2 L'amore vien mangiando

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Naruto arrivò in casa appena in tempo, poco prima che si scatenasse un violento acquazzone.
Chiusa la porta alle spalle, si inoltrò dentro la sua piccola abitazione, vuota e così familiare allo stesso tempo e come ogni giorno a quell'ora, mise uno di quei ramen precotti nel microonde che una volta riscaldato a sufficienza, iniziò a divorare sul suo letto, avvolto da un piumone più grosso di lui.
Adorava quella sensazione,
l'aveva accompagnato nei momenti di solitudine, sin da quando era piccolo.
L'essere avvolto da quel calore, la sensazione di sazietà, mentre fuori pioveva a dirotto, lo faceva sentire al sicuro, come in una casa normale, piena di amore famigliare.
Quel tepore lo deliziava tanto da produrgli quella leggera voglia di addormentarsi... e così stava per fare... ma un violento rumore si propagò per tutta la stanza, come se qualcosa... o meglio, qualcuno, volesse far sentire la sua presenza.
Era la porta, qualcuno stava bussando come un forsennato.
"Chi può essere con questo tempo di merda?"
pensò Naruto, avvicinandosi all'ingresso con molta curiosità.
Dallo spioncino in vetro, oramai sporco da anni di trascuratezze, vide una figura corvina e altamente scocciata.
Era Sasuke, bagnato fradicio e sull'orlo di una crisi isterica.
La maglia tutta bagnata aderiva perfettamente ai suoi addominali tanto da renderli più pronunciati di quanto fossero, dalle labbra sgorgavano piccole gocce d'acqua che le rendevano più carnose e appetibili e i suoi occhi lucidi lo rendevano tanto dolce da far pensare a Naruto che assomigliasse ad un cucciolo indifeso... ma non appena aprì bocca l'idillio svanì.
"Fammi entrare, eroe. Per colpa tua mi sono bagnato dalla testa ai piedi."
Disse inveendo contro la porta e assestandole dei pugni con le sue nocche fradice.
Naruto ebbe un sussulto a quella vista e così, ricomponendosi, aprì immediatamente, girando la maniglia e tirandola a sé.
"Sa... Sasuke ma che ci fai qui?"  chiese incredulo:
"Non avevi detto che saresti andato a casa tua?"
"Lo stavo facendo, ma dopo ho notato che avevi perso questa e così ho pensato di riportartela, insomma, chi ti avrebbe sopportato se non l'avessi più ritrovata."
l'Uciha disse quelle parole mostrando all'amico la collana donatagli da Tsunade e girando la testa di lato, come per evitare il suo sguardo la sbatté quasi sulla sua faccia.
"La mia collana, grazie!
Devo averla persa quando ti ho lanciato quella trave, non so cosa avrei fatto se non l'avessi più ritrovata."
"Ok, ma adesso fammi entrare che sto crepando dal freddo."
"Ah, si certo, scusa, entra pure."
"Che topaia, ma non ti vergogni a vivere in questo schifo?"
Entrando nel piccolo monolocale, l'ospite venne pervaso da un forte odore di chiuso, simile allo stantio di tanti calzini sudati dentro uno zaino per la palestra.
Cataste di cianfrusaglie e di spazzatura si ammassavano fino a formare piccole torrette di lercio su ogni superficie della casa e la luce soffusa di una lampadina a led in procinto di spegnersi, non faceva pensare ad altro che allo sporco e alla noncuranza del suo padrone per ogni minima cosa al suo interno.
"Non esagerare e poi se non è di tuo gradimento puoi anche andartene, sbruffone viziato."
"Hai ragione, scusa, sono solo nervoso per il meeting tra Kakashi e gli anziani del villaggio, spero che mi perdonino per tutto quello che ho fatto..."
"Ha detto scusa, mi ha detto scusa, allora non è sempre stronzo" pensò dentro di sé, non prestando nemmeno tanta attenzione a quello che aveva detto.
"Non preoccuparti, anzi lascia che ti accolga per come si deve, vuoi un po' di ramen caldo?"
"Si, grazie."
Naruto si sentiva al settimo cielo, il ragazzo per cui aveva una cotta era lì in casa sua, bagnato fradicio e cortese nei suoi confronti.
Sorridendo involontariamente iniziò a dare sfoggio alla sua goffaggine, spostò via quanta più spazzatura possibile dalla vista del nuovo arrivato, cercò di rendere, creando più danni che altro, il più accogliente possibile quel posto.
Non appena ebbe finito di "preparare" il ramen, inserendolo nel microonde, si girò e vide ciò che mai si sarebbe immaginato, un Sasuke sdraiato sul divano a petto nudo e con indosso solo dei boxer attillati e fradici.
"Beh? Che aspetti?"
"Cccc... che aspetto ?"
disse naruto con un viso di un colore più tendente al rosso che ad altro.
"Si, insomma, prendimi dei tuoi vestiti, non vorrai mica che gironzoli in mutande per casa tua?"
"Per me anche nudo. eh, eh, eh, eh... " pensò Naruto. Ma nonostante quei lerci pensieri, addirittura più sporchi della tazza del suo bagno, si calmò e si precipitò nella sua camera da letto, per andare a prendere i vestiti.
L'Uchiha si vestì nei panni dell eroe biondo e iniziò a sorseggiare il brodo caldo del ramen.
"Allora è qui che vivi, dimmi... cosa facevi quando eri piccolo qui da solo?"
"Ma che cazzo di domanda è? Cosa facevo da piccolo, da solo? Come se poi non fosse mai venuto qui... Ovvio, mi segavo, mangiavo e dormivo. Cos'altro potevo fare?"          
disse a sé stesso, prima di rispondere:
"Ehm... niente di che, ci venivo quando avevo sonno, per dormire, tanto qui ero da solo, nessuno mi aspettava... "
"Capisco... "
"E tu che facevi nella tua casa da solo?"
"Piangevo. "
"Anche lui..... lo sapevo, lui non è uno stronzo è solo fragile come me, vuole far credere che è uno sbruffone ma a me non la può fare. " pensò ancora fra sé.
"Capisco, anch'io lo facevo, ma nessuno mi consolava."
"Mi spiace Naruto, per tutto quello che ti ho fatto passare, sappi che sei il mio unico amico."
disse mostrando uno dei suoi rari sorrisi a 32 denti.
      "Anche tu Sasuke."                  
disse ricambiando il sorriso.
I due parlarono per ore, risero, giocarono persino lanciando delle cartacce contro le blatte che ogni tanto uscivano dagli angoli delle pareti.
Promisero a vicenda che avrebbero sanificato quel posto e parlarono, parlarono, finché Sasuke si addormentò sulle spalle dell'amico.
Naruto coprì entrambi con il piumone e si addormentò a sua volta abbracciando il suo unico amore.

Continua.....

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