Capitolo cinque

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Mi sono svegliata nel letto, accanto ad Alex.
L'altra sera siamo tornate a casa velocemente e lei ha cucinato un piatto di paste, che assomigliavano più a colla, che spaghetti, ma era il suo secondo tentativo e credo che sì meriti almeno un otto, per l'impegno.

Alex è scivolata sotto la coperte e io l'ho seguita a ruota, ma mi sono addormentata più tardi.. Sono rimasta ad osservare il gioco delle luci, che riflettevano sulle guance di Alex, infine mi sono lasciata andare alle braccia di Morfeo.
I miei sogni sono stati alleggerite da grandi occhi marroni e braccia forti che mi stringevano.

<Buongiorno.> Alex interrompe i miei pensieri, salutandomi allegramente, mentre le sue braccia si tendono verso il quadro colorato sopra le nostre teste.

<Ogni mattina sei più bella.> Le accarezzo la fronte, scostando le ciocche sudate dalla pelle e i lineamenti sono più visibili e marcati.

<E tu più scema...> Mi zittisce, ridendo. Si erge sui gomiti, sedendosi contro la testiera del letto. Il lenzuolo accarezza la pelle delicata, dandole un tocco di brillantezza in più.

Premo le mie labbra contro le sue, le mie dita scivolano lungo il suo collo, marchiato con qualche succhiotto.
È un timbro che non usiamo spesso, perché entrambe odiamo certi gesti adolescenziali, ma alle volte, è un marchio per comunicare alle persone: lei è mia.
Un lato possessivo che entra in gioco molto spesso, fra di noi.

La sua lingua si intrufola fra le mie labbra, bagnandole più di quanto fossero prima.
Alex spinge i suoi polpastrelli contro la mia schiena, riesce ad avvicinarmi con facilità, fa sembrare il mio corpo così morbido e malleabile, come fosse pasta per il pane, nel quale immergi le dita e rimane la forma.
Sento la sua pelle muoversi contro la mia, è una sensazione inebriante, nella quale mi crogiolo appassionatamente.

Mentre la sua mano passa nell'interno della mia coscia e mentre le sue labbra giocano con le mie, in un'armonia di sapori e le nostre mani si intrecciano in una rete indissolubile, mentre i nostri corpi fremano l'uno per l'altro... Squilla il telefono, interrompendo quel momento magico.

<Merda.> Sussurra passando le sue labbra contro le mie, le quali si uniscono per qualche secondo e si distaccano con riluttanza.
Allungo il braccio sul comodino dietro di me, tentando di prendere il telefono, quando sfiorò la cover in silicone, controllo il nome sullo schermo.

Mary.

Accidenti, proprio adesso.

<Devo rispondere. Si tratta di lavoro.> Sbuffo irritata, alzandomi dal materasso, ed Alex ritorna a distendersi sotto le coperte, schiaccia la testa contro il cuscino, imprecando contro la federa.

<Pronto?> Chiudo la porta del bagno alle mie spalle, trattengo il telefono con la guancia e la spalla, così posso lavarmi le mani.

<Buongiorno Piper. Mi dispiace disturbarti così presto, ma ho delle buone notizie.> L'eccitazione è chiara nella sua voce, mantiene a malapena un urletto di gioia.

<Che... Succede?> Mi soffermo sulla porta del bagno, mordo le unghie con insistenza, aspettando che Mary mi dica qualcosa.

<Okay tieniti forte! La tua carriera sta per decollare, spiccare il volo verso un cielo inesplorato, ma decisamente splendente.> Odio quando le persone fanno così. Ti danno poche informazioni, quando potrebbero arrivare direttamente al punto.

<Dovresti passare in ufficio, così ne parliamo adeguatamente. Ti aspetto fra un'ora.> Attacca la chiamata, non aggiunge altro.
Fantastico. Addio giorno libero.

Torno in camera, dove Alex sta ancora borbottando qualcosa. Non le piace essere interrotta durante un nostro momento intimo, che non deve essere per forza sesso, ma anche quando ci baciamo, o siamo a cena fuori, oppure se sono appena tornata da un viaggio, insomma... Non le piace essere mai interrotta.

<Tesoro, devo andare a lavoro.> L'avverto, aspettando una reazione sgradevole, perché avevamo programmato una giornata tranquilla insieme, dopo quello che è successo ieri..

<No cazzo!> Si alza di scatto dal cuscino, credendo che sia uno scherzo, ma quando i suoi occhi incontrano i miei, capisce che non sto scherzando e la sua espressione si fa più dura. <Oggi era una giornata per noi.> Sbuffa come una bambina arrabbiata, che non ha ottenuto ciò che voleva.

<Lo so, mi dispiace amore. Mary ha detto che ci sono grandi novità, sembrava che fosse piuttosto emozionata per me.. Devo assolutamente andare.> Mi chino verso di lei, lasciandole un bacio veloce sulle labbra, che Alex prolunga ulteriormente.

<D'accordo allora io... Resterò a letto.> Fa un cenno con la mano, coprendosi infine con le coperte e la sua faccia sprofonda nel cuscino.
Sorrido alla visuale della mia bellissima ragazza, distesa nel mio -ormai nostro- letto.

Sembra ieri, che la guardavo dalla mia brandina, mentre lei prendeva sonno e alcune volte ci incontravamo a metà strada.
Non potevano lasciare i nostri letti, ma le sue labbra si allungavano in un sorriso e i miei occhi si accendevano.
Ed adesso, viviamo una vita normale, o quasi... Siamo libere di essere ciò che ci hanno sempre imposto di non essere.
Ed è bellissimo potermi svegliare con lei, o addormentarmi al suo fianco.
Abbiamo la vita che prima potevamo solo sfiorare con i pensieri.
Un sogno che si è materializzato.

...

Corro con i miei tacchi neri su per le scale di vetro, sorpasso le persone in cravatta e camicia, cammino per i lunghi corridoi, spalancando irresponsabilmente la porta di Mary.

<Oh, mi dispiace.> Per un momento ho dimenticato che lei fosse il mio capo e mi sono permessa un'infrazione.

Mary ride, facendomi cenno di restare tranquilla di accomodarmi. Si alza in piedi, rivelando una gonna a tubino nero, che fascia le sue bellissime gambe.
Ammetto che alcune volte, mi ci cade l'occhio... È comunque una bella donna.
Alta, con le curve al posto giusto, due gambe bellissime, snelle e alte e capelli corti e buondì che le sfiorano le spalle.

<Non dirmi che mi hai fatto correre per niente.> Esordisco, con ancora il fiatone. Mary scuote la testa e sempre con un sorriso sotto baffi, mi fa sedere davanti alla sua scrivania.

<Piper, sono davvero emozionata a condividere  con te tale notizia.> Si risiede sulla sua poltrona bianca, la quale le conferisce un'aria professionale e seria.
Unisce le mani sul legno bianco davanti a lei e dopo qualche secondo, nel quale i suoi occhi cercano costantemente i miei, sorride e fa scivolare un foglio sulla scrivania, nel quale è scritto il mio nome sulla balza bianca in alto e altre tre pagine di fogli, che guardo velocemente.

<Che cos'è?> Domando confusa, iniziando a leggere le prime righe.

<Il tuo futuro Piper.>

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora