Capitolo sei

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Resto a fissare il foglio. Scorro lo sguardo velocemente sulle parole nere, solo alcune restano impresse nella mia mente e cerco di ricomporre il discorso nella mia mente.

La frase di Mary mi ha scosso. Mi sono eccitata, preoccupata, allarmata e incuriosita.
Che cosa voleva dire con quella frase?
Sarebbe potuto essere tutto, oppure la fine della mia carriera, ma il suo sorriso mi faceva pensare positivo e anche le sue precedenti parole avrebbero dovuto tranquillizzarmi, ma in quel momento c'era una tale eccitazione in me, che annebbiava la mia visione delle cose.

<Dai. Leggi.> Mary porta le mani incrociate sotto al mento e mi fissa, aspettando una mia qualsiasi azione.

Mi sposto più avanti sulla sedia, sistemo la gonna sotto al sedere e afferro il foglio dal centro, spostandolo verso di me.
Leggo le primi frasi e rimango confusa, poi passo alla seconda riga.. E la terza, la quarta, la quinta...
Rimango allibita ed incredula.
Le mie mani iniziano a tremare sopra al foglio, formando delle pieghe sulla carta.

<Dirigente?> Domando a bocca aperta, guardando Mary con faccia confusa.
Non può essere.
Lavoro per questa azienda da poco tempo, appena qualche mese e nonostante riconosca che il mio lavoro sia sempre stato impeccabile, è impossibile che abbia ricevuto una promozione tanto importante, in così poco tempo.

<Si. Beh... Non proprio. Dirigente temporanea.> Mary fa scivolare la mano sulla scrivania e prende il foglio, attirandolo verso di se. Ricontrolla scrupolosamente i punti e segna qualcosa con la biro, per poi ripassarmi il foglio, scarabocchiato in alcuni punti precisi.
Ha sottolineato le parole impiego temporaneo, cerchiato la parola dirigente e ripassato più volte, la parola trasferimento e tre mesi.

<Aspetta... Trasferimento?> Chiedo, rileggendo da capo la frase che include quella parola, che tanto mi spaventa.
Un trasferimento potrebbe complicare le cose.
Se dovessi lasciare la mia città, Alex non ne sarebbe contenta. Cominciare di nuovo tutto da capo, in un posto a miglia di distanza.

<Si... Questo è l'unico punto sconveniente.> Mary si alza in piedi e cammina avanti e indietro davanti alla finestra. Il sole illumina il colore brillante dei suoi capelli e mette in risalto le curve, sotto alla camicetta leggermente trasparente.

<Piper ci sono occasioni nella vita che non possiamo rifiutare.> Si ferma proprio davanti al sole, oscurando il mio volto ed illuminando la sua bellezza.

<Lo so che per te sarebbe un grande passo, ma credo che per certe opportunità, bisogna fare dei sacrifici...> Tenta di essere amichevole, spiegandomi le cose dal suo punto di vista e sono d'accordo con lei, ma bisogna valutare quali sacrifici siamo pronti a commettere.

<Sarebbero tre mesi, giusto?> Annuisce lentamente, unisce le mani guardandomi speranzosa <Ok, ma non so nemmeno dove dovrei ricoprire il mio ruolo. Los Angels? Washington?>

Mary scuote la testa e abbassa lo sguardo. Poche volte l'ho vista distaccare gli occhi da qualcuno, ammettere la sua debolezza.
Non è una donna fragile e se vuole ottenere qualcosa, sfrutta sempre il contatto visivo, la sua arma letale.

<No Piper. Sei sicuramente una donna da tenere d'occhio, una persona che potrebbe facilmente fare carriera, ma non sei ancora pronta a rivestire un ruolo così importante.> Si muove lentamente, spostando un piede davanti all'altro.. passo dopo passo.
Posso sentire l'ansia che accarezza sorridente le mie spalle, impossessandosi di me.

<Norvegia. È lì che dovresti andare.> Mary mi guarda attentamente, studia ogni mio movimento, vuole capirmi, scrutarmi e trovare un punto debole, dove poter sferrare il suo colpo.
Non mantengo lo sguardo su di lei, altrimenti perderei miseramente questa sfida.

Mi limito a deglutire, ed accenno ad un sorriso. Mi sta prendendo in giro. Il suo sguardo non mente: nessuno scherzo.
Tanti pensieri affollano la mia mente.
Quel posto sarebbe un'opportunità unica e irripetibile, se svolgessi bene il mio lavoro, potrei anche essere promossa direttamente, ma non sacrificherò la mia relazione per questo.
Nella vita ci sono cose che valgono di più, sta a noi decidere quali esse siano.

Spingo via il contratto lentamente, più l'allontano, più vedo la mia opportunità lasciare il porto.
A metà percorso, la mia mano trema, indecisa se tornare indietro, o rifiutare del tutto.
Infine penso ad Alex e a tutto ciò che abbiamo costruito, ed anche se il movimento esce più forzato, che volontario, riesco a respingere la su offerta.

<Grazie Mary, dev'essere stato difficile per te, pensare a qualcuno adatto a questo ruolo e sono onorata che tu abbia scelto me, ma io non posso.> Deglutisco, mi ricompongo sulla sedia, appoggiando la schiena contro la sedia, che adesso sembra più scomoda di prima.

<Piper...> Mary poggia i palmi sulla scrivania e flette i muscoli, guardandomi con intensità e attenzione. Non le piace quando si dice no, ma soprattutto odia le persone che rifiutano un'opportunità prestigiosa, per amore. E lei lo sa, che io l'ho fatto per Alex. <... Ho scelto te perché sei intelligente, una donna della quale posso fidarmi. Se sapessi che tu sei a capo dell'azienda, dormirei sonni tranquilli. Sono solo tre mesi, non cambierebbero niente.> Tenta di persuadermi, sfruttando la crepa che mi sta dividendo a metà.
Una parte di me vorrebbe accettare, poter dimostrare a me stessa, di avercela fatta, anche dopo tutti gli sbagli del passato.
Ma l'altra parte, mi implora di non pensarci nemmeno, che qui a New York c'è Alex e che partire, significherebbe rinunciare a lei, per tre mesi.

<Mary tre mesi possono cambiare tutto. L'hai detto tu stessa: bisogna fare dei sacrifici. Io ho scelto di sacrificare questa occasione, anche se ti ringrazio di nuovo.> Ci tengo a precisare che sono davvero orgogliosa di me stessa, perché se sono stata notata in così poco tempo, chissà cosa succederà fra qualche anno.
Magari non è questo il mio momento, potrebbe arrivare col tempo.
Non devo per forza saltare su questo treno... Giusto?

<D'accordo Piper.> Riprende il contratto e lo chiude dentro al cassetto della scrivania, poi si risiede e mi fa segno di andare, che ho ancora il
mio giorno libero.

Mi alzo lentamente, cammino verso l'uscita, con mille pensieri in testa.
E se avessi sciupato l'occasione della mia vita? Se fosse proprio questo il mio treno?
Non mi è mai importato della carriera, ma adesso che ci penso, l'unica cosa che conta nella mia vita è Alex... Non c'è altro. Non mi sono mai fermata a pensare ad altro, niente riempie il mio tempo libero, nessuna passione, nessuna ambizione.
Come si può vivere una vita così vuota?

<Piper.> Mi richiama Mary, quando la ma mano stringe la maniglia della porta, già pronta a lasciare l'ufficio

<Pensaci.>

Annuisco ed esco, chiudendo velocemente la porta alle mie spalle.

Era la cosa giusta da fare, ma allora perché vorrei correre dentro e accettare?

Alex e Piper 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora