Capitolo 26.

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"Com'è possibile che mio fratello sia..sia.." non riesce a finire la frase. Già Sierra, se tu ti senti in questo modo non immagini nemmeno come possa sentirmi io.

"Si..è successo quando hai ricevuto la telefonata di Nash.." tiro su con il naso.
"Ma com'è possibile? Noi eravamo con te.." dice Sierra scioccata.
"Non al ritorno.." sussurra Lola ed io annuisco.
"Come?"
"Già Sierra..quando siamo tornati, dopo aver trovato Dylan e voi siete andate sopra..io, beh..sono rimasta a parlare un po' con lui e..ed è successo.." dico imbarazzata.

"È successo? È successo? Non fraintendermi Leigh, lo sai che per te voglio il meglio..ma questa cosa proprio non posso accettarla. Penso anche a mio fratello, a come possa starci. Penso a come la prenderà e, per la prima volta da quando state insieme, penso anche a Charlie. Come ci rimarrà Charlie secondo te?" mi dice. In quelle parole trovo solo cattiveria, ma anche verità. Capisco possa pensare al fratello e a come possa rimanerci, ma io? Che fine faccio io? Chi ci pensa a come sto io, a come dovrò affrontare questo percorso da sola? Chi ci pensa a me?

"Non lo so cazzo." le urlo contro. Non l'ho mai fatto, ma non ho neanche mai visto una Sierra del genere.
"Prenditi le tue responsabilità, Leighton. Cameron l'ha fatto con te come lo faceva con tutte le altre." Ma cosa sta dicendo?
"Non puoi dirlo, Sierra. Lo sai che non è vero. Lo sai che per Leigh ci tiene di più di qualsiasi altra persona." si intromette Lola.
"Non so cosa pensare." dice grattandosi la nuca.
"Io si." dico e mi alzo anche se barcollando.
Voglio andarmene da lì.

"Leigh, dove vai? Non puoi muoverti conciata così. Dove pensi di andare?" mi chiede Lola leggendomi nel pensiero.
"Voglio andare via da qui." affermo sicura, mentre Sierra non mi guarda nemmeno in faccia. Che coraggio.
"Senti, Sierra è fuori di sé, sai bene che quelle cose non le pensa." cerca di convincermi.
"Non dovrebbe trattarmi così nonostante sia fuori di sé Lola!"

Il silenzio cala su di noi. Solo singhiozzi, continui singhiozzi riecheggiano nella stanza. Sto così male. Non mi sarei aspettata tutto questo, come loro non si sarebbero aspettate che il ragazzo fosse stato Cameron. Sto con Charlie ed ho sbagliato a fare l'amore con Cameron..ma oramai cosa posso farci? Quel che è fatto è fatto.

"Scusami." sussurra Sierra. Non la rispondo. Non ne ho proprio voglia.
"Non le penso quelle cose. Cioè..in parte..ovviamente la mia priorità in questa storia è come sta mio fratello. Capiscimi."

Silenzio. Questo è quello che ora gira in questa stanza. Non voglio dirle niente, ma devo pur risponderla. Deve capire che ci sono rimasta male. E se questo fosse successo a lei e non a me? Come si sarebbe comportata? Sicuramente io non le avrei detto ciò che mi ha detto lei, anzi.

"Ti capisco, stai tranquilla." sussurro e lei mi sente.
Si è creata un'atmosfera di tensione tra di noi che io non ho intenzione di rompere.

"Ragazze io vado." dico alzandomi e rimanendo, fortunatamente, in equilibrio.
"No, dai, resta." mi prega Lola.
"È inutile, ci vediamo domani." dico e mi dirigo verso la porta.

Nel frattempo la coppia di stronzi scendono al piano di sotto e Cameron mi guarda in modo strano. Sarà per via degli occhi rossi e del naso dello stesso colore. Ho pianto troppo oggi, più di quanto abbia pianto in tutta la mia vita. Fa male, da morire.

Lo guardo e lui ride. Ride forte. Che ha da ridere questo?
"Che hai da ridere?" dico con voce tremante. A lui si aggiunge anche la sua bionda ossigenata. Li sto odiando, giuro che li odio con tutta me stessa. Ha preso le sembianze della sua ragazza ora: malvagio, stronzo e menefreghista. Questo è il nuovo Cameron, o magari il vecchio che è ritornato. Chissà.

Lo guardo mentre lui ride e per la prima volta odio il suono della sua risata. È cattiva, mi trasmette terrore, tristezza, amarezza.

"Cameron, che hai da ridere?" Sierra si presenta alle mie spalle e lui torna serio mentre la sua ragazza mi indica e ride.
"Oddio, vorrei tanto sapere cosa hai fatto per esserti ridotta così. Sembri un pagliaccio." dice ridendo. La prenderei per quelle extansion e la porterei a spasso per l'immensa città di New York. Credo che si troverebbe senza qualche arto, o capello, o indumento. Anzi, capello soprattutto.

"Almeno io ho un cuore, dei sentimenti. Cosa che tu non hai." la squadro irritata.
"Come osi?" dice con una voce stridula.
"Oh, oso oso. E digli a colui che mi chiama con lo sconosciuto per farmi sapere come sta questa specie di persona al tuo fianco.." lo squadro con orrore, non lo riconosco più. "..che potrebbe anche evitare e lasciarmi in pace perché, tanto, a me non importa proprio nulla di lui." sorrido soddisfatta. È da un po' che voglio dirglielo, ma non ne ho mai avuto modo.

Ha gli occhi spalancati e la bocca serrata, dopo si riprende e ride. Questa cosa mi puzza..
"Cosa vuoi da me? Non sapevo nemmeno che avessi un anonimo che ti chiamasse per farti sapere del mio ragazzo." sottolinea la parola 'mio'.
"Tranquilla cara, nessuno lo vuole. È diventato come te e, quindi, te lo puoi tenere. E comunque so che ci sei tu sotto." Le puntò il dito contro. "E lo scoprirò. Quando lo verrò a sapere, però, sarai spacciata." si guarda intorno continuamente, come se avesse qualcosa da nascondere: ah ah..fregata.

"Smettila Meester." mi ammonisce Cameron ed io rido amaramente.
"Non hai proprio diritto di parlare tu. Sei diventato come lei, se non peggio. Cosa ti è successo Cameron?" gli dico guardandolo negli occhi aspettando che ceda, ma niente. Il suo sguardo si fa più duro ad ogni mia singola parola.
"Ho solo aperto gli occhi e mi sono accorto che devo stare lontano da certa gente. Sai, la gente è pericolosa e ti rovina." sorride soddisfatto per la sua risposta.

Peccato che non mi conosci bene, Cameron Dallas; io ho sempre la risposta pronta.

"Il problema è che non te ne accorgi che la persona che ti rovina e che ti mette in pericolo è al tuo fianco; ti stai allontanando dalle persone sbagliate." stavolta sono io a sorridergli soddisfatta mentre lui non sa che dire.
Ti ho zittito, caro Dallas: 1-0 per ME.

Esco dalla porta senza salutare nessuno e mi avvio verso casa: mi dispiace solo di non aver salutato Lola. Per ciò che mi ha detto, secondo me Sierra non meritava di essere salutata. Gli altri due si commentano da soli quindi vabbè, meglio non aprire questo discorso. Metto le mie amate cuffie che porto sempre con me nelle orecchie e cammino pensando a ciò che potrà capitarmi in nove mesi. Vivrò bene questa gravidanza oppure no?

Mi sembra ancora impossibile ciò che ho testato poche ore fa: sono incinta. La mia pancia piatta diventerà più grande ogni giorno di più. Sarà maschio o femmina? Mi farà sorridere e scoppiare il cuore vederlo camminare, correre, abbracciarmi, ridere, sorridere.

Spero sinceramente che assomigli un po' a me.. magari bello come suo padre, ma forte come me. L'unica cosa che mi dispiace è che non avrà un papà: Cameron non lo dovrà sapere per nulla al mondo e dopo questa sera sono intenzionata ancora di più a non dirglielo. Posso farcela anche da sola, non ho bisogno di lui né di nessun altro.

'Tranquillo piccola creatura presente nel mio grembo, ci penserò io a te. Ti farò da madre e da padre e ti crescerò non facendoti mancare niente. Solo io e te: io la tua forza e tu la mia.' sussurro tra me e me toccandomi la pancia. 'Te lo prometto.'

Never without you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora