capitolo 26

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Ho tradito Mason con Lukas. Ho sbagliato e anche lui ha sbagliato.
Cosa faccio? Devo perdonare Giulia e Amanda sopratutto. Sta passando un brutto periodo e non posso assolutamente ignorarla.

Sono ancora in camera mia, stesa sul letto accanto a Lukas. Io non capisco per niente questo ragazzo, prima vuole che io sparisca poi mi bacia e insomma che amico è? Un bacia-amico?

"Lukas..."

Devo chiederglielo.

"Si?" Continua a fissare il soffitto con un suo braccio intorno alle mie spalle.

"Io ecco...per me è difficile parlare... che amici siamo se ci baciamo?"
Sto arrossendo e forse troppo.
Ho le gote in fiamme.

"Noi siamo solo amici Jess... e poi sei tu che mi baci sempre!"
Non può averlo detto. Io? Che lo bacio sempre?

"Prego? Io che ti bacio sempre? Se tu prima hai iniziato a darmi una fila di baci ovunque, persino alle lacrime e poi in bocca. Spiegamelo!"

Sono incazzata più che mai, come fa a dare la colpa a me?

"Senti se non vuoi che ti baci allora ciao."

Oh no. Ora stiamo di nuovo litigando. Non è possibile che debba perdere persino le persone meno indispensabili. Ho bisogno di qualcuno che sia quì con me, che cerchi di farmi andare avanti nonostante per me sia qualcosa di impossibile.
Lukas di alza dal letto e va verso porta senza degnarmi di uno sguardo. Non posso farlo andare, che faccio? Lo richiamo o perdo pure lui?

Richiamalo.

Se non ci fosse sto cazzo di orgoglio tra le palle ora sarebbe ancora quì, con me.

Corro giù per le scale nonostante le fitte che pervadono i miei fianchi e lo raggiungo tirandolo per la maglietta. Un crampo più forte del solito si fa sentire sul fianco destro facendomi cadere ai suoi piedi.
Gemo per il dolore.

"Jess" la sua voce profonda mi richiama ma non riesco a rispondere per il dolore.
Mi prende dalle gambe poi dalla schiena e a modo di sposa mi porta sul divano in salotto. Una lacrima scende sul mio volto per la tristezza e il dolore.

"Jess, sei una ragazza forte, non piangere."

Mi ha vista troppe volte in questo stato ed è stata anche l'unica persona ad avermi accolta tra le sue braccia consolandomi.

Il mio cellulare inizia a vibrare, qualcuno mi sta chiamando.
È Amanda.

"Amanda" dico tra i singhiozzi.

"Jess, sei la persona a cui tengo di più, quella a cui voglio più bene e quella a cui ne vorrò sempre. Vivi la tua vita sorridendo e sempre a testa alta come solo tu sai fare. Sei una persona magnifica e un giorno troverai qualcuno che sappia apprezzarti per il tuo lato migliore. Jess, non fare mai quello che sto per fare. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, addio." Il telefono inizia a fare piccoli squilli in segno di fine chiamata.

Amanda si sta uccidendo. Non ci posso credere. Devo andare da lei, devo fare qualcosa.

"Io devo andare"
Inizio a piangere a dirotto e prendo le chiavi della mia moto che non uso da tempo. Corro in garage, metto il casco e sfreccio come la velocità della luce verso casa di Amanda.

Credo di aver dietro di me Lukas che mi sta seguendo in macchina, cerco di seminario ma accellera e si affianca a me. Vado ai 150 all'ora e lo supero. So che potrebbero darmi una multa bella alta oppure ritirarmi la moto, ma non mi interessa.

La sirena della polizia inizia a suonare dietro di me, merda. Vado ancora più veloce, devo andare da Amanda.
Arrivo sotto il suo edificio, parcheggio e corro su per le scale per arrivare al suo appartenento che per mia sfortuna è all'ultimo piano. Arrivo davanti alla sua porta ed è spalancata. Entro e inizio ad urlare il suo nome per cercarla, controllo in camera da letto, in salotto, in cucina nei bagni in terrazzo ma non la trovo. Esco dall'appartamento e trovo un'altra porta spalancata, quella di fronte che porta al tetto della palazzina. Corro su per le scale e la trovo lì seduta sul bordo dell'edificio con il cellulare appoggiato di fianco ed una canzone che rimbomba in questo 'terrazzone' senza staccionata, qualcuno potrebbe caderci a momenti. È la sua canzone preferita, ' wait ' degli 'm83'.
Sto iniziando ad avere un attacco di panico. Le lacrime aumentano ancora di più per l'altezza.

"Amanda! Cosa vuoi fare!"

Si volta di scatto con gli occhi iniettati di sangue e lucidi. Ha il viso rigato di lacrime e in mano ha una foto di sua sorella penso.

"Jess, lasciami in pace, ormai è questa la mia fine. Mia sorella è morta di cancro stamattina presto, i miei genitori stanno divorziando e tu ti sei allontanata da me. Ah dimenticavo, devo anche trasferirmi con mia madre a Londra, dai miei parenti. Può essere cattivo detto da una tua amica, ma non ha più senso per me vivere. Sono costretta a morire così, senza mia sorella, senza un padre e con una vita di merda. È la mia fine."

Non può essere, non ora, non oggi. Perché?

Mi avvicino a lei cercando di non guardare giù e il mio cuore sta battendo all'impazzata.

"Amanda non farlo, sai che soffro di vertigini ed è già un piccolo passo se sono fino a qua, potrei svenire da un momento all'altro ma a me non importa, io lo faccio per te. Mi dispiace per tutto quello che sta succedendo ma insieme possiamo andare avanti e superare qualsiasi ostacolo. Ti prego, fallo per me."

I suoi occhi si riempono di lacrime e anche i miei.

"Sai cos'è buffo?" Fa una risata nervosa.

"Che vieni da me solo quando sono arrivata a questo punto, a te non interessa niente di me, sono una ruota si scorta."

Come può pensare questo?

"Amanda per favore stammi a sent.."
Si sta buttando ma l'afferro per un polso mentre lei è solo retta da me io sono stesa atterra che la tengo. Non può morire, non anche lei.
L'afferro per l'altro polso ma lei si scosta. Sto avendo un attacco di panico, mi gira la testa per l'altezza e a momenti sono sicura di svenire.

"Amanda! Aggrappati!"
Le porgo nuovamente la mano ma le mi tira uno schiaffo e molla la mia presa cadendo sotto ai miei occhi.

"Amanda" Sussurro.

Oh mio dio. È morta. È tutta colpa mia, non le sono mai stata affianco. Sono una pessima amica, faccio schifo. Se c'è qualcuno che non merita di vivere quella sono io.
Mi butto sulle ginocchia e scoppio a piangere prendendo il volto tra le mani.

"Jess!" Qualcuno mi richiama, quella voce che conosco troppo bene.

"Lasciami stare!" Urlo fortissimo tra le lacrime.

Mi prende in braccio ma mi divincolo. Sono ad un altezza esagerata. Il panico si fa sentire nuovamente e stavolta troppo. Respiro affannosamente cercando di inalare più aria possibile.

"Jess respira, è tutto okay ci sono io. Non può succederti niente, ti tengo io."

Quelle parole non mi incoraggiano per niente. Mi alzo di scatto e rigurgito tutto quello che era nel mio stomaco. Lukas corre verso di me e mi affera i capelli. Ho vomitato per il panico, ecco un'altri effetti collaterale.

"È TUTTA COLPA MIA! LEI È MORTA A CAUSA MIA." urlo nuovamente.

"Jess, calmati. Non è stata colpa tua. Ha fatto la sua scelta, e l'ha fatta nel modo sbagliato. La polizia e l'ambulanza stanno arrivando, il poliziotto che prima era dietro di te quand'eri in moto ti ha persa quindi hai scontato una multa.."

"Non me ne fotte un cazzo! Non ho più nessuno Lukas. Ho solo te." Sussurro.

Le lacrime si stanno esaurendo e penso che non si riprenderanno più.

"Io non ti lascio okay? Non mi frega se litighiamo, io sono qui con te e non ti farò scappare."

Quelle parole mi toccano il cuore. Sono chiuse in uno scrigno e non se ne andranno mai.

Da quì sopra si sente la sirena dell'ambulanza e della polizia. Voglio andarmene a casa, stare da sola e rinchiudermi in me stessa. Non voglio avere contatti con nessuno, non voglio più parlare con nessuno. La mia vita d'ora in poi sarà un silenzio che nessuno potrà più colmare.


Ecco il nuovo capitolo.
Molto triste lo so, la storia aumenta sempre di più e ringrazio tutti voi. Siete perfetti ❤❤❤

Commentate e votate se vi va❤❤
Baci.😍

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora