Capitolo sette

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Alex canticchia una canzone, muove le anche a tempo di musica, facendo oscillare la camicia bianca da una parte all'altra, creando un effetto: vedo, non vedo. Contemporaneamente stringe una padella fra le mani e fa saltare una piadina in aria.
È scoppiata in lei una passione per la cucina, ultimamente.

<Sono a casa.> L'avverto della mia presenza, lascio cadere la borsa sul divano e mi incammino verso di lei, afferrandola per i fianchi.
Le sue curve si riversano sui miei palmi, l'accarezzo dolcemente e appoggio il mento sulla sua spalla, scostandole i capelli dall'altro lato.

<Non credevo saresti tornata... Tutto bene?> Aggrotta le sopracciglia confusa. Durante il viaggio di ritorno, ho deciso che non parlerò di questa mia scelta con Alex.
Si sentirebbe il bastone fra le ruote e non voglio che questo complichi le cose fra noi, adesso che stanno andando alla grande.

<Tutto bene.> Concludo la conversazione in fretta, cambiando argomento. <Ho il giorno libero, che facciamo?> Mangio le croste della piadina bruciata, che sono sparse sul bancone della cucina.
A quanto pare, questo non è il primo tentativo di Alex.

Lei alza le spalle, come per dire "non lo so", anche se in realtà sta dicendo "non lo so, avevo programmato di dormire tutto il giorno".

<Potremo chiamare Nicky e fissare qualcosa con lei.> Propongo, mentre metto in bocca un ultimo immangiabile pezzetto di piadina annerito, o meglio carbonizzato.

<Scordatelo. Nicky è una mia grande amica, ma non fisseremo con lei, se questo implica avere Stella fra i piedi.> La sua mano stringe più forte la spatola, le dita diventando sempre più rosse e il dorso trema, facendo cadere dell'impasto, dentro alla padella.
La guardo e avvicino la mia mano alla sua, accarezzo la sua pelle, poi intreccio le dita alle sue e porto le nostre mani sul bancone.

<Alex, devi smetterla di pensare a Stella. È vero, ha incasinato più volte la nostra relazione, ma non possiamo permetterci di darle così tanto potere. È semplicemente la ragazza di Nicky e se vuole venire con noi oggi, si unirà alla combriccola. Noi saremo educate, ma indifferenti.> Le spiego, gesticolando fin troppo, ma mantenendo sempre un tono calmo e piatto, per farle capire che non c'è niente di cui preoccuparsi.

<Ahh...> Sbuffa Alex, lanciando la testa all'indietro e alzando gli occhi al cielo irritata <La chiamo, prima di cambiare idea.> Lascia perdere la piadina, per prendere il telefono dietro di lei e compone il numero di Nicky.

Sono contenta che Alex abbia delle amiche, persone con le quali poter parlare, ma non è brava a coltivare le amicizie, per la sua completa devozione a me.
Non ci molliamo un attimo.
È da tanto che non sento Polly e Larry, proprio perché io ed Alex ci rifugiamo nella nostra casa e spendiamo le nostre giornate insieme.
Ed io adoro il nostro rapporto, lo considero unico e magico, il vero amore del quale tutti parlano, quello che capita una sola volta nella vita. Noi ci bastiamo...
Però adesso sto pensando che in un bell ufficio in Norvegia, potrei avere tanti amici e colleghi, con i quali uscire a cena fuori, o passare il weekend.
Insomma, una vita normale. Non che quella con Alex non vada bene, è solo un po' limitata.

<Nicky, si ciao... Pensavo di fare qualcosa... Ah, capisco. Ci sentiamo.> Alex torna da me, incrocia le braccia al petto e con una mossa veloce, sposta i capelli corvini sulle spalle, coprendo maggiormente il volto.

<Nicky non può. Oggi va a trovare Morello.> Riprende a girare la piadina, ma è troppo tardi.
Carbonizzata anche questa.

<A trovare Morello? Perché?> Domando confusa. Che fra Nicky e Morello ci fosse qualcosa era chiaro, soprattutto in passato, ma pensavo che dopo Stella, non avessero avuto più contatti.

<Nicky va sempre a trovare Morello.> Scrolla velocemente le spalle, come fosse una cosa naturale.
E pensandoci bene, credo che lo sia davvero... Se una persona ti entra nell'anima, scava nelle ossa e riempie i tuoi polmoni di felicità, non importa ciò che succede, se il tempo o le circostanze vi allontanano, troverete sempre un modo per restare in contatto con essa, anche lontani mille e miglia.
Perciò, non dovrei essere così allibita che Nicky, sia tornata a trovare Morello spesso.
Lei è la sua Alex.

Mentre io elaboro tali supposizioni, il telefono vibra contro il bancone. Leggo il nome di Mary sullo schermo e per un secondo decido di attaccarle in faccia, ma sarebbe la volta buona che mi gioco il posto di lavoro.
Mi scuso con Alex, che nel frattempo è intenta a cuocere un'altra piadina.

<Pronto?> Controllo che Alex non stia badando a me, mentre mi siedo sul divano e mantengo un tono basso.

<Piper... Da quanto ho capito, la tua risposta è un no, ma voglio comunque avvertiti.. Ho proposto il posto di lavoro a Jenny, la quale sembrava molto entusiasta e sarebbe disposta ad accettare. Le ho detto di aspettare tre giorni, nei quali tu dovrai prendere una decisione definitiva. Ti prego Piper, pensaci. Quest'azienda è importante per me e tu sei una persona, delle quale posso fidarmi ciecamente. Non deludermi.> L'idea che quella antipatica di Jenny si prenda ciò che è mio, mi fa salire i nervi, cerco di restare calma e dopo qualche secondo di silenzio, rispondo

<Mary, io ho cose importanti alle quali pensare.. Insomma, c'è Alex e...>

<Se ti ama, lo capirà.> Mi interrompe. Tipica frase di circostanza, non posso credere che l'abbia detto. Da una donna come lei, mi aspettavo una frase più d'effetto, anche se questa mi ha scosso leggermente.. Insomma, ha ragione.
Alex mi ha già dimostrato che mi ama, ma non è per questo che deve smettere di farlo, giusto?
No! No. Mi sta confondendo le idee, ecco cosa sta facendo.
Riesce a scagliare la freccia al momento giusto e fare centro, ti fa barcollare e se non sei in grado di tenere testa ad una donna del genere, crolli ai suoi piedi.

<Lei mi ama.> Puntualizzo con tono duro <Ed io amo lei, per questo ti dico che sono pronta a dire no al lavoro.>

<Tre giorni, pensaci e fammelo sapere. Sappi che non saresti sola, avresti bisogno di un tutore ed io, garantirei per te. Sarei pronta a venire tre mesi in Norvegia con te, per aiutarti nel tuo lavoro, perché sei una donna con davvero tanto potenziale.> Stiamo avendo una semplice conversazione al telefono e la sua precedente frase, mi ha davvero fatto incazzare, stava giocando con me, proprio come con i nostri clienti, ma adesso posso sentire la sua voce ardere per me.
Non è professionale, ma confidenziale.
Perché crede così tanto in me?

<D'accordo. Mi prendo questi tre giorni per riflettere, ma non credere che la mia risposta cambierà.> Specifico, con un sorriso sul volto. Sono sicura di aver fatto la scelta giusta e niente potrà farmi cambiare idea.

<Vedremo Piper, vedremo...>

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora