Capitolo trentanove

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<Non puoi farlo Piper.> Urla Polly arrabbiata, rompendo un bicchiere contro il tavolo.. 

Si ho chiamato i rinforzi.
Non potevo certo parlare con mio fratello di questa cosa, anche perché l'idea è stata sua e si sentirebbe eternamente in colpa, se gli confessassi il ricatto di Mary.
Così ho chiamato Polly, ho un po' approfittato di lei. Se ci fosse stata Alex avrei parlato con lei dei miei problemi, ma lei non è qui e ho bisogno di un consiglio femminile.
Fortunatamente Larry è a una battuta di caccia con degli amici.

<Non posso rifiutare.> Scuoto la testa, camminando avanti e indietro per la stanza.
Sfrego le mani l'una contro l'altra, così  velocemente che potrei accendere un fuoco proprio nel mezzo della stanza.

<Certo che puoi! Quella donna vincerà comunque. E non puoi lasciarla vincere.> Stringe un cuscino verde fra le braccia, immergendo il mento contro di esso, il quale sprofonda nel tessuto morbido, lasciando scoperti naso e occhi.

<Se mi faccio coinvolgere da Mary, non potrò più guardare Alex. Ma se la lascio in prigione non potrò perdonarlo a me stessa.> Sbuffo, rilasciando l'aria nella stanza e alzo la testa verso il soffitto, sperando che le risposte stiano miracolosamente fluttuando sopra la mia testa.
Alcune volte trovate la soluzione è più semplice di ciò che pensiamo, ma in altre situazioni una risposta non c'è e non esiste giusto o sbagliato, ma solo meno sbagliato.

E qual'è il mio meno sbagliato?

<Parlane con Alex.> Propone Pilly, la sua voce viene soffocata dal cuscino davanti alla sua bocca, ma riesco comunque a capire le parole che pronuncia.

Mi fermo davanti a lei, la fisso contrariata e porto duramente  le mani sui fianchi, assumendo la mia tipica posizione da "stai scherzando vero?"

<O forse no...> Si corregge Polly, stringendosi nelle spalle e nascondendo la faccia dietro al cuscino. Tiro via l'oggetto che mi impedisce di guardarla negli occhi e il mio sguardo la rimprovera, come se stessi parlando con una bambina incompetente, quando invece ho bisogno che lei mi aiuti e mi consigli.
Alex ha bisogno di me, ed io sto solo perdendo tempo.
Fra qualche ora dovrò presentarmi a casa di Mary e se non troviamo una soluzione subito, sarò data in pasto ai leoni, o in questo caso alla leonessa.

<Piper non credo ci sia una soluzione, ma se fossi in te non mi presenterei a casa di Mary.> Azzarda Pilly, girando il busto verso di me e portando un piede sotto al sedere, schiacciando il cuscino contro il petto, come se servisse da barriera per proteggerla.

<Devo andarci.> La correggo. Non ci vado perché lo voglio, domani mi sentirò inorridita da me stessa, ma lo faccio per la donna che amo.

<Alex capirà, è una donna intelligente. Capirà perché e sarà felice riessere in prigione, piuttosto che convivere con il pensiero di averti costretta a pagare per i suoi errori.>

<Ma sono i miei errori!> Premo i palmi delle mani contro la fronte, poi gli lasciò cadere sul volto, sorprendendomi del calore che emanano le mie guance.

<Sicuramente non sei senza peccato, nessuno lo è, ma è stata Alex a decidere du scagliare quel pugno.. Insomma è questo che mi hai raccontato, non le hai imposto di picchiare Mary.> Fa spallucce, pensando all'intera storia come se fosse un film, un lunghissimo film con un susseguirsi di scene drammatiche.

<Tu non lasceresti Larry a marcire in una cella.> Tento di paragonare la situazione, facendole capire che relatività c'è.
Lei combatterebbe a qualunque costo, come sto facendo io, piegandosi al minimo ricatto.

<È vero, ma non permetterei a nessuno di comprare il mio corpo, come merce da scambio.. Assolutamente no Piper! Dobbiamo trovare un'altro modo e in fretta.> Si alza dal divano, con l'aria di chi è pronto a sollevare il Mondo, pur di trovare il pezzo mancante del puzzle.

<Non ne esistono Polly.> Appoggio la testa sull'indice e il pollice, scuotendola leggermente in dissenso.

<Invece si, perché noi siamo Polly e Piper! Abbiamo il compito di salvare Alex e anche te a quanto pare.> Va verso il tavolo in fondo alla sala e prende una penna nera, si rigira cercando un foglio sul quale scrivere, nel mentre sbatte ripetutamente la penna sul palmo della mano.
Il rumore della plastica contro la sua pelle, è ritmico e assomiglia all'ondeggiare lento dei secondi, allo scorrere pesante dei minuti...
Un orologio che mi ricorda ogni secondo di più, la distanza che mi divide da Alex e il tempo che manca, prima di vedere andare in frantumi la mia vita, consegnandola nelle mani di Mary.

<Ho un'idea. Forse niente di buono, ma potrebbe funzionare.> Sorride Polly improvvisamente, interrompendo lo sbattere sinfonico della penna e accartocciando i miei pensieri per un secondo, dandomi quel pizzico di speranza,  di riuscire a salvare entrambe anche stavolta.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora