Capitolo venti

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PIPER:

Quando ricevo il messaggio di Alex, non riesco più a concentrarmi, né sul lavoro, o altro.
Lascio perdere le pratiche, tutto quello che impiega attenzione e concentrazione, perché è inutile, anche solo provarci.

Tengo fra le mani la sua lettera, la leggo e rileggo, senza riuscire a fermarmi.
Ogni singola frase, è bellissima ed emozionante, impossibile trattenere le lacrime.

Il fastidioso rumore dell'orologio, mi avverte che è arrivata l'ora di andare al meeting.
Non ho neanche pensato di leggere gli appunti, che mi ha lasciato Mary.

Mentre mi dirigo verso la sala, leggo velocemente ciò che ha scritto, ma l'unica cosa che riesco a pensare è ad Alex.
Ha accettato di parlare con me, se avesse cambiato idea? Se per lei andasse bene, la situazione? Cambierebbe radicalmente tutto.
Potremo tornare ad essere una coppia..
Mordo il labbro inferiore, trattenendo un sorriso, mentre mi accomodo alla mia solita postazione, pochi secondi dopo, accanto a me si siede Mary.

Cerca il mio sguardo, ma la evito a prescindere. Dopo aver ricevuto la lettera di Alex, non mi interessa di niente e nessuno.
Fisso il foglio poggiato sulle mie gambe, facendo finta di essere impegnata a leggere gli appunti.

La mano di Mary scivola sul mio mento, mi alza la testa, costringendomi a guardarla e sorride maliziosamente, quando i nostri occhi si trovano.

<Ora va molto meglio.> Precisa, e poi si gira di spalle e prestando attenzione all'uomo in giacca e cravatta che è appena entrato.

...

Per tutto il tempo del meeting, giro e rigiro la penna fra le dita, facendo apparire e scomparire la punta più volte.
Non ascolto nemmeno una parola di quello che dicono, non intervengo e lascio spazio agli altri, rifugiandomi nei miei pensieri.
Quando finalmente l'uomo finisce di parlare, mi alzo dalla sedia per ultima, quando tutti gli altri sono già usciti.
Quasi tutti.
Mary mi sbarra la strada, opponendo resistenza con il suo corpo.
Il suo seno comprime il mio e i suoi capelli scendendo lungo il suo collo, lasciando scoperta una parte di pelle, in cui è visibile la pelle rosea.

<Vorrei prenderti qui. Su questo tavolo.> Mormora al mio orecchio, poggiando il palmo della mano sul vetro.
Il suo sguardo non mi molla per un secondo, scorre veloce lungo le mie curve, o si posa sul mio collo, oppure scruta le mie guance arrossate.. I suoi occhi sono costantemente su di me, il che dovrebbe mettermi a disagio, ma Mary è davvero una donna bellissima, in di quelle donne che è in grado di farti girare la testa, quando ti desidera poi...

Lo so, devo pensare ad Alex, fermarmi.
E c'è una parte di me che vorrebbe farlo, allontanarla e raccontarle le cose come stanno, ma il desiderio in me cresce ogni secondo di più, non perché Mary mi interessi a livello personale, ma fisicamente, non posso negarlo.. è eccezionale, nonostante la sua età avanzata.

<Tu mi vuoi Piper?> Sussurra al mio orecchio, accarezza la pelle del mio collo e lascia dei baci su di esso, spostandosi fino alle labbra.

<Io...io...> Non so che cosa rispondere. Sono confusa.
Perché nella vita non esiste una guida, che ti dice come comportarti in determinate situazioni?

Mi rifà la domanda, stavolta le sue labbra vibrano contro le mie.
Non posso, Piper non farlo, non adesso... Non lo fare!

Non posso frenare l'impulso che nasce da dentro, l'eccitazione che mi assale.
Premo le labbra contro le sue, spingendo la lingua dentro la sua bocca.
Non ci vuole molto, prima che anche lei si abbandoni a me e ci distendiamo sul tavolo della sala, già mezze nude.

ALEX:

Ha detto che mi avrebbe contattato, quindi lo farà.
Io mi fido di lei.
Sbatto leggermente il telefono sul palmo della mano, ripetutamente.
Nicky è venuta a farmi visita, non le ho ancora detto di Piper, non voglio che si faccia troppe fisse, o che si vanti del suo gesto, rinfacciandomi per l'eternità di essere riuscita a riallacciare i rapporti fra me e Piper.

<Insomma, Stella si presenta all'improvviso alla porta di casa, entra come se niente fosse e poi si gira verso di me, a braccia aperte dicendo "sono tornata".> Imita la voce della sua donna, ed anche i suoi gesti, rendendo la scena molto buffa.

<Quindi, potevo fare solo una cosa a quel punto.> Fa una faccia seria, che poi si trasforma in un sorriso <Scoparla.>

<Oh no Nicky!> La rimprovero, cadendo sul divano accanto a lei <Non l'hai fatto soffrire nemmeno un po'.> Dico amareggiata, immaginando Stella, che dopo aver fatto per mesi il suo comodo, è tornata da Nicky e la mia amica, le ha dato esattamente ciò che voleva.

<Quindi niente più visite a Morello?> Domando, voltando la testa verso di lei. Nicky alza gli occhi al cielo e scuote i capelli ricci, poi porta il suo sguardo su di me e sorride.. Intuisco da subito, la sua risposta

<No.. Continuerò ad andarla a trovare. Quella donna si sente molto sola, ha bisogno di me.> Fissa un punto impreciso della stanza, senza rendersene conto, quando parla di Morello tiene la mano sul cuore.
Secondo me è Nicky ad aver bisogno di lei, non il contrario.

<Pensi che io e Piper siamo rimaste insieme, per paura della solitudine?> È una domanda che avrei preferito tenere per me, ma so che lei è Nicky e posso chiederle di tutto, senza vergogna, perché lei sarà sempre sfacciata, senza peli sulla lingua, ed è quello di cui ho bisogno.

<A fanculo Alex no! Voi vi amavate, nonostante tutti i casini, gli sbagli, le promesse mancate. Tu c'eri per lei, durante ogni periodo schifoso della sua vita e quella stupida barbie, c'era per te. Il vostro era amore, sai perché?> Domanda, girando lo sguardo verso di me e con un sorriso, che nasconde certamente qualcosa

<Perché quando eravate in una stanza assieme, anche a distanza di metri e metri, anche un estraneo, sarebbe stato in grado di capire, che vi amavate.> Sospira <Avevate occhi solo l'una per l'altra.>

Durante una pausa di silenzio, Nicky stringe i denti e conclude dicendo

< Se la rivedo quella bionda, giuro che le spacco i denti. Ha rovinato la mia ship!>

Non afferro la sua frase, ma lascio perdere.
Decido che è il momento giusto per dirle ciò che è successo.
Le racconto che la lettera a Piper è arrivata, che ha detto che avremo dovuto parlare.

<Aspetto solo che mi chiami.> Dico, fissando una fotografia in bianco e nero, sopra al caminetto, che ritrae la piccola Pipes, con un vestitino bianco, i riccioli sbarazzini e le manine alzate in aria, felice come una pasqua, corre verso la fotocamera.

<Tra poco mi chiamerà, vedrai.> Sospiro, ponendo il telefono, davanti agli occhi.

Andiamo Piper, chiamami.
La implori mentalmente, sperando che qualunque cosa stia facendo, la mia supplica le arrivi forte e chiara.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora