Capitolo trentasei

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<Non è giusto Piper.> Si lamenta mio fratello, mentre stringe fra le mani una tazza di caffè caldo.. Probabilmente il quinto che beve nel giro di un'ora.

<Certo che è giusto Cal. Alex è la persona della mia vita, non la lascerò marcire in una cella. Lo sfogo che ha avuto, se pur sbagliato, è stato una conseguenza delle mie azioni.> Sbatto il palmo della mano sul tavolo, facendolo tremare e prima che si rovesci il caffè, lo riprendo dai lati, riposizionandolo correttamente sul pavimento bianco.

Cal sembra assorto nei suoi pensieri, si è allontanato da me e chissà a cosa starà pensando adesso. Mio fratello non è riconosciuto per la sua brillante mente, più che in altro in famiglia viene ricordato per tutti i guai che ha procurato, con le sue "invenzioni". Come quando ha sabotato involontariamente il pranzo di Natale. Mia mamma aveva passato giorno e notte a preparare la casa, il cibo, gli addobbi.. Qualsiasi cosa era perfettamente ordinata, bastava mettere un piede nel corridoio e un'aria natalizia ti investiva, come il profumo dei fiori in primavera. Erano appena arrivati gli invitati e Cal, si è lanciato dal secondo piano, aggrappandosi ad un addobbo di carta, come fosse una liana di Tarzan. Ovviamente è caduto miseramente e non solo si è rotto un braccio, ha anche rovinato l'intero pranzo, si perché il suo corpo cicciottello si è schiantato contro il tavolo imbandito, mentre gli ospiti stavano banchettando.

Per questo, quando alza lo sguardo acceso su di me, ho paura che se ne uscirà con una delle sue genialate, ma invece mi sorprende...

<Potresti andare a parlare con Mary.> Espone con naturalezza, come se fosse un pensiero semplice da formulare, che anche la mia meravigliosa mente, avrebbe potuto concepire prima.

<Insomma, se eserciti tanto potere su di lei, potresti riuscire a convincerla a ritirare la denuncia.> Fa spallucce e beve un sorso del suo caffè, arricciando le labbra e facendo spuntare un sorriso da sotto la barbetta, come se fin ora non si fosse goduto quella bevanda e solo adesso riconosce il sapore autentico.

<Tu non la conosci, quella non è una donna, è una vipera.> Mostro la lingua ed emetto il suono del serpente, colpendo il braccio di Cal con un leggero pizzicotto, che lo fa saltellare sulla sedia sotto di lui.

<Può essere... Ma tu hai un flauto e sai come ammaestrarla.> Solleva le sopracciglia, concludendo con un sorriso orgoglioso.

In effetti, è davvero un'ottima idea. Potrei convincerla a ritirare la denuncia, Alex tornerebbe a casa e non ci sarebbe bisogno di attuare il mio piano, alquanto rischioso.

...

Alle quattro del pomeriggio, sono davanti alla porta del suo ufficio. Questo posto sembra più angusto del solito, non posso credere che tutti i miei sogni si annidassero qui, in mezzo a quattro mura. Io ho bisogno di sbocciare il volo, non posso rintanarmi in un ufficio per essere felice, non so veramente a cosa stessi pensando, quando ho accettato questo stupido lavoro.

Non si possono aprire le ali, perché verrebbero tagliate via dalle pareti bianche. Solo Alex sa come farmi aprire le ali, con lei posso sbocciare il volo, senza aver paura di cadere.

<Porta i documenti da Mark e...> Ero molto indecisa se aprire la porta o meno, ero rimasta immobile davanti a quei vetri oscurati, con la mano a mezz'aria e il pugno chiuso, ma alla fine ci aveva pensato la sua segretaria a scegliere per me, perché aveva aperto la porta, rivelando la mia figura sullo soglia.

<Lasciaci sole.> La liquida Mary, facendomi segno di entrare. Non si scompone, né quando cammino all'interno del suo ufficio, né quando mi siedo compostamente sulla poltrona bianca davanti alla sua scrivania. Resta immobile a fissarmi, con i suoi occhi di ghiaccio, così freddi, che non mi permettano di vedere oltre, di scoprire a cosa sta pensando.

<Che sopresa.> Ammette senza giri di parole, ma senza cambiare di una virgola il suo portamento.

<A cosa devo il piacere?> Una donna di ghiaccio, anzi no, un pezzo di ghiaccio. Quell'essere non può provare sentimenti. Si alza finalmente dalla poltrona, lasciando il suo posto da regina e si mette di spalla, vicino alla finestra. Tiene le mani legate dietro al busto, come faceva duranti gli incontri lavorativi, le gambe incrociate, a mostrare quelle forme, che sembrano scolpite da mani professioniste. Niente la tradisce, se non fosse per la schiena. Rigida, come se avesse appena ricevuto una frustata, che l'ha costretta a inarcare il torace in avanti.

<Non ci girerò in torno, lo sai che sono una persona schietta.> Le dico, senza mezzi di parole e ottengo la sua attenzione <Ritira la denuncia.>

Inizialmente sulla sua faccia si dipingono diverse emozioni contrastanti, tra cui rabbia, frustrazione, delusione, vengono scacciate via da una risata isterica, che manda in frantumi il mio controllo.

<Alex ha reagito ad una tua provocazione. Ti prego non farle questo, non puoi.> Addio flauto magico, mentre la imploro, mostrando la mia debolezza, mi sento un piccolo topolino, che presto verrà inghiottito dal serpente che staglia davanti a me.

<Avrebbe dovuto pensarci prima.> Unisce le mani sulla pancia e con passo fermo e sicuro, si avvicina a me. Riconosco il suo odore, che mi manda fuori di testa, sembra così acuto e insopportabile. Le sue mani si muovano gentilmente sul mio volto, evito il suo tocco spostandomi da un lato, ma lei insiste ancora e lascio che si prenda ciò che vuole, ripetendomi che lo sto facendo per Alex.

<D'accordo... ritirerò la denuncia.> Non ci credo! L'ha detto davvero? La guardo con un sorriso e la ringrazio più volte, quando mi mostro il palmo della mano, zittendomi.

<Solo ad una condizione.> Mi avverte, il suo sguardo si fa più pesante e ogni volta che le sue pupille si posano su di me, mi sembra che mi stia lanciando addosso del piombo.

<Ritirerò la denuncia se verrai a letto con me.>

<Cosa? Non puoi farlo.> Balbetto disgustata, togliendo la sua sporca mano dal mio volto e scostandomi da lei sempre di più. La donna non perde il suo coraggio e si azzarda ad aggiungere..

<E se tornerai in Norvegia con me.> Riprende posto sul suo trono, sfidandomi ancora. Tutto il suo corpo mi lancia un grido di sfida

<Queste sono le condizioni, per la libertà di Alex.> Sospira, riprendendo il suo lavoro, come se niente fosse <Ah, sono irremovibile.> Specifica.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora