Capitolo 5

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Mi sveglio lentamente dal mio letto per colpa della stupida luce del sole che penetra dalla piccola fessura della tenda.
Ieri sono arrivata a casa e subito ho chiamato Giulia per sapere come andava e mi ha raccontato che ha conosciuto un ragazzo dolcissimo e che si è svegliata nel suo appartamento con lui, ma non hanno combinato niente per il fatto che lei era ubriaca e che quindi questo "Davide" non voleva approfittarne. C'è stata solo una lunga sequenza di baci, niente di più. Mi sembra una persona a posto... Era dalle 16:00 che dormivo, avevo un mal di testa tale che non riuscivo a fare niente e la sera mi sono svegliata per vomitare. Non credevo che l'alcool facesse tutto questo...
Sento il mio stomaco brontolare così metto da parte i miei pensieri e vado a fare colazione.
Prendo dallo scaffale della cucina una fetta di pane e il barattolo di nutella. Non sono mai andata pazza per la nutella però mi piace, tutto qui. Spalmo delicatamente la crema alle nocciole sulla fetta di pane e me la porto alla bocca.
Oggi arriva mio padre... Sono sicura di passare una settimana infernale. Spero solo che stia più tempo possibile in ufficio.
Oggi mi tocca anche studiare per l'interrogazione di domani, stupida scuola.

***

Mio padre è arrivato ormai da 1 ora a casa e non fa altro che stare davanti al suo computer o fare telefonate di lavoro che mi disturbano durante il mio studio. Così decido di mettermi le cuffiette e ascoltare un po' di buona musica. Parte 'Talking body di tove lo' stupenda. Man mano che studio e che la musica si fa spazio nelle mie orecchie mi addormento sul libro di economia.

"Bip bip bip"
Un suono frastornante disturba il mio sonno. Guardo il cellulare e spengo la sveglia. Sono le 7:00 di mattina.
Mi alzo dalla sedia su cui mie ero addormentata a vado in bagno. Ho una faccia orribile. Mi sciacquo il viso e mi assciugo con l'asciugamano. Vado a farmi una doccia veloce senza bagnarmi i capelli, corro in camera e prendo dei jeans neri e una canotta bianca su cui abbinare un giubbotto in pelle nero. Oggi non mi va di truccarmi così decido di mettermi solo un filo di Mascara.
Scendo le scale e avverto mio padre che sto andando a scuola.

"Papà io vado, ciao"

"Io torno stasera tardi quindi ti devi arrangiare col cibo"

Annuisco e corro verso la mia moto. Dopo 5 buoni minuti sono arrivata a scuola. Parcheggio la moto nel suo apposito parcheggio e vado in classe, stranamente sono in anticipo infatti non c'è nessuno nella mia aula. Decido di usare il telefono e guardare un po' instagram. Alzo lo sguardo dal telefono perché sento dei passi farsi sempre più vicini. É Lukas.

"Ora tu vieni con me!"

"Per chi mi hai presa scusa?"
Abbasso di nuovo lo sguardo sul cellulare. Sento una mano afferarmi il braccio e tirarmi. É ancora qui, ma cosa vuole!

"Lukas lasciami in pace!" Urlo.

"No."

Mi giro per sedermi di nuovo ma mi afferra e mi appoggia sulla sua spalla come un sacco di patate.
Tiro dei pugni abbastanza forti ma lui sembra non sentirli.

"Lukas cosa vuoi!?" Chiedo a voce alta.
I corridoi si stanno riempiendo di studenti e io sono ancora in condizioni di un sacco di patate.

"Vendetta, così impari a tirarmi ginocchiate nei coglioni."

Oh merda. Ora che cazzo vuole fare?

Rinuncio a tirare pugni sulla sua schiena. Entriamo in palestra che ora sembra deserta, e mi porta davanti allo sgabuzzino degli attrezzi. Mi poggia bruscamente per terra e mi trascina per un braccio dentro allo stanzino.

Ora siamo vicinissimi i nostri volti si sfiorano.

"A dopo" non riesco a capire cosa voglia significare che sono chiusa in questa stanza microscopica.

"Ehi! Aprì subito! Ti denuncio."

Se ne va via ridendo e salutandomi con la mano. Ma che disagi ha?
Ora cosa faccio? Il mio telefono è rimasto sul mio banco. Spero che qualcuno abbia ginnastica alla prima ora così magari mi posso liberare.
Il tempo passa molto lentamente e dopo un Po sento suonare la Campanella che segna l'inizio delle lezioni. Perfetto, ora è scontato che qualcuno venga in palestra.

Sento dei rumori provenire dagli spogliatoi femminili. Bingo.

"Ehi qualcuno può aprirmi!" Busso inesistente sulla porta e pare infatti che un ragazzo si stia avvicinando.
La porta si apre e vedo la faccia di una ragazza sconvolta.

"Grazie mille!" La abbraccio e corro il più veloce possibile in classe.

Busso e sento dire oltre la porta un 'avanti'

Entro piuttosto imbarazzata.
"Signorina Smith! Può giustificare il suo notevole ritardo?" Sento dire dalla voce stridula della professoressa. Il mio sguardo va a posarsi sulle mie due migliori amiche che in questo momento sembrano molto confuse.
"Posso spiegarle. Lukas Walker mi ha chiusa nello sgabuzzino della palestra" la professoressa sta diventando rossa dalla rabbia.

"Walker, dal preside! E Smith lo segua per accertarsi che vada dritto nel suo ufficio."
Annuisco e insieme ci dirigiamo fuori dall'aula.

"Non lo farai." Dice di punto in bianco.

"Cosa? " dico acida.

"Se mi porti dal preside io dirò a tutti che siamo andati a letto insieme."

Mi fermo di colpo e mi viene un nodo in gola.

"Ccosa?" Balbetto.

"Hai capito benissimo. Posso ricattarti da un momento all'altro quindi ora sei tu quella che non mi deve sfidare."

"Che bella faccia tosta, vedrai che fine farai. Non mi conosci e non mi conoscerai mai." Giro i tacchi e mi avvio di nuovo in classe.

Ora sono nella merda, devo trovare un modo per ricattarlo pure io... ma come? Mille idee mi passano per la testa ma nessuna di queste è buona abbastanza.

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora