Capitolo trentatré

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<Non se ne parla Piper.> Sbotta Alex, dopo aver ascoltato la mia idea.

<Ma è l'unico modo.> Cerco di convincerla, spingendomi avanti con il busto, ma restando seduta sul letto ancora caldo.

<No, no e poi no. Troveremo un'altra soluzione.> Dice infine, girandosi di spalle e ricominciando a mettere in borsa cose a caso.

<Se tu mi ascoltassi per un attimo, capiresti che non è una cattiva idea.> Mi alzo dal letto, scostando le coperte calde dal mio corpo. Vengo investita da una ventata fresca, proveniente dalla finestra aperta.
La pelle d'oca solca le mie gambe e le mie braccia, stringo le mani sotto le ascelle e unisco i denti, mi ci vuole qualche secondo per abituarmi al cambio di temperatura.

<È una pessima idea.> Mi fa notare, sottolineando con enfasi la parola pessima.

<Alex...> Faccio scivolare le mani sulle sue spalle, lei si scioglie sotto il mio tocco, posso sentire i suoi muscoli rilassarsi sotto i miei palmi.
Con delicatezza la volto verso di me, trovandomi sorprendentemente a contatto con i suoi occhi lucidi, forse per la voglia di piangere, o per la paura di tornare a Litchfield.

<Non abbiamo scelta.> Mormoro, sfiorando il suo volto con le mie dita. Alex inclina la testa, poggiando la guancia sul mio palmo morbido.

<Posso farlo davvero.> La rassicuro. Per un attimo i suoi occhi si posano sui miei, sicuri che la mia non sia una così pessima idea, ma poi torna alla realtà e scuote energicamente  la testa, rifiutando di nuovo.

<Non se ne parla nemmeno.> Conclude l'argomento, prende la borsa e si rigira verso di me <Faremo a modo mio. Ce ne andremo per qualche giorno, scompariremo. E quando torneremo, le acque si saranno calmate.>

<Non puoi saperlo.> Incrocio le braccia al petto, stizzita.

<Piper, non farmi arrabbiare. Non c'è tempo di litigare. Vestiti e andiamo.> Mi ordina, guardandomi da dietro le sue lenti con una punta di durezza di troppo.

Faccio come dice lei. Mi metto una maglietta a caso, bucata in diversi punti e anche un po' scolorita, la usavo per andare a correre.
Dei jeans chiari e delle scarpe alte bianche, poi metto in una borsa dei vestiti di ricambio e scendo al piano di sotto.

Questa situazione la sta mangiando voracemente. Alex non capisce che non servirà a niente scomparire, che fra qualche giorno torneremo e le cose saranno esattamente come adesso.
La polizia prima o poi vorrà interrogarla e se non la troverà a casa, sarà peggio, ma non ha apprezzato la mia idea, perciò farò a modo suo, per rassicurarla, ma quando torneremo, dovremo affrontare la situazione, come sempre abbiamo fatto.
Se c'è una cosa che ho imparato, è che dalla piccola scatola chiamata realtà, non si fugge mai.

Salgo in macchina, dove Alex ha già preso posto. Le chiedo dove andiamo, ma la sua unica risposta è

<Non lo so.> Scrolla le spalle e mette in moto <Dove ci porta la strada.>

E partiamo. Senza meta, semplicemente ci allontaniamo dalla nostra casa, dai problemi, da tutto.
Alcune volte non importa dove vai, vuoi solo scomparire per un po', far finta di non esistere e lasciare che il tuo nome, sia solo un ricordo lontano, del quale tutto prima o poi si scorderanno.

Ma noi non stiamo andando via per sempre, non abbiamo le risorse finanziare per farlo.
Diciamo che questa sarà una vacanza improvvisata.

Alex accelera sempre di più, quando in lontananza vede un ponte, che sembra sia la fine dei nostri problemi: una volta sorpassato, tireremo un sospiro di sollievo e ci sentiremo così lontane, da illuderci per qualche secondo di aver vinto, ancora.
Eppure quella sensazione sarà così effimera, che non riuscirà ad alleviare i nostri problemi.

<Che succede se non funziona?> Chiede la corvina, mentre la nostra auto corre veloce sopra al ponte verde e una distesa di acqua si apre sotto ai nostri occhi.

<A quel punto, faremo a modo mio.> Metto una mano sulla sua, per rendere le mie parole più efficaci, aiutandomi con un piccolo contatto fisico.

<Non possiamo.> Riflette Alex, fissando davanti a lei, come se alla fine della strada, ci siano le risposte a tutte le domande, la luce che stava aspettando.

<Non avremo scelta.>

Sorpassiamo il ponte, sobbalzando leggermente, per colpa di una buca inaspettata.

Il suo sguardo si spegne, nessuna risposta si è aperta davanti ai suoi occhi, solo tante altre domande.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora