Capitolo quaranta

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Tre settimane dopo:

<Sei nervosa?> Chiede Pilly evidentemente più agitata di me, a confermarmelo sono le sue mani tremolanti, invano tenta di allacciare le scarpe.

<No, no posso farcela.> Mi rassicuro, allacciando l'ultimo bottone della camicia bianca.
Ricade perfettamente lungo il mio corpo, dandomi un'idea pura di me, nasconde sotto al tessuto morbido tutte le bugie e gli atti impuri che ho commesso, che ho inciso a pelle come tatuaggi dei quali vado fiera, perché mi hanno permesso di essere ciò che sono adesso e mi hanno dato la forza di amare Alex come la amo adesso.

<Sai che cosa dire?> Mi domanda Polly sistemando i capelli, per dare un'idea di una persona affidabile.

<Si Polly. Non mettermi ansia, ne ho già abbastanza.> Respiro profondamente <Questo processo determinerà la vita di Alex.>

O meglio la nostra vita. Finirà in prigione? Se fosse così mi accollerei la colpa, vivrei ogni giorno nell'attesa, non sarebbe nemmeno considerato vivere.
Ci sono tante domande che mi tormentano, anche se tento di mantenere i sentimenti sotto controllo, non è facile per me non far trapelare nessuna emozione oggi, rientrare in tribunale, sedere su quelle sedie di legno scomode, osservare la folla deridere Alex e il giudice.. Uomo onnipotente, nelle sue mani presiedono tutte le decisione, sarà a lui la punta dell'icerberg, colui che tutto decide.
Spero sia clemente e che ascolti le parole sincere della mia meravigliosa corvina.

Qualcuno bussa alla porta, so già chi è.
Vado ad aprire, stringo la maniglia con le mani sudaticce e mi ritrovo davanti una Nicky sorridente e scompigliata, vestita come una barbona da strada, ma in fondo ci piace così.

<Sei in ritardo.> La tiro dentro violentemente, lei barcolla inciampando sul tappeto e mi guarda indispettita.

<Fai piano, ho comprato soltanto ieri la felpa. È ancora decentemente pulita.> Si sistema la grande felpa, più grossa di lei di qualche taglia.
È così frustrante dover chiedere aiuto a lei, ma in fondo Alex si fida di Nicky, Polly crede che sia un ottimo diversivo ed io, beh io mi affido a loro.
D'altronde non mi sono mai presentata da Mary, era troppo per me, una cosa insopportabile e l'idra che ha avuto Polly devo dire che è molto sopra le righe, ma sono pronta a tutto pur di portare Alex fuori di lì.

<Avete chiaro tutto il piano?> Domando spostando lo sguardo dalla riccia di strada, alla lussuosa ragazza dai capelli lisci e ben pettinati.

<Certo.. Tu vai a testimoniare il falso e se va storto qualcosa, Nicky ci offre un diversivo e noi facciamo evadere Alex.> Polly alza gli occhi al cielo, ripetendo per l'ennesima volta la solita pantomima. La prima volta che ne abbiamo parlato eravamo molto scettiche, soprattutto io, ma poi abbiamo deciso che era l'unico modo per portare Alex fuori da quel tribunale, quindi siamo scese a patti.
Nicky lancerà dei petardi nell'aula, così tutti si metteranno a saltare qua e là, per qualche minuto le guardie saranno distratte, altri agenti scorteranno al sicuro il giudice, pensando che sia un attentato e mentre c'è questo fuggi fuggi, noi ne approfittiamo per prendere Alex e correre via.
Ma speriamo che vada a buon fine il piano A, cioè quello dove io testimonio il falso, dicendo che è stata Mary ad aggredirmi ed Alex ha risposto alla violenza per proteggermi.

<Andiamo allora.> Dico strusciando le mani l'una contro l'altra e uscendo dalla porta principale, seguita dalle mie complici.

...

<Perché non arriva!? Voglio vedere Alex.> Sono seduta al tavolo dove presiede l'avvocato di Alex, Nicky e Polly sono a pochi passi da me.
Sto pregando di veder sbucare la mia ragazza da un momento all'altro, ma nessuno accenna a fare niente.
Le porte si aprono pesantemente, il diavolo sfila accanto alla folla indossando un vestito di Gucci, accompagnato dalla borsa di pelle nera di Prada.
La stronza dai capelli biondi si è messa a lucido per questa sentenza, ma non andrà come crede, no signore.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora