Capitolo quarantuno

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<Dio santo Polly! Non dormire su di me!> Si lamenta Nicky, scacciando via la donna che si era comodamente sistemata sulle sue gambe.

<Mi dispiace.> Biascica ancora mezza fra il sonno <Voi siete già stata in cella. Io no! Questo posto mette i brividi...> Polly tira le gambe al petto e le stringe in una morsa sicura con le braccia, come se potesse proteggersi da tutta la sporcizia che si annida negli angoli, o sotto alla panca, semplicemente rannicchiandosi.

<Ehi! Così mi offendo.> La schernisce Nicky, muovendo i ricci capelli da una spalla all'altra e la guarda male, Polly balbetta delle scuse e la riccia scoppia in una risata.

<Guarda questo che brutto.. >Alex si sta occupando di me. Noi ci siamo sistemate sull'altra panca e mi sono distesa sulle sue gambe, ho appoggiato la testa sulle sue cosce accoglienti e lei mi ha spostato i capelli dal volto e trovato ogni taglio o livido che facesse male e li ha baciati uno ad uno, utilizzando le sue labbra come medicina.

<Alex.. Alex.> La richiamo, è così impegnata a curarmi e magari sta anche pensando ad un modo per spaccare la faccia di Mary, che non si accorge della mia voce. Quando finalmente ottengo la sua attenzione, sorrido spensierata, dimenticando dove ci troviamo, quanto puzzi questo posto, scaccio via le urla divertite di Polly e Nicky.
Ci siamo solo io e lei, immagino di essere distesa su un prato, o meglio ancora sul nostro letto e che sia una mattina normale, come tutte le altre e che lei mi stia coccolando dopo una notte di sesso.

<Mi sei mancata.> Sussurro piano, portando una mano dolorante al suo volto e accarezzo la sua guancia morbida con il mio palmo. Alex allunga le punte delle labbra, mostrando un sorriso amorevole. È tutto ciò di cui ho bisogno.

<E mi sento terribilmente in colpa se è successo tutto questo, mi dispiace così tanto Alex. Spero di essere stata convincente in tribunale e di farti uscire da qui.> Rilascio un sospiro pesante, sento l'ansia assalirmi al collo e stringerlo così forte da farmi soffocare.
Devo sapere.
Non può restare Alex in prigione, dopo quello che Mary ha fatto in tribunale!
Mi ha aggredita dannazione! E questa volta per davvero..

<Lo devo ammettere.> Se ne esce Nicky improvvisamente, alzando le mani in segno di innocenza, ma facendo capire che qualunque cosa stia per dire, non sarà per niente innocente <Un po' mi mancavano gli angoli fetidi della prigione. Qui riusciamo ad odiarci ed amarci a tal punto da diventare pazzi.> Lascia uscire una breve risatina, porta i capelli all'indietro e si appoggia contro il muro macchiato di sangue, o forse petrolio, non lo so.

Ha ragione Nicky.
Dentro ad una cella nasce tanto amore, o tanto odio e sono due sentimenti talmente forti, da accecarti la vista, annebbiarti la mente, controllare il tuo cuore e impossessarsi della tua anima.
Sta a decidere a quale dei due vuoi dare sfogo.

Sentiamo dei passi metallici avvicinarsi a noi, tutte e quattro drizziamo le orecchie e guardiamo speranzose oltre quelle sbarre.
Passa una guardia e poi un'altra, ma non vengono verso di noi, aprono la cella accanto alla nostra e tirano fuori qualcuno.
Dalle urla si riconosce essere una donna, che si sta evidentemente difendendo, o provando a scappare, per non finire dentro.
Le due guardie afferrano la donna per i bracci e passano davanti alla nostra cella.
Lei non sembra nemmeno umana, è un animale.
Ha i capelli scapestrati, scalcia insistentemente, muove le braccia al cielo, per quel che le è concesso e poi si volta verso di noi e la riconosco subito.
È Mary. La stanno portando via, quindi fra poco toccherà anche a noi la sentenza finale.

La guardo allontanarsi insieme a loro, anche Mary mi fissa ed improvvisamente Alex la riconosce, si fionda contro le sbarre e le punta il dito contro, parlandole come se fosse un rifiuto umano.

<Andiamo Alex.> L'afferro per le braccia e la staccò dalla grata, prima che vada oltre e sia troppo tardi.
Quando mi volto, Mary non c'è più e con lei se ne sono andate anche le urla, i pianti, gli sbagli, è uscito tutto da quella pesante porta e adesso mi sento leggera, come se fossi una piuma e potessi essere sollevata alla prima folata di vento.

Le chiavi arrugginite di una guardia mi riportano alla realtà, le sta infilando dentro la serratura ed infine ci guarda da dietro i suoi folti baffi e abbassa leggermente la visiera, poi accenna ad un sorriso complice

<Siete libere.>

<Tutt.. Tutte noi?> Domando stringendo a me la mano di Alex e portandola vicino al mio cuore, che credo stia per saltare fuori dal petto, come un delfino felice che nuota nell'oceano e salta fuori dall'acqua quando meno te l'aspetti.

<Si tutte voi.> Ecco. Il mio cuore salta in quel momento fuori dal petto, fa due giravolte e si riposa al suo posto, felice come non mai.

......

Usciamo tutte insieme dalla prigione.
Larry è venuto a prendere Polly, che non si attarda a corrergli incontro e saltargli al collo. Ci salutano in lontananza con la mano e schizzano via ridendo di quest'esperienza.

Nicky se ne va con sua cugina. È appena uscita da una cella e sta per tornare in prigione, perché ha deciso di andare a trovare Morello e raccontarle questa buffa vicenda. Ne avranno di tempo per parlare.

<Noi che facciamo?> Chiedo ad Alex, camminando mano nella mano in una strada deserta e lontana da casa.

<Quello che vogliamo Pipes. C'è tutta una vita davanti.> Si sporge verso di me per darmi un bacio e finalmente assaporo il sapore delle sue labbra, che tanto mi era mancato.

Alex ed io ci incamminiamo lungo il ciglio della strada, il Sole batte forte contro i nostri volti, riscaldando la pelle rattrappita.
A riscaldare i nostri cuori, ci pensa l'amore.

Ha ragione Alex.
Abbiamo una vita davanti ed è tutta per noi!

FINE

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Ci risiamo😫 Mi dispiace terminare anche questo sequel, ma era tempo di dare un finale alle nostri amanti.
Spero che vi sia piaciuto e vi aspetto nelle prossime storie!
Un bacio grande a tutti voi che siete sempre stati presenti, grazie a tutti di cuore.

Ciaooo❤️❤️

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora