Capitolo 43.

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Tre ore dopo.
Sono finalmente pronta, o quasi! Cioè, devo solo mettermi le scarpe!
Sono stata un'ora nella vasca a canticchiare e a rilassarmi, un'altra ora per arricciarmi i capelli, mezz'ora per scegliere il vestito e l'altra mezz'ora per truccarmi.

Ho indossato un vestito rosso e nero a maniche lunghe, lungo fino al ginocchio, ma dato il mio pancione, arriva più o meno a metà coscia. Sto indossando gli stivali neri e mi sono truccata con un po' di eye-liner, un po' di matita e del rossetto rosso.

Sono le 20:30. Ho fatto presto, direi. Mezz'ora di ritardo è pochissimo!

Scendo le scale attenta a non cadere. Cameron, mamma e papà stanno parlando tranquillamente e li vedo sorridere felici. Ad un certo punto, gli occhi brillanti di Cameron vengono puntati su di me. Indossa una camicia bianca e un pantalone nero e le adidas di entrambi i colori. Ha i capelli rasati in entrambi i lati e deduco che è andato anche a tagliarseli. È davvero stupendo.

"Sei bellissima." mi dice a bocca aperta porgendomi la mano per aiutarmi a scendere l'ultimo gradino di scale.
"Anche tu." dico e lui mi sorride.
"Noi andiamo." avviso i miei e loro annuiscono.
"Mi raccomando." dice papà.
Cameron saluta i miei e, dopo averlo fatto, chiudo la porta alle nostre spalle ignorandolo: ho vent'anni non sono una ragazzina. Poi, che figura! Proprio davanti a Cameron doveva dirlo? Fortuna che Cam lo conosce, altrimenti che figura di merda mi avrebbe fatto fare!

Saliamo in macchina e partiamo verso l'appartamento.
"A cosa devo tutta questa eleganza?" dico improvvisamente.
"Allo stesso modo in cui devo la tua." sorride guardandomi con la coda dell'occhio.
"Mh." dico non sapendo cosa rispondere. "Quindi stasera ristorante di lusso?"
"Una specie." ridacchia. Alzo un sopracciglio, ma mi impongo di non parlare finché lui non aggiunge altro. E così fa: non aggiunge altro.

Arrivati fuori al palazzo, scendo dalla macchina e vedo Cameron con il telefono in mano.
"Andiamo?" dico e mi accorgo che sta mandando un messaggio. Subito dopo blocca il telefono.
"Certo." sorride.
"Con chi parlavi?" chiedo.
"Con Dylan..Mi ha detto che il film è noiosissimo." ridacchio.

Saliamo le scale e ci fermiamo davanti alla porta.
"Ora è arrivato il momento di chiudere gli occhi."
"Chiudere gli occhi? Ma.." mi interrompe.
"Ssh, ti guido io." dice mettendomi le mani avanti agli occhi. Cerco di sbirciare, ma mi risulta difficilissimo.

Sento il rumore delle chiavi nella serratura e in poco tempo non sento più le mani sui miei occhi.
"Posso?" chiedo ad occhi chiusi.
"Certo." dice prendendomi per mano.

Un tavolo, il nostro tavolo, è ricoperto di petali di rosa e delle candele, inoltre ci sono pietanze di ogni genere. Il pavimento è, anch'esso, ricoperto di petali e candele sparse per la stanza.
Sorrido a quella vista: sa sempre come stupirmi.

"Allora?" chiede sorridendo.
"È..wow..Cam..è..non ho parole." dico abbracciandolo forte.
"Questo ed altro per te." mi sorride ed io li bacio in modo appassionato.
"Ti amo, Cam."
"Anche io, Leigh."
****
La serata inizia di bene in meglio e finisce altrettanto bene.

"Devo dirti una cosa." dice improvvisamente serio.
Deglutisco. "Dimmi."
"Ti sarai chiesta perché ti ho fatto questa sorpresa no?" Annuisco. "Non era per passare una serata diversa o cose simili."
Dove vuole andare a parare? La mia mente vaga nell'immaginario e, immediatamente, penso al fatto che vuole lasciarmi. So che sembra assurdo anche perché una persona normale che deve lasciare la propria ragazza, di certo non le fa una sorpresa!
"Ok." dico aspettando che continui.
"Oggi ho organizzato di fare tutto questo e tutti mi hanno dato una mano: da Dylan a Dan al ragazzo che odiavo. Anche mia madre mi ha aiutato. Devo ammettere che mi sento cambiato da quando sei arrivata tu nella mia vita: in certi momenti in meglio e in altri in peggio. Devo dire anche che non è stato tutto rose e fiori tra di noi e in un certo senso è stato meglio perché altrimenti non saremo stati noi, Leigh e Cam." sorrido per l'ultima frase.
"Devo ammettere che l'idea di diventare padre così presto, solo a ventidue anni, mi spaventa." abbasso la testa e guardo il pavimento. "Ma mi rende felice." punto di nuovo i miei occhi su di lui.
"Voglio dirti che non devi sentirti in colpa, perché se una cosa ti ha reso felice vuol dire che è quella giusta e in questo caso ha fatto felice entrambi." sorride. "Ora ti starai chiedendo il perché di questa sorpresa, credo. Quindi ecco la risposta: ti ho fatto questa sorpresa perché volevo chiederti una cosa." si alza dalla sedia e si mette di fronte a me. Estrae un cofanetto nero dalla tasca posteriore del pantalone ed io lo guardo con le lacrime agli occhi ormai. Sta per fare davvero quello che sto pensando?
"Ecco la domanda che voglio porti." tira su con il naso anche lui evidentemente emozionato. "Tu, bellissima e arrogante Leighton Meester..vorresti sposarmi?" mi chiede mentre apre il cofanetto: un anello dotato con dei brillantini incastonati in esso si presenta davanti ai miei occhi.

Cosa sto pensando in questo momento? Beh, non ne ho idea. Ho una testa piena di fili scollegati dal cervello e l'emozione cresce. Non riesco proprio a credere che il ragazzo dei miei sogni, il ragazzo dall'amore impossibile, irrecuperabile, il ragazzo arrogante che mi ha trattato come se fossi una pezza da piedi, il ragazzo che ora non è più quel ragazzo, mi sta chiedendo di sposarlo.

Cosa voglio dire con 'il ragazzo che ora non è più quel ragazzo.'? Beh, Cameron è cambiato un botto dal suo comportamento arrogante e presuntuoso di qualche mese prima. È cambiato da quando, dopo quei diciassette giorni, mi ha trovato in quella lurida è sporca stanza nascosta della sua ex. Me ne rendo conto ora. Ha cambiato tante cose come, ad esempio, il rapporto con la madre. Non posso proprio dimenticare il modo in cui la trattava, mentre ora le sta accanto recuperando il tempo perso insieme a lei.

Ho sempre sognato di sposarlo, ma ora che sta succedendo davvero e in questo momento sembra di essere in un sogno.

Le guance rigano il mio viso truccato e solo ora, dalla sua espressione triste, mi accorgo di non avergli dato una risposta.
"Cameron.." sussurro tirando su con il naso. "Si, si, si..dieci miliardi di volte si." dico saltandogli addosso.

Questa volta è anche lui a piangere di gioia. Finalmente è arrivato il nostro momento, la nostra pace e spero che duri in eterno.
Non riesco proprio a pensare a niente. L'unica cosa che conta in questo momento, la mia unica certezza, è il fatto di sapere che passerò il resto della mia vita con l'uomo che amo da morire.

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