Capitolo 5.

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"Sono contento che tu ti sia fidanzata Leighton! Com'è questo ragazzo?" Mi chiede il signor Dallas.

Sembra molto sincero e sono davvero felice che al signor Dallas, pur non vedendomi spesso, faccia piacere che io sia felice.

"Beh è un bel tipo. È simpaticissimo e dolce, sempre disponibile e.." Vengo interrotta da quella voce. La sua.
"Si, va bene, ok. Abbiamo capito." Borbotta infastidito Cameron.

Mi giro nella sua direzione e lo fulmino con lo sguardo.
"Qualche problema, Cameron?" Gli chiedo con un sopracciglio alzato.
"Mi dà noia che tu parli del tuo ragazzo perfetto."
"Non mi importa."
"Allora che l'hai chiesto a fare?" Mi chiede.

Sembra una gara a chi è più acido. Preparati a perdere, Cameron Dallas!
"Se ti dà noia che io parli del mio ragazzo, potresti anche proporre un argomento. E poi esiste la libertà di parola, ciò vuol dire che posso parlare di ciò che voglio, quando voglio e con chi voglio." Gli sorrido ironicamente.

Boccheggia per innumerevoli minuti e poi chiude definitivamente la porta non sapendo cosa rispondermi.
1 a 0 per me Dallas, beccati questa!

Mi giro nel lato opposto e continuo a raccontare loro di Charlie.
"Sono molto contento che tu abbia trovato un ragazzo che sappia renderti felice." Mi sorride il signor Dallas.
"Già, sono contenta anche io."

"Madison." La richiama il signor Dallas. Lei sussulta e subito si riprende. "Ti vedo assente questa sera, va tutto bene?"
"Non si preoccupi, è tutto ok." Gli sorride. Vipera.
"Allora, che ci racconti?"
"Beh, niente di nuovo.." Dice incerta. Starà pensando alla sua 'bellissima relazione rovinata dal mio ritorno.'
"Anzi, sa..sono molto contenta che Leighton sia tornata." Dice con un sorriso falsissimo che anche i ciechi potrebbero accorgersi che è più falsa dei suoi capelli.
"Ci è mancata così tanto.." Continua mentre vorrei urlarle 'Barbara D'Urso ti fa un baffo.'. Meglio rimanere zitti.

La miglior arma contro queste persone è l'indifferenza ed io nei suoi confronti ne ho di carrellate intere.

Non credo sia vero. Che Cameron sia strano a causa mia, intendo. Se Cameron è così strano con lei un motivo c'è, ma non sono io. E poi come ha fatto a constatare che non sia strano anche domani o dopodomani? Appena sono arrivata è diventato tutto strano? Vedono troppi film.

Parliamo del più e del meno finché non vediamo che si sono fatte le undici.
"Papà, accompagno Mad a casa. Dylan, vieni anche tu? Ti dò un passaggio."
"Oh sisi, certo." Si alza e saluta il signor Dallas con una stretta di mano.
"Grazie per la splendida serata." Sorride, poi si avvicina a me. "A presto, pazza." Mi sussurra e mi dà un bacio sulla guancia.

Arriva il momento di salutare Sierra. L'imbarazzo scende nella stanza mentre il padre della ragazza e Cameron stesso li guarda confusi.
Sentendosi osservati, decido di aiutarli.
"Signor Dallas, la aiuto a sparecchiare." Mi guarda e annuisce sorridente.

Cameron rimane lì impalato e non voglio nemmeno rivolgergli la parola sinceramente.

Vado in cucina aiutando il signor Dallas.
La porta sbatte e Sierra si reca in cucina con un piccolo sorriso sulle labbra.
"È successo qualcosa?" Dice il padre accorgendosi del suo comportamento.
"Si papà, ho strappato i capelli a Madison!" Esclama entusiasta.

Il signor Dallas posa tutti i piatti che ha in mano e si avvicina a sua figlia.

"Co-co-cosa? Non l'hai davvero fatto, spero!"
"Sai che ne sarei capace, ma non l'ho fatto. Ci è mancato tanto così." Indica una piccola quantità con le mani.
"Lo sai che sono impaziente e che non la sopporto. Anche Cameron lo sa, ma sembra che lo fa per indispettirmi a portarla qui."
"Dai, ma che ti ha fatto? E poi stasera non ha proprio fiatato."
"Si, ma la sua presenza mi infastidisce." Dice ed io rido forte mentre il padre ci guarda scuotendo la testa.

"Beh, io vado a lavarmi, a tra poco." Dice e la voce di Sierra, con i suoi passi, scompare dal pianerottolo.

"Leigh.." Questo tono non mi piace per niente.
"Mi dica."
"Ho visto la reazione di mio figlio quando a tavola parlavamo del tuo ragazzo.." Deglutisco. L'ho notato anche io, ma non posso crederci che ne suo parlando con il padre.

"Senta io.." Mi interrompe.
"Io credo che ci sia ancora qualcosa nei tuoi confronti da parte sua. Non dico che sia amore, può anche essere amicizia." Annuisco incapace di dire niente.

Finiamo in fretta di sistemare e Sierra scende al piano inferiore.
"Leigh ti ho messo il pigiama sul letto, domani andiamo a prendere i tuoi vestiti. Vai a lavarti." Annuisco e vado al piano di sopra.

Faccio una bella doccia fredda e rilassante e, dopo aver finito, indosso l'intimo e il pigiama coi conigli prestatomi da Sierra. Più che un pigiama è una vestaglia da notte.

Esco dal bagno con i vestiti sporchi in mano non sapendo dove metterli e vado a sbattere contro qualcosa, o meglio dire qualcuno.

"Stai più attenta." Dice e va via.
Che antipatico che è diventato!
****
Dopo aver finito le faccende e dopo aver posato i miei vestiti nella loro cesta di vestiti sporchi da mettere in lavatrice, mi poggio sul fantastico letto spazioso di Sierra.
Quest'ultima è ancora al piano inferiore e quindi cerco di fare qualcosa per aspettarla, ma tutto ciò mi sembra impossibile e cado in un sonno profondo.
****
Ore 3.30.
Sono in una stanza. Non c'è luce, solo nero senza uno po' di colore. Nero, come il buio.
Apro e chiudo gli occhi più e più volte. Frego le mie mani sugli occhi, ma niente.
Il buio invade la stanza e i miei pensieri. Una porta si spalanca e la luce si diffonde tutt'intorno. Lo vedo. È lui. Il mio angelo e ciò che mi ha distrutto.
"Cameron.."mi interrompe.
"Tu non dovevi essere qui..non ora. Da oggi in poi ci sarai più." Dice con voce malefica s tira un coltello dalla tasca puntandolo alla gola.

Urlo. Apro gli occhi di scatto ed il mio respiro si affanna. Cerco di respirare regolarmente.
'Era solo un incubo.' Mi ripeto.

Quando il mio respiro sembra essere tornato alla normalità, mi dirigo al piano inferiore per prendere un po' d'acqua.

Scendo velocemente le scale e corro fino al frigo. Ho bisogno di bere.

"Perché?" Chiede con la sua voce calda mentre l'acqua all'interno della bottiglia cade un po' sul ripiano della cucina visto che ho tremato a questa sua improvvisa comparsa.

"Perché cosa?" Dico posando la bottiglia e bevendo.
"Perché sei tornata proprio ora? Ora che.." Lo interrompo.
"Ora che? Cosa Cameron? Ora che sei felice? Ora che potevi fare i cazzi tuoi senza che nessuno soffrisse? Ora che stavi iniziando a dimenticarmi?"
"Io non ti ho mai dimenticato, Leighton."
Che stronzate sta sparando?

"Cameron una persona che non dimentica un messaggio all'altra potrebbe mandarlo ogni tanto. Potrebbe scriverle 'hey come stai?'. Tu che hai fatto in questi due anni? Niente. Se non fossi tornata io qui non ci saremmo mai più rivisti. Mi avresti perso così? Ti saresti arreso?" Non risponde.
"Che codardo che sei. Ed io che pensavo, anzi che mi illudevo, ad ogni singola vibrazione del telefono che uno di quei messaggi fosse il tuo. Invece nemmeno uno. Nemmeno una telefonata. Non dire che non mi hai dimenticato Cameron. Per te sono stata un capitolo ormai chiuso e buttato in un angolo." Non risponde ed io ormai ho capito tutto. Non è lui il Cameron di cui mi sono innamorata due anni fa.

Butto il bicchiere nella spazzatura e salgo le scale che mi portano al piano superiore lasciandolo da solo.

Mi stendo sul letto e penso alla situazione, a ciò che è successo.
Mezz'ora dopo mi addormento con la sua stronzata più grande, ripetuta come un tormentone, in testa. "Io non ti ho mai dimenticato, Leighton."

Never without you.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora