Capitolo 38

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Giulia.

"Quindi dove hai detto che ti porta?"

"Mi porta al luna park." Le rispondo guardandola attraverso lo specchio.

Sciolgo i capelli e li pettino con le dita, cercando di sistemarli proprio nel momento in cui bussano al campanello.

"Vado io ad aprire."

Esce dalla camera diretta alla porta e io prendo una borsa abbastanza capiente ma non troppo ingombrante, mettendo dentro tutto ciò che può servirmi.

"Giulia scende tra poco è quasi pronta." Sento la sua voce dal piano di sotto mista a quella di Benjamin.

Mi do un'ultima, veloce specchiata, controllando che tutto sia a posto, prima di scendere velocemente le scale.

Me lo ritrovo davanti e non posso che ammirarlo, nonostante indossi solo una semplice maglietta bianca e un paio di jeans.

"Sei pronta?"

La sua voce mi riporta alla realtà e mi accorgo di essermi incantata a guardarlo.

"Si, sono pronta."

"Perfetto. Andiamo allora."

Mi porge una mano che non esito ad afferrare e salutiamo Francesca, che per tutto il tempo non ha fatto altro che guardarci con un sorrisetto malizioso sul viso e usciamo di casa, dirigendoci verso la macchina.

Mi allaccio la cintura di sicurezza e frugo nella mia borsa per trovare gli occhiali da sole, fino a quando non trovo il fodero grigio che li contiene.

Li indosso e inizia a guardare la strada davanti a me, non potendo fare a meno di sorridere pensando alla giornata che passeremo insieme.

"Il tragitto è abbastanza lungo, ci vorrà circa un'ora, quindi per non annoiarvi ho portato questi CD, metti pure quello che vuoi."

Prendo i vari CD dalle sue mani e li appoggio sulle mie gambe, sfogliandoli tutto fino a quando non ne trovo dalla copertina ormai rovinata, segno che è stato ascoltato molte volte.

"Cosa ne dici di questo qui?"

Alzo il CD nella sua direzione per mostrarglielo e distoglie l'attenzione dalla strada solo un attimo per guardarlo, per poi concentrarsi di nuovo sulla strada davanti a sé.

"Si, mettilo."

Infilo il CD nello stereo e premo play, riconoscendo all'istante la canzone.

Entrambi iniziamo a cantare a squarciagola le note di quella canzone, il ritmo travolgente e il vento dei finestrini abbassati che ci soffia sul viso e ci scompiglia i capelli.

Appoggio la testa sul finestrino aperto e chiudo gli occhi, godendo di quello che comunemente viene chiamato vivere.

Arriviamo in un posto affollato, pieno di gente, coppie, adulti, genitori e bambini che tirano i propri genitori verso le giostre.

Parcheggiamo dietro una delle tante file di macchine e iniziamo a farci largo tra la folla, superando carretti che vendono zucchero filato e pop-corn, fino a quando non raggiungiamo le attrazioni, le loro luci che brillano al tramonto.

"Allora, da dove vuoi iniziare?" Mi chiede rivolgendomi un sorriso.

"Voglio andare lì." Rispondo indicando l'autoscontro.

Ci dirigiamo alla biglietteria e prendiamo due biglietti, per poi salire ognuno su una macchina.

Per tutto il tempo non faccio altro che ridere, scontrandomi continuamente contro la sua macchina e le altre in pista.

La voce del giostraio annuncia la fine del giro e scendo aiutata da Benjamin.

"Ti sei divertita?" Mi chiede avvicinandomi a sè.

"Tantissimo." Passo le mani intorno al suo collo e sorrido. "Anche se sono stata un vero disastro"

"Già." Mi stringe di più a sè. "Ma sei il mio disastro."

Gli sorrido e lui in risposta mi bacia.

Le mie mani dal suo collo finiscono nei suoi capelli e ricambio il bacio, per poi staccarmi con un sorriso e prenderlo per mano, trascinandolo verso un'altra attrazione.

Passiamo circa due ore tra le giostre, non smettendo un attimo di sorridere spensierati e tenerci per mano.

"Ti vanno dei pop-corn?" Mi chiede indicando il carretto lì vicino.

"Certo!"

Ci incamminiamo in quella direzione superando un gruppo di bambini in fila con i propri genitori per la casa stregata fino a quando non lo raggiungiamo.

Prendiamo la confezione e ci sediamo a mangiarla su una panchina.

Restiamo in silenzio per un po', a guardare le giostre davanti a noi fino a quando Benjamin non lo interrompe.

"Ti va di andare sulla ruota panoramica?"

"Va bene." Accetto un po' titubante.

Ho sempre odiato l'altezza, ma non voglio deluderlo.

"Vieni." Mi tende una malo e l'afferro.

Andiamo verso la biglietteria e per tutto il tempo non riesco a fare a meno di guardare in alto preoccupata.

Dopo aver preso i biglietti entriamo in una delle cabine.

Il fatto che siano completamente chiuse mi infonde un po' di sicurezza, ma ciò che più mi spaventa è l'altezza.

Lentamente inizia a salire, arrivando fino in alto per poi scendere.

Inizio a tremare leggermente, nonostante tutti i miei sforzi per restare calma.

"Vieni qui vicino al vetro, il panorama è fantastico!"

Mi avvicino a piccoli passi, ma mi fermo a metà strada notando l'altezza a cui siamo sospesi.

"Tutto bene?" Mi chiede dopo aver notato il mio sguardo preoccupato.

"S-si, tutto bene."

Senza dire una parola si avvicina a me e poggia le sue mani sui miei fianchi, abbracciandomi da dietro.

"Ti fidi di me?" Sussurra nel mio orecchio.

"Si."

La ruota ricomincia il suo giro e lo sento stringermi di più a sé.

Appoggio la testa sulla sua spalla e riesco a rilassarmi completamente, dimenticando l'altezza in cui ci troviamo e ammirando il cielo su di noi.

"Ti prometto che ti proteggerò, sempre. Ti prometto che niente ti farà più del male, niente ti farà più paura, perché ci sarò io al tuo fianco." Mi sussurra.

Mi giro a guardarlo, le parole ferme in gola, ma prima che riesca a dire qualunque cosa, mi ritrovo con le sue labbra premute sulle mie.

Le mie mani finiscono sulle sue guance mentre mi stringe di più a sé.

Lo bacio con tutto l'amore e tutto il desiderio che provo per lui, sicura ora come mai che niente e nessuno riuscirà mai a portarmelo via.

Give me love like never before || Federico Rossi (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora