Capitolo sedici

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ALEX:

Mi sto scatenando in pista. Non mi interessa chi mi gira attorno, le persone che mi spintonano, mi abbandono alla musica, lascio che ritmo entri nelle mie vene e che si impossessi del sangue, l'adrenalina è alle stelle.

Sono le due del mattino inoltrate, Nicky ha già iniziato a sbadigliare e mi ha detto che se non fossi tornata a casa con lei, avrebbe preso un taxi.
Le ho chiesto altri cinque minuti, poi le ho promesso che sarei andata via con lei.

La musica è talmente alta, che i miei pensieri non hanno voce.
Gridano, ma sono muti.
Purtroppo non posso fermare le immagini, continuano a ripetersi nella mia testa.
La volta in cui mi ha detto che mi amava, quando siamo uscite di prigione, quando finalmente Kubra è uscito dalla nostra vita, il non-matrimonio proposto a Cuba, che è quasi diventato reale.
Tutte le volte che abbiamo fatto l'amore.
E poi l'incidente e suo padre, dopo l'intervento le cose stavano andando davvero bene.
Perché mi hai fatto questo Piper?
Perché?

<Alex! Io me ne vado, fa come ti pare.> Mi avverte Nicky. Se potessi, la lascerei andare via da sola, ma è già ubriaca, lo riconosco dai suoi occhi e dal suo alito.

La seguo in mezzo alla folla, senza perdere d'occhio il suo vestito rosso.
Passo a fatica fra la folla, i ragazzi saltellano in avanti, verso il palco, dove il dj mette i dischi.

<Ce l'hai fatta.> Mi lancia il giubbotto ed esce dalla pista, dirigendosi verso l'entrata principale.
Appena mettiamo piede fuori, apro la bocca per riprovarla, ma lei mi precede, vomitando sul marciapiede, tutta la roba schifosa che ha in corpo.

<Merda.> Le afferro i capelli velocemente, tirandoli su in una crocchia disordinata.
Il buttafuori ci chiede di allontanarci, gli faccio notare che la mia amica sta vomitando, ma lui rimane impassibile dicendo che è l'ultima volta che ce lo chiede gentilmente.

Sposto Nicky sul prato vicino, al buio.
Fin quando non finisce di vomitare.
L'aiuto a sedersi su una panchina di ferro lì vicino, in borsa tengo sempre qualcosa dolce da mangiare, perché alcune volte a Piper si abbassava la pressione... Non importa!

Prendo un pacchetto di Loacker e glielo passo, sedendomi al suo fianco, mi sta entrando un gran mal di testa, premo i palmi delle mani contro la fronte, sempre con più forza, come se potessi scacciarlo via, aumentando la pressione.

<Lo sai, io non ho mai amato Stella.> Nicky inizia a parlare, come se fosse un discorso già aperto, ma in realtà le esce dal nulla.

<No cazzo. Mi faceva stare bene e ci capivamo, ma credo che lei abbia sempre amato la tua puttanella, perché non era mai così stronza in presenza di altri, solo quando vedeva la bionda al tuo fianco, si surriscaldava. E in più, non mi toglierò mai dalla testa Morello. Lo so che per lei non sono abbastanza, che continuerà a respingermi, ma ogni giorno, aspetto che esca da Litchfield, così magari anche noi potremo iniziare la vita che prima avevate voi..> Fa strani gesti con le mani, ma è uno dei discorsi più seri che abbia fatto da quando la conosco.

<Guarda come siamo finite noi.> Le faccio notare, continuando a premere le mani sulla fronte. Il mal di testa è martellante e fastidioso, non accenna a placarsi.

<Io e lei non finiremo come voi.> Fa una smorfia disgustata, mangiando un loacker <Morello è una vera donna. Non mi farebbe tutto il male che ti ha fatto Piper.>

<Possiamo parlare di altro?> Dobbiamo affrontare il discorso proprio adesso?
Mentre Nicky sa di vomito ed alcol, quando non è in grado di comprendere e l'unica cosa che vorrei, è dimenticare e non ricordare.

<No che non possiamo parlare di altro!> Si volta verso di me, i capelli ricci e sporchi le ricadono da una parte, scoprendo gli occhi rigati dal mascara nero.

<Fanculo io non lascerei mai perdere Morello, nonostante lei continui a respingermi. Cazzo io non sopporto la tua barbie bionda, ma in qualche fottuto e strano modo ti amava. Perché cazzo non avete lottato?!> Nicky si altera più del dovuto, sbatte i piedi a terra e disintegra i loacker, lanciando la confezione lontano, dentro ad un cespuglio.

<Nicky, non potevamo lottare. La miglior cosa da fare, era lasciarci andare.> Tento di spiegarle, ma credo che sia indirizzato più a me, che a lei. Sto cercando di auto convincermi, dopo il discorso sentito di Nicky.

<Lascia perdere Vause, sono ubriaca. Troverai qualcuno che ti meriti davvero, ma non sono sicura che l'amerai a tal punto.> Appoggia la schiena contro la panchina, lancia la testa all'indietro e chiude gli occhi.

Adesso sono io ad aver bisogno di vodka.
Tanta vodka.

PIPER:

Mary si lancia sul letto, rimbalzando sulla schiena più volte, prima che la materassa smetta di muoversi.

<Sono già le sei. Forse dovresti andare nella tua stanza.. Dobbiamo alzarci fra due ore.> Parlo piano e biascicando, lei ridacchia, coprendosi la bocca.
Abbiamo esagerato con quello champagne.

<Piper posso dirti una cosa?> Domanda, sedendosi a gambe incrociate sul letto e indicandomi con il dito.
Annuisco, intimorita da quell'indice, che punta verso di me, come fosse una pistola pronta a sparare.

<Sei bellissima.> Sussurra, lasciando cadere la mano sul ginocchio e cadendo nuovamente all'indietro sul letto, mentre ride a crepapelle.

Mi distendo accanto a lei, con un piede mi tolgo una scarpa e poi passo all'altra, una volta scalza, porto le ginocchia vicino al busto e poggio i piedi sulla coperta di lino.

<Come ha fatto Alex a lasciarti andare?> Le sue parole mi colpiscano come un treno a cento all'ora.
Non era l'argomento di cui avrei voluto parlare.

<Ci siamo lasciate andare.> Specifico, intendo dire che è stata una decisione che abbiamo preso insieme.

Mary si avvicina a me, la sua mano scorre veloce sulla mia spalla e le sue labbra sono sempre più vicine alle mie, che posso riconoscere l'odore di vino e champagne nel suo respiro.

<Potrei fartela dimenticare.> Sussurra al mio orecchio, baciandomi il lobo e lentamente passa le labbra bagnate sul mio collo.

La sua mano scivola lungo il mio vestito, afferra la mia gamba, portandola al suo fianco.
In quel momento, è umano che il mio corpo la desideri, ma più lei si fa vicina, più il mio cuore implora di farla smettere.

<Mary...> La distacco, allontanandomi velocemente <Non sono pronta, mi dispiace.>

Lei sospira innervosita, riprende il controllo di se e continua a guardarmi, sposta una ciocca dei capelli dietro il mio orecchio e si alza dal letto.
Prende le scarpe accanto all'armadio e la borsa, poggiata sulla sedia.

<Non preoccuparti Piper.> Esordisce con il suo solito tono, camminando all'indietro verso la porta.
Il suo sguardo non mi lascia un attimo, due occhi che lanciano una sfida, nel momento in cui le sue labbra si aprono, per pronunciare la fatidica frase

<Posso aspettare.>

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora