capitolo 29

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Ormai si è fatta sera, io e Lukas siamo rimasti abbracciati sul letto a dormire. Posso solo dire che di sicuro non sono più dell'idea del suicidio da quando c'è lui con me.
Non gli ho più detto parola dopo quel 'resta', sono stata sintetica e diretta. Non ho nemmeno migulato o annuito, il silenzio ora ha la meglio su di me e non ho intenzione di parlare.

Ora siamo sul divano a guardare la tv, spenta. Lui voleva accenderla ma non ha trovato il telecomando e io ovviamente sono stata zitta. 

"Jess... Prima quando ti ho abbracciata ti ho sentita più magra... da quanto non mangi?"  Chiede preoccupato.

Non mangio da 4 giorni, bevo acqua e basta. L'idea che non merito di vivere è sempre più forte. Se solo avessi potuto buttarmi io al posto suo, ora non mi sentirei una merda con l'istinto suicida.

"Cazzo Jess rispondi! È tutto il giorno che va avanti così, io parlo e tu te ne stai zitta. Come faccio a tirarti fuori da questa situazione se non collabori?" Dice a voce alta.

Come può credere che io sia abbastanza forte da poter parlare? Sono sull'orlo del pianto e non mi spreco a trattenere le lacrime.

"Sai cosa Lukas? È tutto un casino per me ok? Se tu non ci fossi, in questo momento molto probabilmente mi sarei già suicidata. Tu non puoi e non potrai mai capire. Io sono distrutta, dove c'era il mio cuore ora c'è un buco nero. E porca puttana se mi voglio tagliare perché me lo merito lo faccio, se non voglio parlare perché sono solo in grado di dire stronzate su stronzate allora lo faccio, se non voglio vedere nessuno allora lo faccio, se voglio staccarmi da tutto e tutti lo faccio. Quindi Lukas, ritieniti fortunato che ho aperto quella cazzo di finestra e che ora non sei in ospedale ad osservare il mio cadavere in coma. Ah e se lo vuoi sapere, non mangio da 4 giorni." Sbraito come una pazza pscicopatica.

Le lacrime stanno rigando il mio viso. Sono stufa di dover piangere in continuazione. Sono stufa di essere così vulnerabile. Sono stufa di non poter reagire.

Sono stufa della mia vita.

Mi alzo di scatto e vado velocemente in cucina. Prendo un coltello da carne bello affilato e inizio a fare un taglio lungo orizzontale sul dorso della mano sopra a tutti gli altri tagliando così la fascia.

Lukas mi strattona e prende il coltello lanciandolo via. Ho un taglio bello grosso sul dorso della mano, quello che merito.

"Ma sei impazzita per caso! Non farlo mai più Jess hai capito?"

Non rispondo e continuo a guardarlo negli occhi.

"Hai capito!?" Urla ancora più forte.

Abbasso lo sguardo e noto che mi sto sprecando i vestiti di sangue.
Lukas apre il cassetto dei coltelli, ne prende uno e poggia la lama sul dorso.

"Se lo fai di nuovo lo faccio anch'io, promettimi che non lo farai mai più."

Le lacrime scendono nuovamente per quello che ha detto. Non merito di essere amica di un ragazzo così.

Prende il coltello e inizia a fare un taglio bello netto sul dorso della mano.

"NO!" Urlo prendendo il coltello e buttandolo.

"Non puoi! Io sono quella che ha ucciso Amanda, non tu!"

E non ho torto affatto. Non può farsi questo per me. Io sono un mostro insensibile.

"Jessica, tu non hai ucciso nessuno. Hai pure cercato di salvarla. Non dirlo più. Tu non hai fatta proprio niente, e sai cosa? Si sta ripetendo la storia. Tu che ti vuoi ammazzare mentre ci sono io che cerco in tutti i modi di salvarti. Poi succederà che tu morirai solo e soltanto per colpa tua e io poi mi sentirò in colpa per non aver fatto abbastanza. Quindi ora che ruolo vuoi avere? Quello della ragazza che ragiona o quello della ragazza suicida?"

Mi ha chiamata per nome. Nemmeno nei documenti c'è scritto quel nome, solo per errore di mio padre all'iscrizione della scuola ha detto Jessica al posto di Jess.

Io sono Jess Smith, la ragazza dolce e solare. Non sono la ragazza che ha ucciso Amanda. Lei ha fatto la sua scelta stupida mentre io ho fatto di tutto per lei ma lei del mio tutto ha voluto il mio niente. Ci ho provato e ho fallito, ma dagli errori si impara.

"Oh mio dio Lukas. Non so cosa sto facendo. Sono una stupida codardia. Io... Io non lo farò mai più. Sono stata una persona indecente. Mi sono rinchiusa in me stessa senza alcun motivo. Io non sono colpevole. Sono Jess Smith e ho la mia vita da portare avanti."

Solo ora realizzo di essere stata una cretina. Non avrei mai dovuto farlo. Devo perdonare Mason e Giulia. Devo ringraziare me stessa e devo andare al funerale di Amanda.

Prima però voglio fare una pazzia.

"Sono fiero di te" si avvicina e mi stringe forte a se in un abbraccio infinito. Sono beata tra le sue braccia.

"Lukas, grazie di tutto." Sussurro al suo orecchio.

"Te l'ho sempre detto; per te tutto e anche di più. T... Ti voglio bene Jess"

"Anch'io te ne voglio."
Lui è stata la mia unica salvezza.

"Luk... voglio fare una pazzia. Voglio farmi un tatuaggio."



Ecco a voi il New capitolo ❤❤❤
Non è durata troppo la fase di depressione; più avanti vedrete cosa succederà legato a questo. 

Baci❤

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora