Capitolo trentotto

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<Rileggi.> Mi ordina altezzosa, spostando la schiena indietro e mostrando vanitosamente le gambe. La pelle liscia e chiara risalta sotto la luce del sole, che penetra timidamente dalla finestra, anche i suoi raggi vorrebbero sfiorare quelle splendide cosce, quei polpacci perfettamente slanciati, ma perfino il Sole si brucerebbe a contatto con la sua pelle.

<No.> Rispondo categoricamente. Il mio sguardo si posa dappertutto, tranne che su di lei e sul foglietto bianco poggiato sulle mie gambe, dove ho scritto gli ordini che mi ha impartito severamente.

<Invece si.> La sua riluttanza mi irrita, ma d'altronde ogni singolo centimetro della mia pelle, è irritato da qualsiasi cosa faccia, o dica <Perché te l'ho imposto e non puoi rifiutare.. È la regola numero uno.> Con la penna rossa indica il foglio sulle mie gambe, nascondendo dietro al tappo un sorriso meschino.
Combatto con tutta me stessa, tentando di rifiutare, ma ci sono dentro fino al collo e continuo a ripetermi che questo vale la libertà di Alex.

<Regola numero uno..> Pronuncio a denti stretti, in un sospiro così leggero che nemmeno io stessa sento.

<Voce forte e chiara.> Mi riprende. Mi mordo l'interno della guancia così forte, pensando di fare del male fisico a lei, invece che a me.
La pelle si stacca leggermente dalla guancia, lentamente fuoriesce il sangue e si sparge sulla lingua, che lo assapora con gusto, come se fosse il sangue di Mary, come se avessi ferito lei e non me.
Inerme al dolore, continuo a mordere la guancia, sempre più forte e quando ne ho abbastanza, riprendo.

<Regola numero uno: Ciò che Mary dice, è un ordine e non si discute. Regola numero due: Solo a fine nottata, Mary ritirerà la denuncia. Regola numero tre: Piper dovrà sottostare ad ogni cosa Mary voglia. Regola numero quattro: Se Piper firma, non ci si tira più indietro. Regola numero cinque: Non si parla dell'accordo con nessuno. Regola numero sei: Mary avrà il controllo totale su tutto, senza eccezioni. Regola numero sette: sono ammessi giocattoli erotici.> L'ultima la leggo con imbarazzo e disgusto, verso me stessa però.
Riesco a leggere ogni punto con formalità e freddezza, ma l'ultimo rende così vivide le mie idee, che fin ora sembrava fosse un sogno, dal quale prima o poi mi sarei svegliata, invece è tutto vero.
Andrò a letto con Mary, tornerò in Norvegia, ma Alex riacquisterà la sua libertà.
È il prezzo da pagare e io sono disposta a tutto, pur di sapere che vivrà una vita felice e fuori da Litchfield.

<Bene, se siamo d'accordo su tutto, possiamo firmare.> Mary ha stilato un contratto veloce al computer, ne ha fatte due copie e si è addirittura fatta portare due bicchieri di vino rosso dalla sua segretaria.. Senza pudore.

Mi passa il contratto sotto agli occhi, allegato alla sua penna e mentre sorseggia un sorso di ottimo vino italiano, pone la sua firma sul contratto.
Mi fermo un attimo, quando tutto le parole sfilano veloci davanti ai miei occhi.
Mi sto vendendo, a qualcuno che ha portato solo dolore nella mia vita. E se non dovesse ritirare la denuncia?

<Se non ritirerai la denuncia...> La intimo, ma non c'è bisogno di continuare, perché la donna si sporge sulla scrivania e appoggia le mani sulle crepature che ho formato, poi con aria offesa risponde

<Ti ho dato la mia parola, ed è il maggior investimento che tu possa avere.>

<Okay.> Rispondo secca e senza pensarci troppo, siglo quel foglio bianco e nero, che sarà la mia rovina.
Non riesco a tenere ferma la mano tremolante, ne esce una firma debole e curvata.

<Ottimo, abbiamo un accordo signorina Chapman. Ti aspetterò stasera nella mia stanza, indossa un cappotto lungo, ma sotto metti solo un completo intimo rosa, in pizzo preferibilmente. E i tacchi, tacchi neri. Niente calze, voglio poter toccare la tua pelle..> Si alza e afferra la borsa, poi si posiziona alle mie spalle e fa scivolare le sue mani ossute sulla mia schiena.
Si piega su di me, sfiorando il mio orecchio con le sue labbra, un contatto disgustoso, che mi fa venir voglia di picchiarla con forza, con così tanta forza da non farla rialzare da terra.

<Non vedo l'ora di averti tutta per me.> Lascia un bacio sopra al mio lobo e poi mi afferra il mento, costringendomi a voltarmi verso di lei e passa le sue labbra sopra le mie, come se stesse accarezzando un cristallo prezioso, usando una piuma.

Serro gli occhi, quando preme la bocca contro la mia e con passione mi stringe le spalle, avvicinandomi a lei.
Faccio finta che sia Alex, che la donna che sto baciando non è la peggiore che esista, ma la migliore.
La mia.

<Ah e puoi dirlo ad Alex.. Che non se la prenda, era ovvio che in un modo o nell'altro, avrei vinto io.> E si chiude la porta alle spalle, lasciandomi seduta su una poltrona scomoda e dentro ad un corpo, che stasera sarà suo.

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora