capitolo 37

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Sono tornata a casa dal carcere da tre giorni. Lukas non mi ha più parlata e nemmeno Mason. Sono triste all'idea che ho perso entrambi. Solitamente quando qualcuno sta male non dovrebbe aiutarlo il più possibile? Dimenticavo che sono anche tre giorni che non vado a scuola. Di mio padre non ho ancora avuto notizie, ho capito che non mi sopporta però almeno accertarsi che io stia bene? Giulia comunque dovrebbe passarmi a prendere in motorino a momenti. Le ho detto che potevo anche prendere il bus per andare a scuola ma lei ha insistito che dovevo affrontare il "primo giorno dopo il brutto periodo" con lei. Che poi dopo tutto il periodo non è ancora finito e penso che non finirà mai... Sono molto preoccupata per come reagiranno le persone nel rivedermi. Sicuramente la notizia della puttana in prigione sta già girando per la scuola. Vorrei sotterarmi.
Prendo dall'armadio un paio di pantaloni neri della tuta con il cavallo leggermente basso e una maglione nero in cotone che lascia scollate le spalle.  Mi faccio un cipollotto in testa e mi trucco con solo mascara e un po' di correttore. Metto le mie vans nere e sono pronta.
Il mio cellulare fischietta in segno di messaggio.

Da: Giulia
"Scendi cara"

Non rispondo e prendo lo zaino correndo giù per le scale. Esco di casa e trovo Giulia con un sorriso stampato in faccia e un casco in mano. Aspetta, quello è il mio casco.

"Ma non avevano ritirato il casco con la moto!?" Chiedo sorpresa.

"Si, infatti se vai in garage c'è il resto" scoppia a ridere e mi lancia il casco. Lo prendo al volo e corro in garage.
È li, la mia stupenda moto. La mia ktm arancione e nera. É ancora pulita e lucida. Come ha fatto a pagare la cauzione?  Amo la mia migliore amica.

Prendo la moto e le chiavi sono già attaccate. Sta solo aspettando me. Infilo il casco e sfreccio dal garage superando Giulia facendole segno con la mano di seguirmi. Era da tantissimo tempo che non sentivo questa sensazione. L'aria che ti batte contro, la velocità e la grinta. Sono le sensazioni migliori del mondo. Dallo specchietto vedo Giulia dietro di me che cerca di raggiungermi col suo motorino. Un po' mi spiace per lei il fatto che abbia una così piccola moto. Provvederò.
Vado nel parcheggio delle bici e delle moto e la parcheggio al solito posto. Mi raggiunge Giulia e fa lo stesso.

"Grazie mille Giuli, non so come ringraziarti!" La abbraccio e la bacio ovunque.  È stata la cosa più bella che mi sia capitato nel mese di ottobre.

"Di niente cara, ora però andiamo in classe. Ricordati che per te farò tutto." Mi stampa un bacio in guancia e mi prende a braccetto.
In corridoio tutti gli sguardi sono puntati su di me. C'è gente che bisbiglio qualcosa indicandomi. Faccio così schifo?

Davanti a me noto Connor venire verso di quì. Si avvicina a me con sguardo cupo. Ha gli occhi iniettati di sangue e le pupille dilatate.

"Ciao Jessica! Tutto bene?"  Esclama barcollando. Giulia mi da una leggera gomitata per svegliarmi. Non so cosa pensa lei ma secondo me é drogato in questo momento.

"Si. Tutto bene Connor."

"Bene bene, il lavoro da puttana? Sempre attivo?" Dice malizioso.
Mi ha dato della puttana.
Quindi secondo tutti sono una puttana.

"Senti testa di cazzo, se mi chiami ancora puttana non ti ritrovi più i coglioni. A te la scelta." Ho lo sguardo assassino e Giulia sa che sono in grado di far male infatti mi sta stringendo la mano come per dire di calmarmi.

"Se vuoi ti faccio lo spelling. P U T T A N A. puttana. Capito?"

Ora lo uccido.

"Non la chiamare puttana, coglione"

Una voce roca e profonda si fa spazio dietro di me. Si avvicina e tira un pugno in faccia a Connor.  Era Lukas. Lukas ha fatto perdere i sensi a Connor. L'ha steso a terra ed è andato via dritto senza dirmi parola.

"Ma che problemi ha Lukas?" Chiede Giulia ancora sconvolta.
Abbasso lo sguardo e Connor é ancora steso a terra. Tutti sono in cerchio attorno a noi. Corro via da questa schifosa situazione tirando per un braccio Giulia. La sto strattonando e penso che tra poco si ritrovi senza braccio.

"Jess mi fai male!" Urla dispiaciuta.
Mi fermo di colpo e solo ora noto delle 5 dita ancora stampate sul suo polso.

"Scusami. Devo andare in bagno." Corro nel primo bagno che vedo i mi accuccio in un angolino dentro al primo bagno. Scoppio in lacrime e butto la faccia tra le ginocchia. Perché deve ignorarmi e trattarmi come una merda? Ah dimenticavo ora sono anche la puttana della scuola.

Sento delle voci maschili provenire dalla parte dei lavandini. Oh merda, sono nel bagno dei maschi.

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora