<Questo è il ristorante più vicino che conosca..> Il tassista disturba il mio sonno, alzando la voce e indicandomi l'edificio davanti a noi.
Sembra un posto accogliente, le lanterne illuminano il portico e le siepi gli conferiscono un aspetto romantico.
Pago la corsa e scendo velocemente, avvicinandomi all'interno.La fila è lunghissima, ovviamente.
La mia pancia brontola ripetutamente, non ho mangiato niente sull'aereo, perché si sa che portano tutti schifezze e le fanno pagare un capitale.. Perciò ho preferito aspettare.Mi metto dietro un uomo grassoccio, che puzza di olio fritto e birra, faccio un passo indietro, allontanandomi dal fetore.
Nel frattempo che attendo, controllo le email..
Sono quasi tutte di lavoro, alcune pubblicità noiose che elimino direttamente e le altre tre o quattro che restano, sono del mio medico.
Dovrei farmi controllare la cicatrice, ma sta andando via da sola e non mi fa più male, quindi non vedo perché tanta ostinazione.
Non ci andrò dal medico, quando mi stendo sul lettino, mi sento come una vittima di Dexter..<Il prossimo.> Finalmente è il mio turno. Potrei ordinare tutto il menù, ma temo di non potermelo permettere..
<Una pizza, patatine fritte e un cheescake. Da portare via per favore.>
<Fanno venti dollari e ottanta.> Mi comunica sfasata la cameriera.
Gli passo i soldi sul bancone, contando con precisione gli spiccioli.<Okay, ci sarà da aspettare. Può mettersi a sedere se vuole.> Porta la lingua fuori dalle labbra e gonfia una bolla rosa davanti a me, la quale scoppia dopo poco, appiccicando di zucchero le sue labbra.
Mi siedo ad un tavolo, non molto distante dal punto d'ordinazione.
Mary sarà già arrivata in albergo e starà dando di matto, sentendosi offesa dalla mia mancanza di rispetto.
Non volevo passare una notte con lei, quando invece posso tornare a casa mia, dormire nel mio letto... Chissà se Alex sarà ancora lì..
Oh mio Dio e se fosse così? Come faremo?
Sarebbe imbarazzante.
Non l'ho neanche avvertita che stavo tornando, ma non credo che ce ne fosse bisogno, dal momento che non stiamo insieme e informarla del mio arrivo, sarebbe stato inopportuno.<Pronto!> Urla un ragazzo dietro al bancone, indicandomi con la testa e lascia il mio sacchetto, in bella vista, poi scompare di nuovo in cucina.
Velocemente vado a prendere la mia cena, non vedo l'ora di distendermi sul divano e mangiare.
Mi assicuro di tenere in piano il sacchetto, poggiandolo sui palmi delle mani.
Mi giro di scatto, facendo volare i capelli dietro le spalle e mi dirigo verso l'uscita.Cammino a passo svelto e quando arrivo a metà del mio percorso, la porta a vetri si apre improvvisamente, una folata di vento colpisce le mie gambe nude e le braccia scoperte, ma non è quello che mi fa perdere la sensibilità del corpo, facendo cadere sul pavimento, la mia ordinazione.
I capelli corvini sono inconfondibili, o forse la riconosco per la tonalità della pelle chiara, o per il profumo che invade le mie narici in pochi secondi, facendo vacillare ogni organo interno.
I suoi occhi si guardano attorno smarriti, per un secondo posa lo sguardo su di me, ma non mi riconosce subito, così distoglie lo sguardo per una frazione di secondo e quando l'immagine arriva al suo cervello, volta di scatto la testa nella mia direzione, penetrandomi con il suo sguardo ultraterreno.Cammina adiacente alla fila, venendo verso di me. Le sue gambe si muovono involontariamente, come se fosse ipnotizzata e non potesse impedire al suo corpo, di smettere di avanzare.
<Alex?> Pronuncio in un sussurro, quando è abbastanza vicino a me, capace di mandare in tilt il mio sistema nervoso.
<Piper.. Ma.. Ma che ci fai tu qui?> Mormora incredula, socchiudendo le palpebre, quando un lieve soffio del mio respiro, sfiora la sue pelle.
<Io sto comprando una pizza.. Credo.> Lancio una rapida occhiata al sacchetto ai miei piedi, le patatine si sono ribaltate e il cheescake, è sopra di esse, come fosse una salsa.
<Si no, beh intendevo a New York.> Ovviamente.
Sono una cretina.<Io.. Ehm.. Sono tornata per qualche giorno.. Devo chiudere un.. un.. un affare ecco.>Non riesco più a comporre una frase, il mio cervello non riceve abbastanza ossigeno in questo momento.
<Viaggi da sola?> Chiede abbozzando un sorriso.. Sta sicuramente aggirando un argomento, nel tentativo di estrapolarmi qualche informazione.
Come se non la concessi.
Sto al suo gioco, assecondandola.<No io.. Cioè, il mio capo è venuto con me.. Però io.. io stasera dormirò a casa. Anzi.. sei.. Sei ancora lì?> Mordo la guancia interna, con così tanta forza, che posso sentire il sapore del sangue, espandersi sulla lingua.
<No. Io sono tornata al vecchio appartamento.> Gesticola freneticamente e poi resta in silenzio, incrociando le braccia al petto.
I nostri sguardi non riescono a lasciarsi per un attimo, magneticamente attratti gli uni dagli altri.Mi chino per prendere il sacchetto e lo butto nella spazzatura, tanto mi è passato l'appetito.
<Allora io vado..> Porto la borsa sulla spalla, ma non riesco a muovere nemmeno un muscolo, è come se fossi incollata a terra.
Non voglio andarmene, il mio corpo non lo vuole, la mia mente non lo accetta e il mio cuore non lo tollera.
Non voglio andarmene.<Come stai?> Domanda improvvisamente. Dev'essere la prima cosa che le è passata per la testa. Lo so, nemmeno lei vuole lasciarmi andare.
<Io sto.. sto bene.> Mento. Deglutisco, la saliva si ferma in gola, per mandarla giù, devo sforzarmi. <Tu?>
<Ah bene.. Credo di star bene.> Quando lo dice, non mi guarda negli occhi, è l'unico momento in cui il suo sguardo si posa da qualsiasi parte, fuor che me.
<Ti vedi con qualcuno?> È una domanda che mi sorge spontanea, vorrei reprimerla, evitare di chiederglielo, ma non ci riesco, è una cosa che devo sapere.
<Io..Io, non lo so. Mi sto concedendo un po' di divertimento.> Una fitta al cuore.
Fa una pausa ed esita, prima di concludere dicendo <A te non serve che lo chieda.. Ho letto il giornale.. Mary...> C'è così tanta tristezza nei suoi occhi, che nemmeno il sorriso tirato, riesce a mascherare.<No!> Intervengo, ponendo una mano avanti <Io non sono fidanzata. Cioè, anch'io mi sono connessa del divertimento, ma non sto con lei.> Specifico e sembra che nei suoi occhi, si riaccenda una speranza, ma il bagliore svanisce subito, oscurato da tutte gli sbagli, che caratterizzano il nostro passato.
<Sembra una donna a posto.. Potresti provarci.. Insomma...> Ci mette tutta se stessa per spronarmi a provarci con un'altra donna, la sola idea che io lo faccia veramente, le fa così male, che per un attimo presumo stia per cadere a terra, senza forze.
<Andiamo Alex, lo sappiamo benissimo perché non avrò mai una relazione con Mary, o con nessun'altro.> È inutile fingere, pretendere di essere due vecchie amiche che si rincontrano per caso e scambiano due parole, perché noi non lo saremo mai, anche a distanza di mesi, o anni, o addirittura vite intere.
Come possano due persone essere amiche, quando sono l'una la vita dell'altra?<Lo sappiamo benissimo perché.> Scuoto la testa, mentre lei annuisce in risposta.
<Ti stanno passando tutti avanti, forse dovresti.. Dovresti tornare in fila.> L'avverto, sorridendo malinconicamente, mentre asciugo una lacrima, che si è permessa di rigare la mia guancia.
<Si.. Allora ci vediamo.>
<Ci vediamo.>
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Alex e Piper 2
FanfictionSEQUEL DI ALEX E PIPER! Dopo tutto quello che è successo fra le nostre sue amanti, come procederanno le cose fra loro? Piper ed Alex, staranno finalmente vivendo la loro favola, godendo di la vera libertà e l'amore? Che cosa succederà? Anche ques...