Capitolo 8.

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Un telefono squilla nell'altra stanza ma a nessuno sembra importarsene.

Lei è qui.

La mamma di questi due ragazzi è qui, davanti a loro.
Colei che ha cacciato il figlio di casa, ma che ha partorito questi due ragazzi. Il loro stesso sangue, il loro stesso viso. Lei.

"Che ci fai tu qui?" Domanda Sierra. Credo che sia stato meglio che ha parlato Sierra, perché se inizierebbe a parlare Cameron succederebbe un casino.
"Mi mancavate." Risponde la donna. Sembra davvero pentita di ciò che ha fatto.

"Sono passati cinque anni e tu ti presenti ora dicendo che ti mancavamo? In questi cazzo di cinque anni che sei andata a fare? La puttana? Sei stata con lui, mi sembra chiaro."

"Di cosa stai parlando Cam?" Lo interrompe Sierra. Credevo glielo avesse detto..

"Cameron Alexander Dallas, non chiamarmi in quel modo! Sono pur sempre tua madre!" Urla la donna piangendo.
"Non mi importa minimamente. Tu sei andata via dalla mia vita dal momento in cui mi hai cacciato dalla tua fottuta casa e dalla tua cazzo di vita. Io mi sono rifatto una vita e non voglio te nella mia." Dice e va al piano di sopra sbattendo la porta della sua stanza. Dopo andrò a parlargli.

"Cosa-cosa intendeva Cam?" Domanda Sierra tremante mentre la donna non risponde.
"Sierra non credo sia il caso." La avviso e la tengo per le spalle.

"Voglio saperlo Leighton. Voglio saperlo da lei, dopo parlerò con Cameron." La guarda con disprezzo.
"Io l'ho tradito Sierra, ho sbagliato. L'ho tradito..ho tradito tuo padre con un altro e Cameron ci ha visto. Credo sia per questo che abbia iniziato a far parte di quel brutto giro..io non volevo, non volevo farvi del male..l'ho cacciato per paura che dicesse qualcosa. Scusami, scusami, scusami." Dice la donna supplicandoli mentre le lacrime scorrono lentamente sul suo viso.

"È tutta colpa tua!" Le urla dimenandosi dalle mie braccia. "È colpa tua se stavo per perdere mio fratello. Solo colpa tua!"
"Mi dispiace Sierra.."
"Vai via. Sei tu la causa di tutti i nostri guai. Non voglio vederti mai più! Mai più!" Le urla ancora.

La donna ormai tremante e piangendo corre via da quella casa e, dopo che va via, Sierra scoppia un lungo ed interminabile pianto.

"Perché lui non me l'ha detto? Avremmo potuto condividere questo dolore insieme. Dovevo saperlo. Avrei dovuto saperlo. Nasconde questo segreto da cinque anni, ti rendi conto?" Piange più forte.
"Sierra, lui non voleva che questo dolore ti facesse chiudere in te stessa più di quanto già eri. Lui si è caricato questo peso sulle spalle solo per voi."
"Dici davvero?" Mi guarda con quegli occhi che mi spezzano il cuore. Non posso vederla così.
Annuisco incapace di parlare. Mi stringe forte.

"Sierra perché non vai a farti una bella doccia e butti via i tuoi pensieri per un po'?"
Annuisce e si reca in bagno.

Devo andare a parlare con Cameron.
Mi presento davanti alla porta del ragazzo. Busso e lui non risponde, così decido di aprire un po' la porta.

Lo trovo seduto sul letto con occhi tempestati d'odio e i pugni stretti.
"Permesso." Dico intimorita.
"Non voglio parlare con nessuno."

Non gli dò retta. Mi siedo sul letto al suo fianco e gli poso una mano delicatamente sulla schiena. Il silenzio è il solo suono di questa stanza.

"È stato orribile." inizia. "Vederla lì, come se non fosse successo nulla. Come se non mi avesse cacciato di casa. Non avrei mai pensato di rivederla di nuovo. Sono distrutto, Leigh. Non posso gestire questa situazione." continua con le mani nei capelli.

Sembra un bambino indifeso. Sta succedendo tutto così in fretta, un casino dopo l'altro. 

Ed è in queste situazioni che la mia bocca sembra non esistere. Non so cosa dire.

"Cameron magari potresti.." Vengo interrotta dal suo sguardo furioso. Si alza di scatto dal letto.
"Non dirmi di darle una possibilità, Meester. Non succederà mai."
Se potessi morire con uno sguardo ora sarei cenere.
"Cameron a me sembrava davvero pentita."
"Leighton, ci avrebbe pensato prima. Ora non concluderà nulla. Io non la perdonerò mai. Mi dispiace solo che Sierra l'abbia saputo così, ma di lei non mi importa. Solo pensare che è stata lei a partorirmi mi viene lo schifo." Dice con disgusto.

"Cameron, smettila di dire queste cose!" Mi alzo a mia volta dal letto.
"Mettiti nei miei panni! Che cazzo avresti pensato se tua madre ti avesse abbandonato e dopo cinque anni l'avresti trovata davanti a te? Rispondimi!" Urla. Ho l'istinto di scappare via, ma non posso.

Inizia a calciare tutto ciò che si trova davanti.  La scrivania, le foto, il letto. Tutto va in frantumi in quella camera.

Sentiamo improvvisamente un rumore provenire dal bagno mentre Cameron si ferma con una foto a mezz'aria.
"Sierra!" Urlo.

Lascia la foto sul letto e corre con me verso il bagno. Ciò che si presenta ai nostri occhi è la cosa più brutta che avessi mai potuto vedere.

Sierra è sul pavimento del bagno con i polsi sanguinanti. È svenuta e la sua faccia è pallida. È tutta colpa mia.

"Sierra..Sierra svegliati." La scuote Cameron.
Le lacrime iniziano a scendere sulle nostre guance. Mio Dio. Non può succedere.
"Cameron, chiama un'ambulanza, svelto!" Urlo.

Cameron annuisce e con il telefono in mano va avanti e indietro per il corridoio, mentre io scuoto Sierra.
"Pronto? Dovete venire qui, in Megart Street 140, casa Dallas. È svenuta. Fate presto!" Urla agitato.
"Dobbiamo impedire che il sangue continui ad uscire dai polsi..prendi due fasce." Dico singhiozzando.

Cameron si precipita in bagno con due fasce. Gliele stringo sui polsi mentre Sierra sembra non dare segni di vita. Deglutisco più e più volte.

Dopo aver finito arriva l'ambulanza che posa il corpo di Sierra su una barella e lo visita.
"Dobbiamo correre d'urgenza in ospedale." Dicono frettolose.
Cameron prende la macchina e mi ci precipito anche io dentro seguendo la sirena del furgone. Le lacrime continuano a scorrere più imponenti e forti di prima.

Riusciranno mai i Dallas ad avere una vita serena?

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