Capitolo 42.

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Due settimane dopo.
Queste settimane sono state molto faticose. Abbiamo dovuto portare le nostre cose nell'appartamento e, fortunatamente, Dylan, Daniel, Sierra e Lola ci hanno dato una mano. Non tutte le nostre cose, però, sono state trasportate nella nuova casa. Abbiamo rimasto qualche vestito in entrambe le nostre case, per questi ultimi giorni in cui vivremo sotto lo stesso tetto dei nostri genitori. Già, tra qualche giorno ci trasferiremo. Non vedo l'ora!

Lola ha deciso di lasciar perdere definitivamente Santiago, anche perché è una perdita di tempo.
"Non posso sempre stare ai comodi suoi, che una volta si fa sentire e mille no." disse a me e a Sierra. Inutile dire che gliel'avevamo detto migliaia di volte, ma al cuore non si comanda. Lei era follemente pazza di lui e lo è ancora. Diciamo solo che ha cambiato direzione sperando di poter innamorarsi di un ragazzo che la accetti.

Dylan e Sierra stanno continuando a frequentarsi. Sembrano due fidanzatini, anche se Dylan deve riparare parecchi errori del passato. Sierra sta aspettando a dirgli che le piace perché vuole che lui le dimostri che ci tiene a lei.

Abbiamo organizzato una cena con i miei e i genitori di Cameron nella nuova casa, ci saranno anche i ragazzi.

Abbiamo incontrato Nash l'altra volta, mentre stavamo facendo delle compere. Ha detto che sta ancora lavorando nell'azienda dei Dallas e che ora è il segretario del capo. Sono felicissima per lui.

Ora sono a casa e ci sono tutti i ragazzi, in più mia sorella. Mamma è andata a fare la spesa e papà è con lei, quindi stiamo da soli. Stiamo insieme da un bel po' di tempo, con le persone giuste il tempo passa così velocemente.
"Allora, che fate stasera?" chiede Dylan riferendosi, ovviamente, a me e a Cam.
"Credo proprio nulla, voi?" risponde il mio ragazzo seduto al mio fianco.
"Cinema." dice Sierra entusiasta.

"Quando abbiamo la cena?" chiede Lola.
"Domani." le lancio un'occhiataccia.
"Te n'eri dimenticata?" chiede Dan ridacchiando.
"Sinceramente?..Si." dice ridacchiando anche lei. Lei e Daniel sono seduti vicini; sono una bella coppia. Ridiamo tutti a quella risposta.

Il suono di un telefono spezza il suono delle nostre risate.
"È..mamma." Cameron guarda il telefono deglutendo e va in cucina a rispondere. La signora ed il signor Dallas sono venuti a trovarmi spesso in questo periodo. Mi hanno chiesto continuamente come mi sentissi. "Sto bene." dicevo loro, ma era come se avessi detto il contrario. Sono stati estremamente affettuosi e mi hanno trattato come se fossi una loro figlia. Credetemi, quest'ultima cosa supera ogni affetto. Spero che non sia successo niente.

"Cameron è migliorato." dice Jane all'improvviso e tutti la guardiamo perplessi.
"Voglio dire, vi siete resi conto che da quando Leigh è tornata non ha fatto altro che cercare di migliorare? Prima la madre, poi Leigh, il bimbo..In così poco tempo è cambiato di parecchio." ci spiega. In effetti, pensandoci, è proprio così. Cameron è cambiato dalle cose più stupide a quelle più importanti come assumersi la responsabilità di diventare padre. Ricordo che quando glielo comunicai sembrava titubante, mentre ora è sicuro al 101%.

"Eccomi." dice il mio bel ragazzo muscoloso tornando vicino a me. È serio e questa cosa non mi piace affatto.
"Cameron va tutto bene? È successo qualcosa?" chiedo preoccupata.
"Nono, tesoro, va tutto ok." sorride ed io annuisco. "Sierra, noi dobbiamo andare." la guarda sorridendo e lei annuisce ricambiando il sorriso.
"Dove andate?" chiedo.
"Mamma deve fare un servizio e papà è a lavoro, quindi mi ha chiesto se posso accompagnarla. Le serve Sierra per aiutarla a portare delle buste della spesa." mi dice serio.
"Ma posso venire anche io."
"No, amore, tranquilla. La mano di Sierra è più che sufficiente."
"Sì, è vero!" s'intromette Sierra. Sospiro e annuisco sorridente.

"Allora deduco che dobbiamo venire anche noi." dice Dylan alzandosi. Insieme a lui si alzano tutti gli altri.
"Si ragazzi, visto che siete venuti con me." si alza anche Cameron ora.
"Va bene." sorrido alzandomi e li accompagno alla porta. Saluto tutti, tranne Cameron a cui mi avvicino per ultimo.
"Ti dispiace che siamo andati via così?" mi sussurra accarezzandomi la guancia.
"No, la famiglia prima di tutto." dico sinceramente.
"Anche tu sei la mia famiglia." Sorrido a quell'affermazione e mi si scioglie il cuore.
"Ci sentiamo dopo per organizzarci per
stasera?" mi chiede avvicinandosi pian piano alle mie labbra, sembra una tortura.
"Ovvio." dico fissando le sue labbra che si posano piano su di me.
"Ti amo." sussurra staccandosi e posando la sua fronte sulla mia.
"Ti amo." dico e lui mi sorride per poi girarsi per andare via.

Chiudo la porta alle mie spalle, mentre mia sorella mi guarda con un sopracciglio alzato.
"Hai notato che nelle loro parole c'era fretta e finzione, vero?" dice a braccia conserte.
"Jane, ma che dici?"
"La verità, Leigh. Non dirmi che hai i prosciutti sugli occhi." dice ruotando gli occhi al cielo. Stringo i pugni lungo i fianchi.
"Non ho i prosciutti sugli occhi!" esclamo.
"Va bene, sorellina, come vuoi." dice evidentemente scocciata. Si alza dalla poltrona e si reca al piano di sopra, credo in camera sua.
"Vado in camera mia." mi avvisa mentre si trova in mezzo alle scale.

Rimango sul divano a riflettere su ciò che ha detto Jane. Non avevano fretta, né erano finti. Mi stendo e la stanchezza si impossessa di me, così mi addormento sul divano bianco di pelle.
***
Il telefono continua a squillare incessantemente sul comodino.
"Jane, il telefono!" cerco di urlare dal divano, ma credo non mi abbia sentito. Il telefono squilla ancora, quindi mi alzo e sbuffo accorgendomi che il telefono è il mio.
"15 chiamate perse e 5 messaggi." Clicco su di essi. Sono tutti di Cameron.

La porta si apre e mamma e papà entrano all'interno della casa.
"Ma che freddo che fa!" dice mamma tremando.
"Eh già." dice mio padre sorridendo.
"Come sta il mio piccolo nipotino?" chiede mamma avvicinandosi per abbracciarmi.
"Benissimo." ridacchio.

Il mio telefono squilla e rispondo alla chiamata.
"Pronto?"
"Pronto? Pronto? Spero che tu stia scherzando! È la sedicesima volta che ti chiamo!!" mi urla contro.
"Stavo dormendo." sbadiglio. "Dimmi." lo sento sospirare, probabilmente per mantenere la calma.
"Ho pensato di andare al cena fuori, che ne pensi?"
"Si, certo, va bene."
"Beh, però dobbiamo passare un'attimo nel nostro appartamento per prendere una cosa?"
"Cosa?" chiedo curiosa.
"Una..giacca!" lo sento strano, come se ci avesse pensato, però vabbè.
"Mh, va bene." dico poco convinta.
"Passo a prenderti alle otto."
"Va bene."
"Ti amo."
"Ti amo." dico sorridendo e stacco.

Salgo di sopra e corro a lavarmi. Mi spoglio e mi immergo nella mia bella vasca riempita d'acqua calda.

Never without you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora