Capitolo nove

1.1K 70 39
                                    

PIPER:

Oggi è stata una giornata noiosa. Solite pratiche da sbrigare, nessuna chiamata proficua. Una noia mortale, ho davvero bisogno di divertirmi e staccare lo sguardo dallo schermo del computer, per almeno qualche ora.

In ufficio ormai se ne sono andati via tutti, è rimasta solo Julie, Jhon, che non lascia mai la scrivania, prima che esca il capo. Ed infine, io e Mary.
Nessun'altro.
Le luci fioche illuminano l'azienda, facendola risultare più macabra.
Non ero mai rimasta fino a tardi e sinceramente preferirei andarmene a casa da Alex, ma ho già accettato la proposta di Mary e non posso tirarmi indietro adesso.

Mi alzo dalla mia scomoda sedia  e spengo la luce sulla mia scrivania, afferro la borsa, portandola sulla spalla sinistra e vado a bussare alla porta di Mary.

<Avanti.> Entro lentamente, facendolo solo capolino con la testa. È seduta sulla sua comoda poltrona, è impegnata a  firmare delle carte, quando mi vede sorride e lascia perdere il lavoro, fa cadere la penna sulla scrivania, la quale procure un leggero rumore e si alza in piedi, indossando il cappotto di Gucci.

<Sei pronta?> Annuisco e mi faccio da parte, aprendo maggiormente la porta.
Mary mi ringrazia, passando davanti a me con classe. Il suo braccio sfiora il mio e per qualche strana ragione, ho la sensazione che sia un gesto volontario, per niente casuale.

<Julie.> Mary richiama l'attenzione della sua segretaria, la povera ragazza scatta sugli attenti, tenendo le spalle diritte e una postura quasi perfetta.

<Si signora?> Chiede, guardando davanti a se, senza mai spostare gli occhi, nemmeno per caso, sulla donna che le sta impartendo ordini.

<Chiudi l'ufficio, per oggi abbiamo finito.> Noto che Mary si rivolge a lei come una semplice impiegata, una donna della quale ha poco rispetto, o peggio ancora, totale indifferenza.
E c'è una netta differenza, del tono che usa con Julie, di quello che usa con me.

<Certo signora.> La ragazza spegne la luce, ordina a Jhon di andarsene, ed anche oggi, non ha ricevuto particolari attenzioni dal capo, se non qualche occhiata di compassione.
Mentre loro si apprestano ad uscire, noi siamo già in ascensore e le porte si chiudano.

Mary sospira sollevata, sposta la borsa da una mano all'altra e mi guarda dalla testa ai piedi, dopodiché passa una mano sopra al mio braccio, al che mi volto verso di lei, facendo un passo verso destra, per distanziarmi dal contatto fisico.

<Sei molto bella stasera. Non avevo notato il vestito da dietro la scrivania.> Riporta con serenità la mano sull'altra, tenendo la borsa fra esse.

<Ho promesso di non mangiarti, ma non so se ci riuscirò.> La sua frase mi spiazza completamente. Okay, adesso non sono più così sicura che questo aperitivo sia a scopo esclusivamente lavorativo, forse c'è qualcosa sotto, che non ho notato.
Sono così presa da Alex, che non mi soffermo mai a pensare ai comportamenti delle altre, perché nessuna potrebbe farmi sentire come lei e sono sempre complimenti molto superflui, ai quali non faccio attenzione, ma ammetto che adesso, chiusa in ascensore con Mary, costretta ad ascoltare la sua bella voce, arrossisco leggermente, sentendomi lusingata dalle sue parole.

Finalmente le porte si aprono e lei cammina davanti a me, con passo sicuro e slanciato.
Non sembra preoccuparsi, di aver vacillato, qualche secondo fa, scoprendo uno dei suoi punti deboli, che a quanto pare, sono io.
Mi chiedo, se fosse tutto perfettamente calcolato, se volesse farmi sapere che ha un'attrazione per me, probabilmente la sua frase era una freccia scoccata con precisone, che ha innescato dubbi in me.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora