biondi, gli occhi sono nocciola e un po' verdi, sono così profondi che mi ci potrei perdere.
Ho sempre avuto un debole per il suo aspetto ma per il suo carattere l'ho sempre odiato.

"Come scusa?" Riesco a rispondere mentre da dietro Giulia mi fa delle facce strane.

"Anche quando sei distratta sei carina." dice con tono malizioso.

"Lukas chiariamo una cosa, puoi essere bello quanto vuoi ma io non sarò una delle tue troiette da una scopata e via. Perciò fai finta che non esista grazie." Dico arrogante.

D'un tratto mi prende i polsi e li poggia al di sopra del mio capo sul muro dietro di me. Una cascata di brividi mi percorre la schiena. Lukas avvicina al mio orecchio.

"Sei così bella quando fai la stronza, e grazie per non aver negato che sono bello." Le nostre facce si sfiorano sono ad un centimetro di distanza sento il suo respiro sempre più vicino.

"Ciao."  Riesco a balbettare bruscamente, un po' difficile da immaginarsi ma si.

Molla i miei polsi e se ne va salutando Giulia. Prendo il mio zaino e vado in contro alla mia migliore amica.

"O mio Dio Jess, ma l'hai visto!" Urla, quasi sembra pazza. Anzi è pazza.

"Stai calma non è successo niente, si è solo avvicinato un po' troppo. Tutto quí." Dico con tono molto calmo anche se dentro ho il cervello fuso.

Giulia è la mia migliore amica dalla prima media. È molto bassa e suoi capelli sono marroni e lunghi. I suoi occhi invece sono verdi smeraldo. Ha un carattere molto particolare. Giulia è determinata, si fa rispettare da tutti e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
Esco da scuola e mi metto in cammino per tornare a casa insieme a Giulia.

"Mangi da me?" Le chiedo.

"Dipende se c'è tuo padre..."

Giulia sa tutto su mio padre. Sa che mi tratta male e che a volte persino mi picchia. Mia madre è morta tanti anni fa per via di un incidente in macchina. Avevo 9 anni. Da lì mio padre ha iniziato a trattarmi di merda, a 9 anni mi sono dovuta arrangiare ed essere responsabile da sola. Quando ho compiuto l'età di 13 anni mio papà ha trovato un'altro lavoro di telecomunicazioni così lui ha iniziato a viaggiare e a stare per giorni in diversi paesi. Mia zia si prendeva cura di me fino a quando non sono diventata grande abbastanza. Un anno fa mio padre ha iniziato a lasciarmi da sola a casa per il suo lavoro e non ho mai avuto problemi, anzi stavo benissimo senza la sua presenza. Torna a casa una settimana al mese e in teoria stamattina sarebbe dovuto ripartire. Con il suo lavoro guadagna molto infatti non siamo messi male con i soldi.
"Si sono a casa da sola, mio papà torna domenica prossima, è partito stamattina." Dico felice.

"Okay allora mangio da te." Risponde semplicemente.

Arrivate a casa mia trovo un biglietto attaccato al frigo da parte di mio padre:

"Sono partito. Torno domenica prossima come già sapevi. Dentro la cassaforte ci sono i soldi necessari per questa settimana. Le chiavi della moto le ho messe nella tua stanza. Guida con prudenza mi raccomando."

Finisco di leggerlo e vado a preparare un piatto di pasta al sugo di pomodoro come piace a Giulia.

"Ah Jess!" Urla Giulia con ancora della pasta in bocca.

"Dimmi" dico ridendo.

"Venerdì sera c'è la festa di inizio scuola nella villa di Lukas, ti prego ci andiamo? Dai ti supplico, so che lo odi ma magari ci sono altri bei ragazzi!"

Sputo un po di acqua che avevo in bocca per quello che ha appena detto.

"Sei una genia. Oggi si va a fare compere! Andiamo insieme in moto, ti porto io. Prendiamo dei vestiti per venerdì. Sarà divertentissimo. Invitiamo anche Amanda oggi?"


"Ehm non penso che possa venire... dopo domani abbiamo la prova d'ingresso di mate, penso che oggi voglia studiare." annuisco dispiaciuta.

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora