Capitolo 39

5 0 0
                                    

Dalla chiacchierata con Theresa sono più tranquilla perché so di poter contare su di lei in caso di necessità, quindi ho smesso di pensare assiduamente alla lettera di mia madre. In compenso m'inizio a preoccupare perché le giornate con Tommy stanno diventando monotone e a volte noiose: andiamo al mare, passiamo le giornate a leggere o facciamo lunghe passeggiate al parco, ma so che ha bisogno di vedere i suoi amici. Gli anni scorsi era più facile perché non aveva ancora creato rapporti stretti con suoi coetanei, ma dopo il suo primo anno di scuola vuole vedere i suoi amici. Vorrei che a settembre avesse qualcosa da raccontare in classe, ma tutte le giornate sono uguali e non posso nemmeno portarlo a fare una vacanza.

Stamattina non riesco a dormire fino a tardi come vorrei e il telefono squilla interrompendo i miei pensieri.

<<Ciao Kate>> la voce è roca e invecchiata rispetto a come la ricordassi, ma riesco lo stesso a riconoscerla. In un secondo mi si alternano per la mente tutti i momenti passati con lei da piccola e l'odio che ho provato leggendo la sua lettera. Non mi soffermo nemmeno a pensare al come abbia avuto il mio numero e ribatto secca.

<<Cosa vuoi?>>

<<Sono la mamma Kate...>>

<<Lo so>>

<<Vorrei vederti, vorrei vedervi tutti>> sospira <<Stamattina sono uscita e vorrei vedere le persone che amo. Mi siete mancati tutti così tanto>>

<<A noi non sei mancata>> ripenso alle ultime righe che ha scritto: voleva rivedere me, papà e Denny. Denny? Come ha fatto a dimenticarsi del nome di suo figlio? La rabbia cresce in me nonostante io tenti di restare calma.

<<Voglio spiegarti tutto>>

<<Se è davvero così lo spiegherai soltanto a me>>

<<Ma io voglio vedervi tutti, è un mio diritto>>

<<Vedrai soltanto me per ora>> continuo a voce bassa sperando che mio fratello stia ancora dormendo.

<<Va bene Kate, oggi?>> mi coglie impreparata, boccheggio per qualche secondo e acconsento con un verso gutturale. Ci incontreremo oggi pomeriggio al parco.

Chiudo la chiamata e mi ritrovo a tremare. I pensieri si alternano e accavallano senza un senso logico, non riesco a pensare, mi viene sono da piangere. Con le lacrime che mi rigano il volto inizio a camminare su e giù per la stanza digitando di fretta sul telefono. Le dita agiscono senza il mio controllo e dopo poco ho scritto un messaggio a Theresa chiedendole se avesse voglia di tenere Tommy il pomeriggio e ho composto il numero di Daniel. La chiamata è già partita e sto decidendo se riattaccare o aspettare che risponda. Segreteria telefonica. Blocco il telefono e mi siedo sul divano tentando di calmarmi. Non c'è motivo di agitarsi tanto, vedrò mia madre dopo anni e mi spiegherà cose che so già per poi chiedermi di vedere il resto della famiglia. Richiamo Daniel: nessuna risposta. Dovrò raccontare a mia madre che papà è morto e che suo figlio non si chiama Denny... un attimo. E se non volesse vedere Tommy ma Daniel? Provo una terza volta a chiamarlo e finalmente mi risponde.

<<Ciao Kat, va tutto bene?>> mi chiede col fiatone.

<<No, è la terza volta che provo a chiamarti>> rispondo impettita.

<<Stavo correndo, scusami. Dimmi tutto>>

<<Ho bisogno di vederti>> posso quasi vedere la sua espressione stupita. Lui resta in silenzio quindi riprendo <<Per favore>> dico in un sussurro.

<<Kat...>> è preoccupato, lo so.

<<Puoi venire da me oggi pomeriggio?>>

<<Certo>> resta di nuovo in silenzio, anch'io non so cosa dire. So di avere bisogno di lui, lo so da quando ho deciso che le cose tra noi non avrebbero potuto funzionare. Lo so da quando mi ha detto che ha intenzione di combattere per me, nonostante non si sia fatto più sentire. Rimaniamo alcuni minuti in silenzio, lo sento riprendere fiato dopo la corsa e nel momento in cui mi accorgo che i nostri respiri si sono sincronizzati chiudo la chiamata.

Lascio dormire mio fratello fino all'ora di pranzo quando lo sveglio e gli comunico la notizia riguardante il suo pomeriggio: finito di mangiare lo porterò a casa del suo amico con cui passerà il resto della giornata. Sorride e mi ringrazia, mi ferisce non sentirgli chiedere perché non passerà la giornata con me, ma guardo ancora la sua espressione assonnata e spensierata e sorrido d'istinto. Lo guardo mangiare velocemente per arrivare prima a casa di Simone, sento un'altra fitta al petto, e sistemo la cucina nel mentre che lui si prepara. Mi vesto anch'io e andiamo a piedi fino a casa del suo compagno.

Theresa ci accoglie e mi chiede se mi va di restare per un caffè, mi piacerebbe passare ancora del tempo con lei, ma ho bisogno di schiarirmi le idee da sola. La donna mi guarda perplessa notando che c'è qualcosa che non va, ma non fa troppe domande. Saluto mio fratello e torno a casa ad aspettare Daniel.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 18, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora