C'è tensione fra di noi: non rimaniamo soli da quando mi ha raccontato la verità sul suo passato. Gli ho detto che non mi importava di chi fosse a quattordici anni, ma adesso non sono sicura di questo. Il fatto che mia madre fosse coinvolta credo sia il problema maggiore, insomma non incolpo lui per tutto ciò che mia madre ha fatto passare alla mia famiglia, però... però niente non devo prendermela con Daniel se mia madre è stata una stronza, o è. Adesso che ci penso non so neanche se sia viva o meno; comunque non importa. Adesso ci siamo solo io e Daniel e dobbiamo uscire da questa situazione. Voglio fargli capire che il ragazzo che conosco non c'entra nulla con bambino ribelle che era: io so chi è.
Siamo entrambi seduti sul divano a fissare il vuoto. Tra di noi c'è un'enorme distanza fisica e metaforica. Scivolo lentamente per arrivare a mettergli una mano sulla spalla.
<<Daniel>> comincio.
<<Grazie per la cena di stasera>> si alza e si avvicina all'uscita<<Auguri! E di a tuo fratello che un aiutante di Babbo Natale gli ha portato un regalo>> apre la porta ed esce.
Resto seduta sul divano con la mano ancora alzata e la bocca aperta. Non mi aspettavo una reazione del genere, non mi aspettavo che scappasse, non così, non con me immobilizzata su questo maledetto divano. Resto a pensare per un tempo infinito, poi decido: prendo le chiavi di corsa e mi fiondo a scendere le scale. Arrivo col fiatone davanti al portone lo vedo seduto sul gradino a prendere freddo e neve. Ha la testa completamente bianca e i capelli sulla nuca gocciolano sulla giacca. Esco e aspetto di riprendere fiato prima di parlare.
<<Mi sono drogata fino a poco tempo fa. Qualunque cosa mi permettesse di staccare un po' andava bene>> Daniel sussulta accorgendosi della mia presenza. Rimane seduto, ma si gira a guardare me in piedi dietro di lui. Il movimento ha fatto cadere la neve dalla testa, che rimane bagnata. Non piange, ma ha gli occhi lucidi, non sa cosa pensare, lo so: ho sempre vissuto con quell'espressione prima di incontrare lui. Riesco a distrarmi dai suoi enormi occhi nocciola e dalle punte dei suoi capelli che gli gocciolano sul viso e sul collo; riprendo a parlare.
<<Per non parlare del fatto che ho sprecato almeno la metà dei nostri risparmi in sigarette e in concerti del mio ex ragazzo. Ho portato Tommy ad un rave una volta. Ho rubato al supermercato molte delle nostre cose, prima che mi beccassero ovviamente. Quindi sono stata anche in cella per una notte, ho costretto mia zia a portare Tommy in centrale per farmi stare con lui fino a che non fosse potuta uscire>> mi interrompo per prendere fiato. Mi aspettavo di congelare qui fuori senza giacca, invece sono accaldata. Sia per la vergogna verso me stessa per aver fatto queste cose, sia perché le sto dicendo a lui. Non mi sono mai aperta tanto con le persone, sono sempre stata la stronza sociopatica che odia le persone, e le odio ancora, ma con Daniel è cambiato qualcosa.
<<Katherina è diverso, tu non hai ucciso tuo fratello>> sussurra infine abbassando lo sguardo.
<<Tu non hai ucciso nessuno, tu eri in ritardo per la scuola e tua sorella non ha guardato la strada, tutto qui. Avevi quattordici anni, eri influenzabile e mia madre se n'è approfittata, ma non ti giudicherò per una cosa successa anni fa, non cambierà niente adesso che so un cosa successa quando eri un bambino. La colpa la possiamo dare ai tuoi genitori, a mia madre, ai ragazzi che ti hanno coinvolto, ma non a te>> dico sedendomi accanto a lui. Il gradino è freddo, ma la vicinanza con Daniel mi scalda.
<<Abbiamo sbagliato entrambi>> continuo sorridendo leggermente <<Lasciamo la perfezione agli stupidi>>
<<Non sei arrabbiata con me?>> chiede con lo sguardo supplichevole.
<<No. O almeno non per questo>> rispondo fingendomi offesa <<Sono arrabbiata per il fatto che ti ho detto che ti amo e tu non ti sei fatto più sentire>>
<<Mi hai detto piuttosto che mi odi>> finalmente abbozza un sorriso.
<<È vero>>
<<Mi odi?>>
<<Sì>>
<<Mi ami?>>
<<...>>
<<Io ti amo. Tu mi ami?>>
<<Sì>> gli prendo la mano e mi alzo portandolo di nuovo in casa.
Infilo la chiave e apro la porta. Tommy sta ancora dormendo mentre Daniel posa la giacca sull'appendiabiti. Lo riprendo per mano e lo conduco nella mia camera, entriamo e chiudo la porta appoggiandomici con la schiena. Lui si avvicina e con le mani mi stringe la vita. Ci guardiamo negli occhi mentre intreccio e mie mani -la clavicola non mi fa più male quindi non uso più il tutore contro le indicazioni del medico e di Daniel- dietro il suo collo freddo e bagnato dalla neve. Si avvicina lentamente e inspiro il suo profumo: sa di vento e di sapone. Lo osservo da vicino: la stanza è semibuia, ma riesco ad immaginarmi il nocciola dei suoi occhi striato d'oro. Posso vedere bene la linea della sua mandibola leggermente squadrata e le sue labbra carnose mentre se le morde per il nervosismo. Alla fine si avvicina a me e appoggia le sue labbra sulle mie. Un bacio intenso, lento, dolce. Con forza mi prende per la vita e mi solleva, incrocio le gambe intorno alla sua vita e con le mani mi appoggio al suo petto che ha iniziato ad alzarsi e abbassarsi velocemente, come il mio. Il bacio diventa più passionale mentre con le dita seguo delicatamente la linea degli addominali. Daniel si sposta e si siede sul letto senza lasciarmi mai andare. Si allontana dalle mie labbra e inizia a baciarmi la guancia, la mandibola, il collo, la clavicola. Inclino la testa indietro chiudendo gli occhi quando risale con i baci fino al collo. Le mie mani raggiungono il bordo della sua maglietta e si infilano sotto, accarezzando i muscoli della schiena. Con un gesto rapido e senza smettere di baciarmi si sfila la maglia. Mi allontano da lui per ammirarlo: le mie mani a contatto col suo corpo caldo e scolpito. Riprendo a baciarlo e sento che anche le sue mani si sono infiltrate sotto la mia maglia, mi stringe la vita e la mia pelle a contatto con la sua brucia. Però quando inizia ad accarezzarmi la schiena mi stacco di colpo da lui e restiamo affannati a respirare i nostri respiri.
<<Daniel, io non... insomma>> dico imbarazzata.
<<Ehi, guarda che anche per me è una cosa nuova. Non dobbiamo farlo se non ti senti pronta io...>> lo interrompo con un bacio.
<<Sono pronta>> dico affannosamente tra un bacio e l'altro <<Voglio farlo>>.
Ripresa sicurezza Daniel mi toglie la maglia e continua a far scorrere le mani sulla mia schiena facendomi rabbrividire. Si sdraia sul letto trascinandomi con lui. Resto a sdraiata a cavalcioni su di lui. Poi diventa tutto magia.
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Ti odio, ma ti amo
Storie d'amore03/12/17 #526 - 22/09/17 #880 - 20/09/17 #986 ❤️ Passo velocemente in rassegna tutte le mie conoscenze per capire chi possa scrivermi una lettera invece che mandarmi un semplice messaggio, ma mi viene in mente solo mia zia che dato la sua recent...