Capitolo 39.

4.6K 186 5
                                    

Mi sveglio rilassata per la prima volta in diciassette giorni: non sono sulla panchina fredda di una stanza, ma nel mio dolcissimo e comodo letto.

Ieri la polizia ci ha interrogato a lungo.
Dopo siamo corsi in ospedale per accertarmi della salute del bambino. Fortunatamente scoppia di salute. Sono arrivata al quarto mese e una settimana senza accorgermene. Tra tre settimane arriverò al quinto mese in cui saprò il sesso del mio bimbo o della mia bimba. Quanto vorrei ci fosse anche Cameron quel giorno. Non abbiamo più parlato del discorso che voleva farmi e, sinceramente, credo di aver già capito di cosa si trattasse.

Da ieri ha cercato di non perdermi di vista un secondo, con poco successo purtroppo. Una volta a causa della sala, un'altra a causa di qualsiasi altra cosa, non mi è stato vicino abbastanza. Diciamo che, comunque, certe volte lo facevo anche apposta a distaccarmi da lui. Mi sentivo a disagio e in imbarazzo. Avevo bisogno di stare un attimo con me stessa e cercare di pensare: cosa che mi è risultata davvero molto molto difficile.

Quando sei a pochi passi dalla persona che ami, non riesci a pensare come se fosse niente.

Sono andata in ospedale con lui. Assurdo, lo so. Assurdo perché da persona normale avrei dovuto pensare ai miei familiari ed alle persone a me care, ma in quel momento l'unico mio pensiero era la mia creatura.

Dopo essere usciti dall'ospedale, siamo arrivati qui, a casa mia. C'erano tutti: Daniel, Dylan per la prima volta erano vicini e disperati; Sierra, Lola e Jane singhiozzavano continuamente; Papà continuava a digitare un numero sul telefono di casa probabilmente stava chiamando la polizia; Mamma fissava il tavolo senza muoversi di un millimetro.

Non si erano nemmeno accorti della mia presenza, inizialmente.
"Mamma." dissi, ma non mi ascoltava. "Papà." lo chiamai.
"Leigh, aspetta sto chiamando la..Leigh." alzò lo sguardo che prima aveva sul telefono a me. "Leigh!" urlò e mi venne incontro abbracciandomi forte.
Lo strinsi forte a me piangendo. In quel momento i loro sguardi vennero puntati su di noi.
"Cameron..Cameron!" gli disse Sierra abbracciandomi. "L'hai trovata amore mio, ce l'avevi promesso che l'avresti fatto." disse Sierra tra le lacrime.
Quella frase quante volte mi è frullata in testa? Milioni, forse miliardi. Ma non è finita qui.

Salutai tutti abbracciandoli forte tra le lacrime. Dopodiché ci sedemmo tutti tranquilli sul divano e alcuni sulle sedie vicino alla tavola di legno scuro.
"Cameron mantiene le promesse." disse ad un tratto mia sorella, Jane. C'era un silenzio rilassante, ma venne spezzato con questa sua frase.
"Eh?" dissi. Non capivo davvero cosa stava dicendo.
"Aveva promesso che ti avrebbe trovato ed ero sicura che avesse fatto del male a Charlie o Luke, quel che sia. Me l'aveva promesso la sera in cui abbiamo chiamato la polizia. Era corso fuori casa e trovò gli agenti parlare con mamma e papà. Da quella sera ha iniziato a cercarti giorno e notte, senza nessun risultato purtroppo. Non sapeva che eri nascosta nel posto in cui nessuno avrebbe mai pensato. L'importante è che ora ti ha trovato e spero che tu abbia capito che lui è il meglio per te." disse mia sorella guardandomi.

'Spero che tu abbia capito che lui è il meglio per te.' Eccome se l'ho capito. Ho capito che lui potrebbe essere il ragazzo giusto per me. Ho capito di amarlo più di quanto pensassi. Ma..c'è sempre un 'ma'.
Quindi, ma..da parte mia c'è ancora un po' di amarezza nelle cose passate. Voglio dire, non è che solo perché mi ha salvato letteralmente la vita dovrei dimenticare tutto ciò che ha fatto in questi giorni. Non posso dimenticare il fatto che mi ha trattato come se fossi una pezza da piedi. Inutile dire che solo a pensarci, mi si spezza il cuore, ma non posso proprio farci niente.

Mi alzo dal letto prendendo il telefono e portandolo con me. Un trillo del telefono mi fa fermare nel bel mezzo delle scale.
"Oggi da me, oppure passiamo noi da te?" mi chiede Sierra.
"Devo anche dirti una cosa!!" mi invia prima che finisca di digitare.
"Mh, credo sia meglio che voi veniate da me..sapete, non ho intenzione di farmi vedere in questo stato da mezza popolazione."
"Ok, allora ci vediamo dopo!" dice e blocco il telefono.

"Buongiorno tesoro." dice mia madre sorridente vedendomi scendere dalle scale.
"Come ti senti?"
"Beh, diciamo che la faccia mi fa male un po'." dico sinceramente.
"Non dimenticare di mettere la crema che ti ha dato il medico." mi dice mentre cucina i suoi pancake.

Già, quando sono andata all'ospedale ho chiedo anche una crema per questi lividi. Mi ha dato una crema che dovrebbe attenuare il bruciore e rendere più chiari i lividi violacei. Ieri prima di tornare a casa l'abbiamo comprata e spero sinceramente che funzioni.

Lo schermo si illumina mostrando un altro messaggio: quello di Dylan.
"Hey bambolina, come stai?" ridacchio a quel soprannome.
"Hey buffone, abbastanza bene fortunatamente, tu?" invio.
"Molto bene, passo a trovarti oggi!" Gli dico che possono venire quando vogliono, la mia casa è anche la loro.

Dopo vari messaggi ricevuti dal mio telefono, finisco finalmente di fare colazione.
Vedo Jane scendere dalle scale e le urlo un 'buongiorno.' nell'orecchio. L'effetto di svegliarsi dopo diciassette giorni nel proprio letto e della domenica mattina.

"Uf, sei ritornata la sorella rompiscatole di sempre, evviva." dice sarcastica e sedendosi per fare colazione. Rido a quella risposta.

Un altro squillo del mio telefono mi fa perdere un battito.
"Fuori c'è qualcosa per te. Esci."

Faccio come mi ha detto il messaggio ed esco fuori: Cameron è in piedi, di fronte a me, con un mazzo di rose rosse in mano. Sorrido dimenticandomi anche ciò che mi ha fatto. Ora sembra ritornato lo stesso Cameron di sempre, se non più sdolcinato.

"Grazie, non dovevi." dico arrossendo e lui sorride. "Prego, entra." gli dico prendendo il mazzo di rose dalle sue mani.
"Buongiorno signora Meester." dice entrando.
"Cameron!" urla mia sorella e si precipita ad abbracciarlo.

Lo guardo incantandomi. Ora so la risposta.
Se mi chiedessero: 'è lui l'uomo che vorresti nella tua vita?' risponderei senza esitazioni 'si.'. Perché nonostante i litigi, nonostante i problemi, nonostante i giorni, i mesi, a non parlarci, io amo Cameron e, probabilmente, non smetterò mai di amarlo.

Never without you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora