capitolo 36

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"Jess, non sei più tu. Sei una persona diversa da quella che conosciamo, non sorridi mai, non ridi mai... Sei sempre triste o arrabbiata. Sembra che non ci sia niente che ti possa far sorridere, sembri una cosa impossibile. Sei ingestibile Jess... Non sei ciò che ricordo. Ora sembri, sembri una puttana disperata."  Dice Lukas tutto d'un colpo.

Prendo un bel po' di forza e gli tiro una ginocchiata sull'ingune. Scoppio in lacrime ed esco da quella maledetta casa in mutande e reggiseno. Sono scalza, l'asfalto mi fa male ai piedi. La parola "puttana" continua a tornare nella mia mente. Mi ha dato della puttana, secondo lui io riesco a tornare com'ero prima dopo la morte di Amanda? 

Stai girando in reggiseno e mutande... per la strada... un po' ha ragione.

No. Non me ne frega niente di tutto quello che ha detto, non mi frega se la gente mi osserva. Io sono jess, una Jess in ricerca di se stessa. 

Un clacson alle mie spalle inizia a suonare freneticamente.
Mi volto e vedo la macchina della polizia. Accostano di fianco a me, un poliziotto scende di fretta dalla macchina osservandomi.
No, non posso andare nei casini proprio ora.

"Mani dietro al collo! Ho detto mani dietro al collo!" Urla con la pistola in mano. Cosa sta succedendo? Credono io sia una puttana?

"È un malinteso! Non sono quelli che credete! Lasciatemi andare!" Sbraito con le vene ormai fuori dal collo.

"Ah no? E cos'è successo alla sua mano?" Sta indicando la mia mano tagliata da me. Quella con i 17 tagli.

"Agente lei st.."

"HO CHIESTO COSA SONO QUEI TAGLI!" Urla interrompendomi.

"Io, sono stata io." Scoppio in lacrime. Non ci posso credere, sta succedendo tutto troppo in fretta. Io non sono quello che crede, non sono ne una puttana e neanche una pscicopatica.

L'agente avvicina alla bocca una specie di microfono strano. Dovrebbe essere per comunicare più in fretta.

"Si Salve sono Stevenson. Abbiamo un caso 74. Preparate una stanza isolata!"
Cosa sta dicendo?

"Ma lei che problemi ha! Io non sono psicopatica! Lasciatemi stare!" Mi afferra bruscamente le mani e le ammanetta portandomi dentro alla macchina. Mi hanno presa per una puttana psicopatica.
Cosa faccio ora? Non ho nessuno. Nessuno che possa salvarmi da questa situazione schifosa.
Sono nella merda, nella pura merda.

Mette in moto l'auto e partono spediti lungo la strada con la sirena accesa. Sono impotente, non posso fare niente. Mi stanno arrestando.

"Ora rilassati" il poliziotto nel posto guidatore mi prende il braccio e inietta qualcosa con una siringa. Mi sento cadere da un memento all'altro. Di colpo vado sopra agli altri sedili e piombo in vero e proprio sonno.

"Non risulta che abbia problemi psichici, potrebbe essere stata o ubriaca oppure potrebbe aver fatto uso di sostanze illegali. Per ora dobbiamo aspettare che si svegli, poi le faremo le domande per capire. Probabilmente sarà una prostututa di zona...Se non ha niente di tutto questo allora sono una notte e due giorni di reclusione." 

Non so dove sono. Non so perché non sono a casa mia e non so quando sono arrivata qui. Ho sentito solo quelle voci eh...
Oh cazzo é vero! Mi hanno arrestata.

No, no, no. Non può essere. Devo chiamare qualcuno a tirarmi fuori da qui ma, ma non ho nessuno.
Apro lentamente gli occhi e sono in una cella di prigione. Mi hanno chiusa dietro le sbarre, e poi per cosa? Per essere uscita in reggiseno e mutande? Appena esci di quì faccio causa alla polizia.
Mi alzo di scatto e vado verso le sbarre.

"Fatemi uscire!" Urlo a squarciagola. Di fronte alla mia cella c'è né un'altra con delle donne che fanno paura. Sembrano fornite da morire, hanno i bicipiti scolpiti e sotto alla tuta arancione si possono  chiaramente notare le spalle larghe. Farebbero paura persino a Giulia, e lei non è una ragazza paurosa.

"Signorina si calmi, il signor walker sta pagando la cauzione. Ora la facciamo uscire, deve fare un paio di controlli e poi è libera."

Scoppio in lacrime per la situazione. Lukas che è venuto a pagarmi la cauzione? Lui come faceva a sapere?

"Prego, mi dia le mani" dice il poliziotto di poco fa.
Mi afferra le mani bruscamente e mi tiene con una presa ben salda le mani dietro la schiena.  Mi sta facendo male però! 

"Scusi mi st..." Mi blocco di colpo a parlare e mi fermo sul posto. Lukas è davanti a me. Ha la faccia infuriata e triste. È deluso, lo si può notare dagli occhi. Ha dei fogli in mano, penso i documenti della cauzione.

"Lukas, scusami... Io non volevo andasse così.." Mi butto sulle ginocchia e scoppiò in un pianto libero. Sono triste, arrabbiata e sorpresa.

"Jess, stai zitta e basta."
Mi si è formato un buco nero al posto del cuore. Non vuole più saperne niente.

Nessuno ci fa del male, siamo noi che ci facciamo male perché facciamo cattivo uso del potere che abbiamo, il potere di scegliere. 
Io mi sono cacciata nei guai, se non fossi andata in discoteca non sarebbe successo niente di tutto ciò.

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora