Capitolo 1

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La sveglia di mio fratello suona alle 6:45, ovviamente lui non la sente e così mi devo alzare per andare a spegnergliela. Io e mio fratello Tommy viviamo praticamente da soli da ormai cinque anni. Mia madre se n'è andata quando Tommy aveva un anno, mio padre è morto l'anno dopo. Siamo rimasti in custodia di mia zia, ma non è molto presente nelle nostre vite.

 Tommy ha 7 anni adesso, nessun ricordo dei suoi genitori e tanta voglia di cominciare la prima elementare. Peccato per lui che si sia ritrovato una sorella che farebbe di tutto per lui, ma non sa come fare dato che ha solo 17 anni. Ci provo, ma non mi sembra di fare un buon lavoro qualche giorno. Vorrei che avesse il meglio e mi impegno per fargli vivere una vita più o meno normale.

Spenta la sveglia di Tommy vado in cucina per preparare la colazione e inizio a vestirmi. Metto un paio di jeans neri strappati, una canottiera nera con il nome della rock band del mio ragazzo e le mie amate converse. Dopo essermi vestita vado a svegliare mio fratello e mi assicuro che si alzi dal letto e faccia colazione, poi vado in bagno per finire di prepararmi. Trucco leggero, giusto per evidenziarmi gli occhi azzurri. Pettino i capelli e lascio che le ciocche nere ricadano sulla schiena.

Alle sette e mezza salgo sulla mia moto e faccio aggrappare mio fratello ai miei fianchi. Ormai a metà strada Tommy inizia a stringermi molto forte: immagino che sia nervoso per il primo giorno di scuola. Arrivati, lo accompagno davanti alla sua classe come tutti i genitori degli altri bambini. Ci guardano tutti: gli adulti mi guardano schifata immaginando che io sia la madre, mentre i bambini sono solo incuriositi nel non vedere due genitori. Mi dispiace solo per Tommy, che si rende conto di essere guardato storto da tutti. Io ormai ci sono abituata e non mi importa se la gente mi giudica come una ragazza che stupidamente si è fatta ingravidare dal primo che è passato.

Lasciato mio fratello a scuola mi dirigo presso il mio liceo. Frequento il terzo anno perché ho ripetuto la prima a causa del comportamento e di sette materie sotto. Esatto, non sono proprio il tipo a cui piace studiare o che almeno prova ad impegnarsi, più che altro i due anni seguenti al primo studiavo giusto per la sufficienza con lo scopo di finire in fretta e andarmene. Da piccola non vedevo l'ora di iniziare le superiori. Mio padre era un fisico e tutte le sere mi raccontava della sua giornata e dei suoi esperimenti. Mi ha fatta appassionare alla fisica leggendomi saggi di fisici al posto delle fiabe per farmi addormentare. Volevo seguire le sue orme, studiavo tanto perché volevo arrivare ai suoi livelli, ma dopo che è morto non ho più voluto sentire parlare di fisica e tanto meno mi interessava lo studio.
Entro in classe e mi siedo nell'ultimo banco vicino ad un ragazzo con la testa sulle braccia incrociate. Ha gli auricolari alle orecchie con la musica talmente alta che posso sentire "Welcome To The Jungle" dei Guns 'N' Roses. Altri discutono sulla partita di ieri e alcune ragazze parlottano lanciando delle occhiatine vogliose ai ragazzi. Non capisco come riescano ad essere così troie da volerseli fare tutti. Ormai sto decidendo che questa giornata non ha senso e quindi che posso uscire, quando entra il mio ragazzo che mi incoraggia a restare. Collin è nella mia classe, ma ha due anni in più dei miei compagni ed è come me: studia giusto per andarsene. A contrario mio però, Collin può contare sul fatto che uscito da questo posto abbia due genitori che lo mantengono. Quando arriva accanto a me Collin sveglia il ragazzo che russa sommessamente e si siede. Come prima cosa mi dà un bacio dolce e delicato come solo lui sa fare. Poi mi chiede com'è andata con Tommy.

<<Bene, ma sai mi è dispiaciuto quando entrando ha visto tutti quei bambini accompagnati dai genitori mentre lui era solo come me>> rispondo.

<<Smettila, è davvero un bambino fortunato ad avere una sorella come te che nonostante tutto si prende cura di lui anche se non è compito suo>> mi posa una mano sulla schiena e mi scrolla dolcemente.

<<Si che è compito mio>> dico alzando un po' la voce: io e Collin siamo simili, ma forse lui non ha per niente il senso del dovere <<I nostri genitori non ci sono e lui è mio fratello, devo prendermi cura io di lui come una madre e un padre nella stessa persona!>>

<<Questo lo so Kat, ma non pensi di prender tutta questa faccenda della madre un po' troppo sul serio, cioè devi anche vivere tu>> non gli rispondo perché so che non ne vale la pena. É fatto così e abbiamo già discusso molte volte su quello che devo o non devo fare con mio fratello. Gli sorrido facendogli capire che è un caso senza speranza e faccio per uscire dalla classe.

<<Scusi signorina Young, se ha bisogno di uscire deve prima chiederlo>> mi dice stizzita l'insegnante di storia. Ma io mi chiedo: è il primo giorno di scuola, devi venire proprio a rompere il cazzo a me?

<<Scusi professoressa, posso uscire?>> rispondo ironica uscendo senza aspettare  risposta dalla donna che è rimasta a bocca aperta. Sbatto la porta e mi allontano.

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora