Capitolo 7

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In lontananza vedo la figura di Lukas. Sta vendendo verso di me.

Calmati, sembri una porcella in calore quando ti agiti.

E tu sembri rincoglionita.

Allora sei tu la rincoglionita. Tu sei me, io sono te.

Taci voce interiore.

Lukas é davanti a me con lo zaino penzolante su una spalla.

"La prof mi ha cacciato via dalla classe dicendo che sono un somaro e che non devo più farmi rivedere quindi siamo in due."

Sono sconvolta .

"..ah" dico

"Ti riaccompagno a casa? Ho la macchina..." Mi chiede

Oh mio dio sta facendo il gentile! Mi do un pizzicotto sul braccio per vedere se è un sogno.

"Ehm io.." balbetto

"Ok non importa" sembra dispiaciuto.

Beh io non mi faccio dare nessun passaggio dagli 'stranieri', solo che fuori fa freddo e io sono tutta bagnata... potrei prendermi un colera.

"Ok vengo, ma solo perché fuori fa freddo e quindi rischio di ammalarmi."

Annuisce e insieme andiamo verso la sua macchina. Ha una Range Rover nera. La mia macchina preferita.

Mi siedo accanto al posto del guidatore e gli do le indicazioni per arrivare a casa mia.

In macchina c'è un silenzio imbarazzante anche se penso che se ci dovessimo dire qualcosa lo sarebbe ancora di più, meglio stare zitti.

Per fortuna il tragitto non è molto lungo infatti sono già davanti a casa.

"Grazie del passaggio. Ci si vede" dico guardandomi le scarpe che stranamente sono interessanti.

"Niente, ciao"

Lo saluto con la mano e scendo dalla macchina. Quando sono davanti alla porta di casa tiro fuori le chiavi ma si apre da sola. Mio padre sta uscendo di casa.
Mi sta guardando con sguardo assassino.

"Cosa ci fai quì non dovresti essere a scuola!?" Domanda.

"Mi sono sentita male così sono tornata a casa"

"Ma come ti permetti! La scuola è un obbligo ci devi andare tutti i giorni! E poi perché sei conciata così! Mi deludi ogni giorno di più."
Dice urlando.

"Senti mi sono sentita male così sono tornata a casa. Se a scuola sto male torno a casa quando mi pare e piace!"
Questa discussione si sta facendo pesante.

"Io sono tuo padre quindi decido io cosa è meglio per te!"

"Se sei mio padre allora comportati da tale!" Urlo con tutta la voce che ho. Le lacrime minacciano di uscire ma me trattengo. Sono forte.

Lo continuo a fissare e l'unica cosa che riesce a fare è quella di tirarmi una sberla forte tale da farmi fischiare l'orecchio. Mi sento la guancia a mille gradi.

Ora non riesco ad essere forte. Riesco solo a scappare. Scappo via da davanti casa mia e corro dove le mie gambe vogliono. Sto correndo in cerca di un posto che possa calmarmi e come se non bastasse fa pure freddo.

Solo dopo pochi minuti mi accorgo di essere corsa via davanti a Lukas che era ancora in macchina che stava assistendo alla scena.

Le mie gambe mi hanno portato nel vecchio parco giochi in cui andavo con mia mamma quando ero piccola. Mi manca tanto... Non riesco ad accettare il fatto che se ne sia andata. Io sono forte. Posso resistere. Ancora un anno e mezzo e potrò andare ad abitare per conto mio.

Vado a sedermi sotto al tettuccio nel castello dove c'è lo scivolo. Per fortuna oggi è vuoto il parco...

"Jess! " sento qualcuno chiamarmi e giuro di riconoscere questa voce.

Mi volto e vedo che sta salendo dagli scalini per venire quì.

"Cosa vuoi Lukas, non credi che per oggi siano abbastanza gli scherzi e le liti? Lasciami stare" dico acida

"Io ecco...mi dispiace un sacco per tuo padre.."

"Senti Lukas non ho bisogno di persone che hanno pietà di me. Ormai ci sono abituata a mio padre. Lasciami in pace sono forte abbastanza da andare avanti da sola il tuo sostegno morale lo puoi anche mandare a Fan culo come la mia famiglia."

Ecco ora non resisto più. Le lacrime escono e sembrano infinite. Sembrano tutte quelle che ho tenuto durante gli anni. Non mi sono mai sfogata con nessuno, tanto meno con Giulia, a lei raccontò e basta. Non ho bisogno di sfogo, lo faccio da sola a modo mio.

"Non ho intenzione di lasciarti quì a piangere. Puoi dire di essere forte quanto vuoi ma in questo momento non lo sei affatto e hai bisogno di sfogo." Dice

"Lukas non ho bisogno di sfogarmi con nessuno e tanto meno con te quindi lasciami stare e fatti i cazzi tuoi!" Urlo

Le lacrime continuano a rigarmi il viso e non riesco a fermarle. Poi Chi è Lukas per dirmi cosa fare? Nessuno di importante per me. È solo una testa di cazzo.

"E tua madre? Lei non dice niente riguardo a tuo padre?"

Ecco, questo è un colpo basso. Già
faccio fatica a non pensarci e poi arriva sto quì che nemmeno conosco.

"Tu non sai niente di me! Non mi conosci e non mi conoscerai mai, allontanati da me e non farti più vedere. Sei solo una testa di cazzo che si fa gli affari degli altri. É la mia vita, non intrometterti."

Sto piangendo più che mai, ormai il sapore salato delle lacrime si è impossessato di me.

Corro via dal parco più veloce possibile e cerco di trattenere ancora la lacrime. Sto correndo come un infuriata e per fortuna di mattina non c'è nessuno in giro.

Sto per attraversare lo stradone quando una mano mi afferra il polso e mi tira a se. Lukas.
Un camion passa velocissimo davanti ai miei occhi.

"Ti volevi fare investire per caso! Ringraziami"

"HO DETTO DI LASCIARMI STARE!"
Urlo.

"Stavi per essere ammazzata e l'unica cosa che riesci a dire è quella di lasciarti stare? Va bene Jess. Ti lascerò in pace, non dirò a nessuno della festa e di questo. Considerami morto."
Urla altrettanto.

Mi sento in colpa per lui. Ha provato a capire il motivo di tutto questo e io l'ho respinto. Beh se lo merita. I sensi di colpa devo metterli da parte. Non posso più sentirmi in colpa per le altre persone, basta.

"Vedo che ora ci capiamo. Vattene walker"

Attraverso la strada e mi incammino verso casa mia.

Sono davanti al vialetto e a quanto pare la sua macchina non c'è quindi nemmeno lui.

Entro in casa e mi dirigo in cucina. Ho fame, voglio un po' di gelato e voglio guardarmi un film strappalacrime anche se non è molto del mio genere ma vedrò di farmelo piacere.

Attaccato al frigo trovo un biglietto sicuramente da mio padre.

"Oggi sono partito per new york, torno tra 3 settimane. Nella cassaforte ti ho messo 2000€ e ci sono anche i soldi dell'altra volta quindi 3000€ più o meno. Fatteli bastare"

Wow alla fine è partito prima, non lo sapevo. Almeno adesso ho casa libera per tutto il tempo che voglio. Stasera ho intenzione di fare un pigiama party con le mie migliori amiche, però non voglio raccontargli dell'accaduto con mio padre. Giulia ha detto che se sarebbe successo di nuovo una cosa simile avrebbe chiamato il numero azzurro. Ma non voglio ritrovarmi in un'altra famiglia fino a 18 anni. Mi piace stare a casa mia. In ogni caso non lo dirò a nessuna delle due.

Sono le 14:09, il film è appena finito e devo ammettere che colpa nelle stelle è veramente triste come film.
Adatto per il mio umore.

Adesso che ci penso Lukas non mi darà più fastidio. Sono felice, meglio così. È solo un intruso nella mia vita.

Prendo il telefono e scrivo a Giulia e Amanda del pigiama party. Il loro 'si' Non tarda ad arrivare. Perfetto, stasera pizza e serata tra amiche.

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora