Capitolo 3.

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"Oh mio Dio, Leigh. Da quanto sei qui? Sei da sola? Oh mio Dio, non ci credo." La contentezza di vederci supera ogni limite ed anche l'inverosimile.

"Ti va di entrare dentro?" Dice tirando su col naso. A questa proposta rimango interdetta.

Cameron è in casa? Se si perché dovrebbe interessarmi?

"È di sopra con Dylan, non scenderà finché non avrà risolto i suoi problemi con lui." Mi rassicura ed io annuisco frettolosamente.

Il signor Dallas mi accoglie a braccia aperte. Non lo trovo affatto cambiato, ciò che lo differenzia è un po' di barba bianca e dei capelli bianchi a malapena visibili.

Non lo vedo da quella notte di Natale e credo che abbia chiesto innumerevoli volte di me.

Mio padre ed il signore qui presente stanno cercando di unirsi in società per creare un'unica agenzia di moda in questa città. Papà ne parla spesso e dice che è contento di stringere un'alleanza con lui, specialmente perché si fida ciecamente. Sono davvero contenta di questa loro scelta.

"Leighton! Che piacere vederti, come sei cambiata!" Esclama abbracciandomi.
"Buonasera signor Dallas." Gli dico sorridendo e staccandomi dall'abbraccio.

"Prego, siediti. Vuoi qualcosa da bere? Hai fame?" Mi chiede generosamente.

In effetti si. Avrei fame, ma mi sentirei in imbarazzo a dirglielo. Cioè, che gli dico? "Si, ho fame, vorrei un panino con.."..no.

"No, la ringrazio, vorrei solo un bicchiere d'acqua." Mi sorride.
"Con permesso." Mi dice e si alza scomparendo dietro la porta della cucina.

"Come stai?" Chiede Sierra.
"Molto bene, tu?"
"Bene..beh, oltre il fatto che Dylan mi eviti ovviamente."
"Che situazione buffa si è creata tra voi." Dico sinceramente e lei mi lancia un'occhiataccia.
"Con Charlie?" Ridacchio per il suo cambiamento di discorso.
"Le cose vanno alla grande! Ovviamente non ha preso bene il trasferimento qui a New York e non gli va a genio il fatto che sia da sola per ora. È un tipo dolce, ma a volte sa essere troppo geloso." Dico ruotando gli occhi al cielo.

"Eccomi." Il signor Dallas torna con un bicchiere d'acqua in mano.
"La ringrazio." Dico e la bevo.

"Allora." Si siede al tavolo. "Ci sono anche i tuoi qui?"
"Oh, beh, non ancora. Sa, mio padre deve finire alcuni affari e si trasferirà qui definitivamente come tutti gli altri. Non so bene quanto ci vorrà, ma ora sono sola."

"Sola?" Sierra sbatte le mani sul tavolo facendomi sussultare.
"Perché non resti a stare qui per un po'?" Mi chiede il signor Dallas. No, no, no.
"Oh, non si preoccupi, davvero."
"Insisto." Mi dice insistentemente.

"Beh, magari potresti stare qui per due giorni ed io resterò da te per un po'." Cerca di salvarmi Sierra, ma ormai è tutto inutile.
"Due giorni è troppo poco. Una settimana, almeno ora che sono qui." Mi sorride caldamente il signor Dallas.

Guardo Sierra turbata e insicura su cosa dire o meno, mentre la vedo mangiarsi le unghie per il disagio. Non ho altra scelta. Devo per forza restare qui, per il signor Dallas.

"Va bene, certo, con piacere." Alle ultime parole il mio sguardo si rivolge a Sierra che mi guarda spiazzata. Alzo istintivamente le spalle mentre il signor Dallas sembra essere felice come un calciatore che ha segnato un goal in una partita importantissima.

Sorrido a questa vista.
"Papà, noi usciamo." Dice Sierra e mi intima di andarcene. Dovrà spiegarmi qualcosa di importante ed anche io voglio dirgli di Cameron.
"Va bene, ragazze. A dopo."
Dice mentre noi andiamo via.

Il sole batte forte sulle strade di New York, mentre io e la ragazza al mio fianco camminiamo senza una meta.
"Dylan non mi parla più, da quando l'ho baciato e non dico che questa cosa mi faccia male, ma sinceramente non mi fa neanche bene. Nel senso che mi dà fastidio. Poi da quando sei andata via tu, sembra che sia sola di nuovo. Fortuna che c'è Lola all'ora di pranzo." Sospira tristemente.

"Lola! È in città?" Le chiedo entusiasmata. Mi manca anche lei e a volte ha fatto anche lei la videochat con Sierra e me.
"Certo! Dovrebbe essere qui!" Dice e come se le fosse venuto un lampo di genio mi trascina per i marciapiedi della città.

"Dove mi stai portando?" Chiedo stupita.
"A casa di Lola!" Esclama e sorrido a quell'idea. Rivedrò la mia vecchia e nuova amica.
****
La casa di Lola è abbastanza grande all'esterno, non come quella dei Dallas o la mia, ma è molto bella.

È dipinta di arancione ed è coperta di mattoni nella parte inferiore. Il giardino è popolato da alberi massicci e dalle aiuole, inoltre, nella parte destra della casa, si intravede un piccolo orto.

Io e Sierra bussiamo alla porta di casa senza avere risposta.
Decidiamo di chiamarla decidendo che io non debba parlare.

"pronto?" Dice con voce tempestata di sonno.
"Lola, sei in casa? Sono qui fuori da tre ore!" Urla, ma subito si ricompone e tossisce per finta. "Comunque ti ho portato una sorpresa dormigliona, scendi!"
"Dovrei alzarmi dal letto ora? Uff. Spero sia per una buona causa. Dammi due minuti e scendo." Dice e stacca.

"Non si immaginerà mai di vederti qui." Mi sussurra.
Dopo due minuti esatti, sentiamo la chiave nella serratura fare un rumore e la porta si spalanca.

Il corpo esile, la pelle abbronzata, i capelli scuri raccolti in una treccia scompigliata, enormi occhiali posti sul naso fanno capolinea sull'uscio della porta mentre lei sbadiglia. Indossa un enorme pigiama, più grande di lei e ci sono dei piccoli orsacchiotti sopra, mentre non indossa le ciabatte.

"Che volete ragazze? Sierra con te c'è Leighton, vero? Bene, ragazze ottimo." Dice e chiude la porta.

Sierra mi guarda con un sorriso rassicurante mentre io la guardo confusa. Ci sono rimasta male, certo, ma dalla faccia di Sierra si capisce che ha già vissuto questa scena.

"Tre..." Dice e non capisco perché conti.
"Due.." Continua.
"Uno.." Cosa succederà ora?

La porta si spalanca e una piccola e dolce Lola affannata ci guarda dispiaciute.
Guardo Sierra confusa e lei mi sorride.
"Trauma post-dormita. Devono passare dieci secondi prima che si ricorda ciò che ha davanti." Mi sussurra ridacchiando ed io la seguo.
"Oh mio Dio, Leigh sei davvero tu? Non ci credo!" Mi abbraccia. "Non riesco a crederci che sei davvero qui! Ti sto toccando. Sei vera. Non sto sognando. Entrate ragazze, che aspettate!"

Ci invita dentro e mi offre dei muffin al cioccolato. I miei preferiti.
"Allora, tutto bene con Charlie?" Mi domanda Lola. Sembriamo tre anziane uniteci per spettegolare.
"Sisi, tutto bene! A te?" Arrossisce a quella domanda.
"C'è qualcosa che non so?" Domando perplessa mentre lei annuisce.

"Beh, sai che Lola frequenta anche il corso di spagnolo no? Nella sua classe c'è un ragazzo. Il suo nome è Santiago e diciamo che si sentono via chat ma da vicino hanno vergogna di salutarsi. Lola ha preso una cotta per lui, ma lui non ci fa capire niente visto che da vicino fa una cosa ed in chat un'altra." Mi spiega Sierra. "Dovresti vederli, sembrano due stupidi." Ridacchia.

"Mai come te che baci il miglior amico di tuo fratello da ubriaca." Le dice facendole la linguaccia.
"Un momento, un momento, un momento..com'è questo Santiago?"
"Alto, biondo con occhi castani e un sopracciglio tagliato. Non ha un fisico scolpito, ma sembra lo stesso un Dio greco." Dice Lola fiera di se ed io rido alla sua espressione.
"si, è un bel ragazzo." Dice Sierra mordendo il muffin.

Restiamo lì a parlare per circa tre ore. Guardiamo l'orologio e notiamo che sono le sei e mezza, così salutiamo Lola ed andiamo via.

Arriviamo a casa mezz'ora dopo e ci sediamo sul divano.
"Ragazze, già di ritorno?" Ci dice accogliendoci.
"Già." Dice Sierra. "Cameron?" Domanda.
"È ancora in camera con Dylan." Dice sorridendo mentre Sierra annuisce.

Sentiamo dei passi scendere dalle scale e la sua voce prende il posto del silenzio che regna.

"Amico, ti giuro che è vero. Leighton era qui." Dice guardando Dylan che ruota gli occhi al cielo. "Oh, papà, vedi che Madison verrà..a mangiare..a mangiare qui." Balbetta le ultime parole appena mi vede mentre Dylan gli dà una pacca sulla spalla.

Una cena con Cameron e Madison insieme? No, non posso sopportarlo.

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