capitolo 27

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Sono chiusa in camera mia da 3 giorni. Non mangio, non parlo, non vado a scuola, non ascolto ma mi accuso di aver ucciso Amanda. La polizia mi ha fatto l'interrogatorio per assicurarsi che non l'abbia spinta io e mi hanno creduto nonostante dicessi che fosse tutta colpa mia il motivo per cui si è spinta al suicidio, hanno consigliato di andare da vari psicologi per dimenticarmi dell'accaduto e vivere normalmente la mia vita ma io mi sono rifiutata scaraventando a terra la scrivania del direttore della polizia. Il campanello di casa mia suona tutti i giorni per un paio d'ore. Tutti i miei amici, persino quelli a cui non sono legata sono venuti a suonare il campanello sperando che io aprissi. Sono chiusa a chiave in camera al buio, la finestra è chiusa e in questa camera non passa aria da un bel pezzo. Ogni giorno vado in bagno a pesarmi e sono dimagrita di tre chili.
Mi hanno avvisata che il funerale di Amanda si terrà tra due giorni ma io non ho intenzione di andarci. Non merito di salutarla per l'ultima volta, merito di marcire in camera mia, da sola. Mio padre mi ha scritto ieri dicendomi che sarebbe arrivato tra un paio di settimane e che se avessi avuto bisogno di denaro sarei dovuta andare in banca. Sono felice che mio padre arrivi tra un mese circa, almeno potrò starmene sola per tutto quel tempo. Ah approposito, il cellulare l'ho spaccato lasciandolo fuori dalla finestra. Giulia, Mason, Lukas, Davide, Cloe  (stranamente), Jacopo e persino Connor si sono fatti sentire ogni cazzo di giorno. Tra messaggi, chiamate e messaggi nella segreteria telefonica sono impazzita, non ne potevo più così l'ho lanciato dalla finestra. Sotto casa mia venivano tutti i giorni a suonare senza tregua e giuro che se anche oggi vengono a suonare stacco il citofono dalla parete e mi barrico in casa.
Ho pianto per troppo tempo e appena penso ad Amanda piango ancor di più, ormai ho consumato tutte le mie lacrime.

Mi alzo dal letto e vado in bagno. Davanti allo specchio compare un mostro. Ho le borse sotto agli occhi, occhiaie, gli occhi sono iniettati di sangue e sono ancora stra colmi di lacrime. Sono pallida, sbiancata. Decido così di farmi una doccia rilassante. Mi spoglio ed entro nel box-doccia.

Rimango in doccia per più di mezz'ora sotto l'acqua calda che poi è diventata ghiacciata ma me ne sono altamente fregata e ho continuato nonostante i brividi.

Mi asciugo completamente e prendo dei vestiti diversi. Dei pantaloni neri da tuta larghi e una maglietta scucita nera. Davanti allo specchio il mio fisico è molto più snello. I pantaloni mi cadono e non restano dov'erano prima. La pancia e piatta e si possono intravedere di pochissimo le costole. Il piercing che avevo all'ombelico cade più verso il basso per l'assenza di quel filo di carne che mi restava in pancia. Mi vesto e mi butto nuovamente sul letto a piangere.

Il campanello suona per la millesima volta e decido di andare ad aprire la porta.
Prima di aprire stacco il citofono con tutta la forza che ho. Ho spaccato un po' la parete ma non mi interessa più di tanto. Spalanca la porta di colpo e trovo davanti a me Giulia e Lukas che appena mi vedono nei loro occhi compare gioia che in questo momento distruggo lasciandoli addosso il citofono.

"Jess.." la voce di Lukas mi è mancata e ora continuerà a mancarmi perché non ho intenzione di avere una conversazione stabile. Sbatto la porta bruschemente facendo urlare Giulia per la disperazione. Guardo dallo spioncino e vedo che la mia migliore amica si sta accucciando davanti alla porta di casa mia appoggiando la schiena. Accanto a lei si siede anche Lukas. Iniziano a parlare così decido di origliare.

"Lukas io non so più cosa fare. Si è rinchiusa in se stessa, non ha più una vita. Io vorrei fare qualcosa ma me lo impedisce. Ho bisogno di parlarle, devo essere lì per lei. Lei necessità del mio aiuto in questo momento ma non me lo permette." Dice piangendo.

Sono davvero così strinza da far stare male pure Giulia?

"Ormai si è impuntata dell'idea che nessuno la deve vedere. Lei ha bisogno di aiuto e lo sappiamo entrambi, ma non vuole essere aiutata e non so più cosa fare. Ho provato in tutti i modi di parlarle Giulia ma quando l'altro giorno sono passato sotto casa sua per vederla ha lanciato il cellullare dalla finestra e io veramente non so più che fare. Dobbiamo solo aspettare che si riprenda a modo suo e vedrai che lentamente le cose andranno per il meglio..."

la sua voce è tremante e piena di paura, paura di perdermi definitivamente.

Ciao bellezzeeee
Capitolo molto triste lo so, il prossimo ci sarà un colpo di scena.
Baci a tutti ❤

Mani fredde e cuori caldi.     ||Cameron Dallas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora