Capitolo 9.

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Sono due ore che siamo in quest'ospedale è ormai il bianco invade i miei occhi.

Sierra è in una stanza di fronte a me di cui non so il nome da due benedettissime ore. Non vedo e non sento niente, ho solo paura e finora nessun medico o infermiere è uscito da lì.

Abbiamo avvertito Lola e il signor Dallas da quando siamo arrivati, ma non si sono ancora fatti vivi.

"Cameron.." Sussurro mettendo la mano sul suo braccio.
Mi guarda piangendo. È tutta colpa mia. È colpa mia se ho lasciato Sierra da sola. È colpa mia se non le ho dato il supporto che doveva avere. È colpa mia se ora lei è qui in questo posto orribile. Solo colpa mia.

Lo guardo ed è inevitabile scoppiare a piangere più forte di prima.

Il signor Dallas fa capolinea nella sala d'attesa e ci guarda con occhi colmi di tristezza. A questa visuale mio cuore si fa in mille pezzi. Come ho potuto lasciarla da sola  dopo il casino che era successo?

Fa irruzione nella sala anche lei, la madre dei ragazzi. È lì dolorante, a poche sedie da noi.
"Che ci fa lei qui?" Chiede duro al padre.
"Cameron, non è il momento. So tutto." Dice distrutto. Gliel'avrà detto?

Sta in silenzio perché altrimenti urlerebbe e credo sia meglio così.

"Cameron è colpa mia." Dico finalmente tra i singhiozzi.
Tutti e tre si girano verso di me sconcertati.
"Lei ha iniziato a piangere ed io le ho detto di andare a fare la doccia per rilassarsi e non pensare. Poi sono venuta a parlare con te e dopo quel rumore non ci ho capito più niente. È stata colpa mia, le ho detto io di andare a fare una doccia. Ma era un consiglio, non volevo che lei si tagliasse." Dico tutto ad un fiato mentre Cameron mi abbraccia.

"Ssh, non è colpa tua." Mi sussurra mentre io sono sono convinta che sia il contrario.
"Leigh, tu non potevi sapere cosa aveva in mente Sierra. Stai tranquilla." Mi rassicura il padre mentre annuisco e le lacrime continuano a scendere.

Finalmente un medico esce dalla porta e noi ci alziamo di scatto, la madre compresa.
"Signor Dallas?" Chiede.
"Si, sono io, mi dica." Dice il signor Dallas.
"Va tutto bene, vostra figlia non ha perso molto sangue ed è svenuta alla vista di quest'ultimo. Quasi sicuramente rimarranno le cicatrici, ma si riprenderà."
"E lei..lei come sta?" Chiedo tirando su col naso.
"Sta bene, ha solo bisogno di riposare perché si sente debole." Annuisco debolmente.

Grazie al cielo.

"Si può entrare?" Chiede Cameron.
"Beh, sta riposando, ma credo che due persone possano entrare."
Cameron mi guarda e guarda il padre. Dopodiché mi prende la mano.
"Cosa? No. Cam dovete entrare tu e tuo padre."
"Tranquilla Leigh, so che ci tieni tanto. Noi potremo andare dopo l'ora di pranzo." Mi dice il padre.
"Siete..siete sicuri?" Dico asciugandomi le lacrime e tirando su con il naso. Annuisce e guarda la moglie, subito dopo abbassa lo sguardo per poi riportarlo su di noi.
"Andate." Ci sorride ed entrambi annuiamo.

Dietro la porta bianca come tutte le pareti di quest'ospedale c'è Sierra, la mia migliore amica.

Apriamo la porta e la vediamo. Lì distesa sul letto con migliaia di fili collegati sul suo corpo e una mascherina sulla bocca. Il 'bip' è il solo rumore che rimbomba nella stanza colorata di bianco e azzurro.

Mi avvicino a lei e inizio a parlarle.
"Hey..cosa hai combinato? Ti rendi conto di quanto ci hai fatto preoccupare? Ma forse la colpa non è del tutto tua." singhiozzo.
"La colpa è mia per averti lasciato da sola quando avrei dovuto. La colpa è mia per averti consigliato di andare lì, in quel cazzo di bagno. La colpa è mia." inizio a piangere.
"Svegliati presto. Queste due ore senza te sono state un inferno. Mi dispiace." La mi voce inizia ad abbassarsi. "Mi dispiace così tanto di non essere riuscita a tenerti lontana dai pericoli. Scusami, mi dispiace tanto." Piango.

Le mani di Cameron si posano sulle mie spalle e, girandomi, piango sul suo petto mentre lui mi posa un delicato bacio sui capelli castani.
"Cam..vuoi..vuoi che esca?" Chiedo ma lui scuote la testa.
"Resta qui con me." Quasi mi supplica.

In un'altra situazione avrei urlato e mi sarei fatta quaranta miliardi di pensieri e di domande, ma siamo in ospedale e non ho né il tempo né la voglia di fare tutto ciò. Voglio solo Sierra in piedi.

Cameron si avvicina e a prendere la mano della sorella.

"Mai avrei pensato di vederti in questo stato qui. Pensavo di vederti in ospedale solo quando avrei conosciuto mio nipote e invece no. Fortunatamente va tutto bene, ti sveglierai presto e ritornerai la Sierra esuberante di sempre, quella che sapeva farmi ridere e che sapeva farmi incazzare. Spero che ti sveglierai presto, perché, giuro, già non ce la faccio a stare senza di te. Spero di non vederti più distesa sul pavimento di quel bagno con il viso pallido e sangue dappertutto. Spero di non vederti più così. Voglio vederti sorridere, sempre. Voglio vederti sorridere nonostante tutti i problemi che ci perseguitano, nonostante tutte le difficoltà, nonostante tutto questo fottuto casino che si è creato nella nostra famiglia. Sai, inizio a pensare che sia maledetta." ridacchia tra le lacrime.
"Non voglio perderti, non di nuovo. Devi alzarti da quel letto e continuare a vivere, perché.." fa un attimo di pausa e le lacrime calde scendono sulle sue guance. "..Perché sei la sola cosa bella che mi rimane." Piange ed io piango insieme a lui.

Posa la testa sulla sua mano ricoperta da fili.
"Svegliati, ti prego, svegliati." Piange più forte. Le lacrime bagnano la mano della ragazza sdraiata sul letto.

Abbasso istintivamente il capo.

Ancora non mi capacito di averla lasciata da sola. Non mi capacito di trovarla su questo letto, debole e indifesa.
Non mi capacito di averla fatta andare in quel bagno, credendo che non facesse nulla.

È solo colpa mia se lei è qui. Ho sbagliato, ho sbagliato tanto, troppo, ma ora non voglio perderla per niente e nessuno al mondo.

"Fratellino mio, sono sveglia. Sono sveglia per te e non ti abbandonerò."
La sua voce debole ci fa alzare di scatto la testa verso di lei.

È lì sorridente e vestita di bianco come un angelo. Il nostro angelo. La mia migliore amica è sveglia, è sveglia pronta a vivere la sua vita nel migliore dei modi.

La mia migliore amica è qui, con noi e resterà con noi, sempre.

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