Capitolo tredici

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<Hai preso tutto?> Alex controlla le valigie, ha nascosto sotto ai vestiti, una bottiglietta del suo profumo, credendo che non la vedessi, invece ho colto il suo gesto, perché non facevo altro che guardarla, sapendo che sarebbe stata l'ultima volta.

Quando saluti una persona, senza sapere che sarà l'ultima volta che la vedrai, ti allontani da essa con un sorriso, l'idea di perderla non ti sfiora nemmeno. Poi improvvisamente un giorno, quella persona se ne va, lasciandoti un gran vuoto dentro e tante domande.
Ma quando dici addio a qualcuno, sapendo con certezza che sarà l'ultima volta che i tuoi occhi si poseranno su di essa, che le vostre labbra si uniranno, che le vostre mani si sfioreranno, dopodiché non avrete più niente di tutto questo... Come ti senti?

<Mi manca l'accappatoio.> Vado verso il bagno, passando per la nostra stanza.
I lenzuoli sono ancora disordinati e il vestito nero che indossava l'altra sera, è steso a terra.
I nostri profumi non sono ancora svaniti del tutto, si confondano nell'aria, donando a quest'appartamento, la sua essenza.

Mi giro verso il cassettone, dove le nostre foto sono esposte in bella vista.
Alex ne va così fiera di quella collezione di cornici.
Dice che racchiudono tutta la nostra vita.

Dall'altra parte della stanza, c'è ancora il proiettile nel muro.
Nessuna delle due ha mai avuto il coraggio di toglierlo. Non per paura dell'oggetto in se, ma perché quel piccolo bastardo, ci ha ricordato giorno dopo giorno, quanto avessimo combattuto, con le unghie e i denti, aggrappandoci le una all'altra, ed uscendo da un temporale, che sembrava non passare.

Sospiro profondamente, inalando il profumo di quella stanza. Nessuna camera, potrà imitare quest'odore floreale.
Quando mi chiudo la porta alle spalle, mi ricordo che quando tornerò, la stanza sarà sempre qui, ma che il profumo di Alex sarà svanito. Il tempo l'avrà portato via con se.
Vorrei poter prendere un vasetto e trattenerlo dentro il vetro, lasciarlo sul cassettone, così quando tornerò, mi basterà svitare il tappo e ridare alla stanza, il profumo che le appartiene.
Ma non posso.

<Eccolo.> Le mostro l'accappatoio, sorridendo malinconicamente. Lo metto dentro valigia, pigiandolo a forza. Era l'ultima cosa, ora non ci rimane che chiudere la cerniera.

Senza che dica niente, mi siedo sopra la valigia e aspetto che Alex la chiuda per me.
Facciamo sempre così, prima di ogni viaggio.
È diventata un'abitudine, il mio è stato un gesto spontaneo, che Alex ha assecondato.

<Non c'è altro?> Avevo immaginato la mia partenza molto diversamente.
Sarei potuta partire, baciando Alex e sapendo che ci saremo viste su Skype, attendendo il mio ritorno.
Oppure credevo che sarebbe impazzita, avrebbe sbattuto la porta e se ne sarebbe andata.
Avrebbe fatto meno male, di questo.
Dopo la notte che ci siamo regalate, lei ha deciso di restare e dopo una doccia calda, mi ha aiutato con le valigie.
Adesso sono costretta a guardarla negli occhi, mente le dico addio.
Il mio cuore cederà, da un momento all'altro.

<Nient'altro.> Scuoto la testa, afferrando il manico della valigia e la alzo dal pavimento.
Scendo lentamente le scale, passo per passo, sbilancio il peso più volte, rischiando di perdere l'equilibrio, ma non mi preoccupo, perché Alex è dietro di me e so che tenderebbe le braccia, pur di riprendermi.

Mando un messaggio a Mary, avvertendola che sono pronta.
Quando l'ho chiamata, per avvertirla che avevo preso la mia decisione, ha esitato per qualche secondo, indecisa se volerlo sapere o no, poi ha acconsentito e quando le ho dato la notizia, ha esultato più del previsto e si è offerta di venirmi a prendere la mattina stessa.
Il che è stato un bene, non oso immaginare come sarebbe stato passare altre ventiquattro ore con Alex, sapendo che erano le ultime.
Ha già fatto troppo male, stare insieme due ore.

<Dove andrai?> Le domando, rimettendo il telefono nella tasca posteriore dei jeans.

<Pensavo di restare qui per qualche giorno, per riprendere le mie cose. Poi tornerò al nostro vecchio appartamento.> Scrolla le spalle e si appoggia contro il muro, come se le sue gambe non reggessero più e avesse bisogno di sostegno, per restare in piedi, davanti a me.

<Certo, fai.. Fai con comodo.> Balbetto, grattandomi nervosamente la nuca.
Restiamo in silenzio, i nostri sguardi si evitano più volte, posandosi su oggetti e angoli della casa.
Sembra ieri, quando ci siamo incontrate in quel bar, non avrei mai pensato che lei potesse diventare parte della mia anima, parte di me.

Ad ogni modo, anche se sto partendo, anche se ci stiamo lasciando, anche se le nostre strade si divideranno, so che lei abiterà per sempre dentro di me e sono sicura che io abiterò dentro di lei.
Le nostre vite andranno avanti, ma i nostri cuori non batteranno a questo modo, per nessun'altro.
Ci saranno altre persone, che occuperanno la nostra vita, che dormiranno nei nostri letti, altre persone che ci accompagneranno durante i nostri giorni, ma quando scopriremo a piangere, quando non riusciremo a dormire, o a mangiare, durante le notti buie e piene di incubi, quando guarderemo una persona negli occhi, per un istante, i ricordi torneranno a questi giorni, riporteranno ai polmoni l'ossigeno, ricordandoci di quanto amore ci siamo donate, consumandoci fino alle ossa.
Quegli saranno ricordi che ci faranno sorridere, ma che incideranno ancora più nel profondo, una ferita che resterà sempre aperta.
Ci addormenteremo ripensando a noi, facendoci cogliere da un senso di nostalgia e soffocamento, perché al nostro fianco, ci sarà qualcun'altro.

Biiiip. Biiiip.

<È arrivata Mary.> Prendo la borsa in mano e tiro su la valigia da terra.
Alex si distacca dal muro, trattiene il respiro, schiudendo le labbra e il suo sguardo si posa sul mio.
È in quel momento che il mio cuore cede.

In quel momento, so che una parte di me sta morendo.

<Buon viaggio.> Tenta di sorridere, strofinando via le lacrime.

<Okay..> Sussurro chiudendo gli occhi e annuisco, auto convincendomi, che lasciarla andare, adesso è la soluzione migliore.
Lei non mi ha tenuto in gabbia, non posso farlo nemmeno io.

Alex fa un passo verso di me, ed io verso di lei.
Le nostre labbra si uniscono disperatamente, le sue mani stringono le mie guance con forza, mentre io la tengo per la schiena.
Aggrotto la fronte, ricacciando in gola le lacrime.

<Fatti valere Chapman.> Mormora sorridendo, ed io annuisco contro il suo naso.
Le lascio un bacio sulla guancia e immergo la testa dentro ai suoi capelli, sussurrando profondamente al suo orecchio

<Ti amo.>

<Anch...> Alex deve fermarsi un secondo, per spingere le lacrime lontano dai suoi occhi.
È difficile trattenersi, quando l'unica cosa che vorresti fare è scoppiare.

<Anch'io ti amo.>

Biiip. Biiip. Il clacson suona nuovamente, è arrivato il momento di andare.

<Devo proprio scappare.> Le dico, struggendomi un'ultima volta nel suo abbraccio.

<Certo.. Ciao Piper.> Alex non ce la fa a pronunciare la parola "addio" e nemmeno io.
Sarebbe come ammettere che le cose si stanno chiudendo per sempre e credo che nessuna delle due, pur sapendo che è così, abbia la forza di accettarlo.

<Ciao Alex.>

Chiudo la porta alle mie spalle, dirigendomi verso l'audi nera parcheggiata davanti al viale di casa mia.

Sta iniziando qualcosa di nuovo, un percorso che porterà tante sorprese.
Ma in questo momento non riesco a godermelo, perché so che sarà un percorso...

Un percorso, senza Alex Vause.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora