Mi rannicchio sul sedile, stringendo le gambe assieme, perché inizio a sentire freddo.
Alex si accorge dei miei movimenti e con prontezza, allunga la mano sul sedile posteriore, afferra una vecchia felpa, che io conosco benissimo: la usavo sempre, facendole notare quanto mi stesse enorme e ridevamo a crepapelle.
Non è cambiato molto. La felpa è ancora gigante, le maniche superano di qualche centimetro le mani e la balza arriva poco sopra dei ginocchi.
Solo che stavolta, nessuno ride.<Siamo arrivate.> Alex spegne il motore e gira leggermente il busto verso di me, la cintura di sicurezza le impedisce di voltarsi completamente.
<Grazie.> Accenno sotto voce, stringendo fra le dita il cotone grigio della sua felpa, mi fa sentire al sicuro indossarla, protetta interamente.
<Nel trambusto...> Inizia Alex, quando la mia mano è già sulla portiera, pronta ad aprirla <Mi sono dimenticata di chiederti, com'è la Norvegia.> Con l'indice tortura nervosamente la pelle del pollice e mi guarda, leggo chiaramente nelle sue pupille, nelle ibridi.. In tutto l'occhio, c'è quella disperazione, la tremenda foga di aggrapparsi ad un argomento qualsiasi, pur di non farmi andare via.
<È bella.. Fredda, forse ci sono troppi alberi.> Scherzo, accennando ad un sorriso debole <Però mi piace svegliarmi con le coperte di lana, che prudono sui piedi. È lontana, troppo lontana, ma bella.>
<Lontana da casa?> Presuppone.
<Lontana da te.> Scrollo le spalle, come se la mia fosse una risposta ovvia.
Alex alza la testa e inspira profondamente, rilasciando l'aria pochi secondi dopo, con pesantezza.<Tu ed io non saremo mai abbastanza lontane, per smettere di amarci.> I suoi occhi pallidi corrono lungo le mie braccia, che hanno iniziato a tremare, non tanto per il fresco che sta entrando dalle fessure dei finestrini, ma per la prospettiva di una vita senza di lei, nonostante tutto l'amore che c'è.
A volte l'amore non basta, ma il nostro sembrava poter sfidare il tempo, la distanza, capace di distruggere ogni barriera.
Un amore dirompente, in tutti i sensi.<Te lo giuro Alex, se potessi lo strapperei quel contratto, ma ci sono dei vincoli che..>
<Lo so.> Si rimette a sedere correttamente sul sedile e stringe le mani attorno al volante, fissando la strada con aria persa.
Non la biasimo, non riesce ad affrontare di nuovo la stessa conversazione.
Quando siamo insieme, quasi ci dimentichiamo di vivere oltre oceano, neghiamo di esserci lasciate, ma poi torna sempre questa storia della Norvegia, a pungerci con le sue spine e nessuna delle due, vuole più sanguinare.<Buonanotte Alex.> Spingo la maniglia e vengo colpita da un vento pungente, sto per scendere dall'auto, quando mi volto verso di lei e la trovo nella stessa identica posizione di prima.
Sta combattendo con tutta se stessa per lasciarmi andare e sa che, se muoverà un muscolo mi correrà dietro, pregandomi di non lasciarla di nuovo.
Dovrei solo scendere, camminare verso casa e chiudere la porta alle spalle, dimenticando questa serata folle, ma non posso farlo.
Non posso farlo se lei mi urla nel silenzio il suo strazio.Mi avvicino a lei e prendo la sua mano nella mia, accarezzando il dorso della sua pelle, con il mio palmo freddo.
Premo le labbra contro la sua guancia, respirando il suo profumo, così vivace e sensuale, ma stanotte sa anche di tristezza.
Se avessi la possibilità di scegliere un potere, non avrei dubbi, fermerei il tempo in questo preciso istante, lasciando la Norvegia alle spalle, ricordandole che in certi attimi, esistiamo solo noi.<Buonanotte.> Ripete, deglutendo con forza, quel magone che soffoca anche lei.
Scendo dall'auto, prendendo i lati del vestito fra le mani ed entro in casa quasi correndo, sbatto la porta alle mie spalle e lascio che la mia schiena scivoli contro essa, rannicchiandomi sul parquet.
Vorrei piangere, togliere questo peso dal petto, ma credo di aver finito le lacrime tempo fa.
Così resto ferma, a fissare la fine del corridoio.
Per tutta la notte....
Sono le quattro della mattina e ancora non mi sono alzata.
Indosso ancora il vestito bianco, non ho tolto nemmeno le scarpe, solitamente è la prima cosa che faccio quando rientro.
Il livido comincia a farmi male, sento la tempia martellare sopra di esso, dovrei metterci del ghiaccio, ma sono completamente immobile, incapace di formulare un pensiero.L'amore che ho per Alex, è come una malattia. Scorre nel mio sangue e non c'è modo di combatterlo, perché ha già vinto lui, anche se lotto, se mi oppongo, sarà sempre più forte di me.
Mi alzo in piedi barcollante, trovando finalmente la forza di ordinare al mio corpo di muoversi.
Vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e quando guardo fuori dalla finestra, noto due fari accesi nel buio, strizzo gli occhi e mi accosto al vetro per vedere meglio..
È la macchina di Alex, è rimasta lì tutta la notte.Vado nell'ingresso, andando verso l'uscita, voglio correre da lei e dirle quanto la amo, spiegarle che ho fatto un errore e che potrebbe venire in Norvegia con me, se volesse!
Quando apro la porta, davanti a me c'è Alex.
Tiene la mano alzata, intenta a bussare, ma troppo indecisa per farlo.<Alex.> Dico respirando affannosamente <Sei ancora qui.> Constato, confermando che i miei presupposti erano giusti.
<Volevo bussare, ma.. Ma...> Scuote la testa, cercando le parole da dire, ma è come se avesse un blackout in testa. Buio completo.
<Da quanto sei qua fuori?> Le chiedo, notando che il vestito è puntellato da una leggera rugiada, che lo fa brillare sotto la piccola luce che pende sopra le nostre teste.
<Forse tre, o quattro ore.> Passa la lingua sulle labbra, colorandole di un rosso tenue.
<Il fatto è che.. Piper tu mi hai detto che se io ti avessi chiesto di restare, saresti rimasta. Non l'ho fatto, credendo che la tua strada non fossi io, che avrei dovuto lasciarti andare, se davvero ti amavo, ma erano balle! Stronzate! Sarò egoista, anzi sai che c'è? Voglio esserlo! Io ti amo e tu non puoi andartene, non mi puoi lasciare di nuovo perché credo che stavolta morirò sul serio. Quando non ci sei non arriva più ossigeno ai polmoni, il cuore smette di battere e continuo a camminare, solo perché non ho il coraggio di farla finita, ma questa non è vita. Non è vita. Voglio te, voglio amarti ogni giorno, svegliarmi con i tuoi capelli in faccia, o le tue braccia attorno a me. Voglio che tu mi insegni a cucinare, perché io sono pessima e io potrei insegnarti a non essere così indecisa... Non fraintendermi, amo tutto di te, ma i tuoi continui cambiamenti mi sbattano da uno scoglio all'altro.
Però ti prego Piper, non te ne andare.
Amami e resta. Oppure resta, se mi ami.>
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Alex e Piper 2
FanfictionSEQUEL DI ALEX E PIPER! Dopo tutto quello che è successo fra le nostre sue amanti, come procederanno le cose fra loro? Piper ed Alex, staranno finalmente vivendo la loro favola, godendo di la vera libertà e l'amore? Che cosa succederà? Anche ques...